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Quando il cinema racconta l'amore

Guida per un San Valentino al cinema fra gustosi cinecioccolatini.
di Giovanni Bogani

Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway in una scena del film Amore & altri rimedi.

lunedì 14 febbraio 2011 - News

Che cosa si fa, per San Valentino e dintorni? Si può dire "ti amo" alla propria ragazza, o al proprio ragazzo. Si può cercare l'amore, se ancora non lo si è trovato, senza disperarsi perché è il 14 di febbraio e dovremmo avercelo già, un amore. Magari lo troveremo il 15, o il 16, niente paura...
Intanto, si può scoprire come il cinema, ancora una volta, racconti l'amore. In modi sempre nuovi. Scoprire quanti modi ci sono, al cinema, per dire "ti amo". E magari imparare, e saperlo dire anche noi, in un modo diverso. Un modo che sorprenda chi ci ascolta. Come Billy Crystal nel finale di Harry ti presento Sally: "Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono trenta gradi, ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich... e sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della tua vita con qualcuno, vuoi che il resto della tua vita cominci il prima possibile". Per dirne una.
Perché il cinema, a ben pensarci, racconta sempre storie d'amore. Sono sempre l'amore, il desiderio, lo slancio verso l'altro, alla fine, a muovere le storie. Tutti i film, si potrebbe dire, sono film d'amore. Qualcuno addirittura di più.
Per esempio, in questi giorni, Il truffacuori. O Burlesque. O Femmine contro maschi. Per non parlare di Amore & altri rimedi, in uscita venerdì prossimo. E di Manuale d'amore 3, in uscita il 25 febbraio. E volendo, è una storia d'amore – di amore per i propri figli, di amore sbandato, incoerente, sbagliato, ma sempre amore – anche Biutiful di Alejandro Inarritu.
Insomma, il 14 febbraio si va al cinema con qualcuno che si ama. Ma cosa vedere?
Probabilmente, il cinecioccolatino più adatto è Il truffacuori, dove Romain Duris fa di lavoro lo sfasciacoppie professionista. Si inserisce nelle relazioni per farle saltare: le donne che decide di sedurre non gli resistono, e lui ha un ruolino di marcia pressoché perfetto, nemmeno il Barone rosso per abbattere gli aerei nemici. Sa fare di tutto, per sedurre: travestirsi, ballare benissimo, cucinare. Ma quando deve impegnarsi a far saltare il prossimo matrimonio di Vanessa Paradis, ragazza inquieta, psicologicamente fragile, potenzialmente fatale, le cose si complicano...
L'amore non cantarlo, che si canta da sé, diceva Giovanni Lindo Ferretti. Ma a volte, l'amore funziona meglio con la musica. Come in Burlesque, con Cher e Cristina Aguilera. Lei è una ragazza di provincia che decide di mollare tutto e partire per Los Angeles, con il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo – per inciso, anche Parto col folle presenta un personaggio con lo stesso sogno. S'innamora di un barman, musicista e rubacuori. Tra una danza sensuale e una canzone, la Cenerentola venuta dall'Iowa si trasformerà – incredibile, eh? – in principessa. L'amore ai tempi del musical, carni non tremule in vista, luccichini, perle e paillettes.
Sono amori immaginati, sognati, desiderati, con la timidezza e il pudore di un sessantenne non arrogante, non sbruffone, senza pacchi di soldi da dare in giro, quelli di Gianni e le donne, il film diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio. Il cinema quieto, sommesso del regista romano trova momenti di grande tenerezza, di disarmante, candido sentimento. Non sentimentalismo.
L'amore malato, l'amore che confina con il dramma, vive invece in Amore & altri rimedi con Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal. Lui è un venditore di prodotti farmaceutici, disposto a flirtare con medici e infermiere pur di vendere. Lei è uno spirito libero, anticonformista. La loro relazione inizia come una storia di sesso. Ma prosegue con svolte inaspettate. Per esempio, la rivelazione che lei è malata: ha il morbo di Parkinson. Che non è propriamente una passeggiata. E i rimedi, in realtà, curano ben poco. Scene di sesso piuttosto esplicite, e una storia che parla di forte dipendenza fisica tra i due personaggi.
In Biutiful di Alejandro Inarritu l'amore romantico è finito da un pezzo. Javier Bardem ha, per la madre dei suoi figli, Maricel Alvarez, in caduta libera tra la bottiglia e l'irresponsabilità, lo stesso sguardo dolente e disperato che ha verso tutto, nel film. Ma c'è ancora amore, Maricel torna a casa, vuole fare festa con i suoi bambini, vuole portare allegria e senso di famiglia, vuole disperatamente dare amore. È che, a volte, ne siamo proprio incapaci, di generare felicità, stabilità, pace. E il momento in cui tutti pranzano insieme è uno dei più romantici, dei più strazianti, dei più dolorosamente intensi del film.
È sugli schermi il secondo tempo della partita diretta da Brizzi. Dopo Maschi contro femmine, entrano nella ripresa – in Femmine contro maschiFicarra e Picone, eterni teenager dell'anima, che clonano i Beatles e rischiano le fidanzate. Solfrizzi, benzinaio e donnaiolo, perde la memoria e si lascia "riformattare" dalla moglie Littizzetto, che lo riprogramma docile, umile e con accento sabaudo. Bisio – e anche quello è un gesto d'amore – regala alla madre Wilma De Angelis l'ultima illusione: il quadretto di una famiglia felice. Si ride, ci si resta male all'improvviso, si torna a ridere. Brizzi ha trovato da tempo la formula magica: spezzettare ogni storia, mescolare dolce e amaro senza preavviso. Ah, già. Ma non era la vecchia commedia all'italiana?
E poi, arriverà Manuale d'amore 3 di Giovanni Veronesi. Ovvero, l'amore alle varie età: quella di Scamarcio, quella di Verdone, quella di Robert De Niro.
E se, tra tanti film, non trovate la frase giusta da ridire, come fosse farina del vostro sacco, alla vostra ragazza, fate come Corrado Guzzanti. "Come si può esprimere l'amore? Con tre parole, io credo. Amore... amore... e un'altra che nun me ricordo".

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