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Film nelle sale: la dolce magia di Raperonzolo

In uscita anche A Natale mi sposo e The Killer Inside Me.
di Nicoletta Dose

Gabourey Sidibe in una scena del film Precious.
Gabourey Sidibe (41 anni) 6 maggio 1983, New York City (New York - USA) - Toro. Interpreta Clareece 'Precious' Jones nel film di Lee Daniels Precious.

venerdì 26 novembre 2010 - News

I fratelli Grimm l'hanno data alla luce. Poi l'hanno lasciata in eredità a milioni di piccoli lettori, e a qualche scrittore che ne ha attualizzato la storia, riducendo ciò che era legato al contesto ottocentesco, e imponendo una visione più moderna. La dolce Raperonzolo si è così ritagliata un posto tra i personaggi fiabeschi più belli della letteratura. Ora Disney e Pixar riprendono in mano la vicenda e la portano sul grande schermo; Rapunzel di Nathan Greno e Byron Howard arriva in sala e promette avventura e amore, come nella migliore delle tradizioni. Qualche piccolo cambiamento rispetto alla storia originale c'è: questa volta abbiamo un ladruncolo al posto del principe e una serie di personaggi secondari esilaranti (un cavallo bizzarro, un camaleonte arguto e tanti altri) che, non solo grazie al merchandising, resteranno nel cuore degli spettatori. Rimangono intatti i lunghi capelli fluenti della protagonista, la sua voglia di scoprire il mondo e l'amore per la vita in tutte le sue forme. Una piccola storia da ascoltare (e vedere) oggi per tramandarla a chi verrà dopo di noi, come un dolce segreto innocente da ricordare e fissare nella memoria.

Natale in anticipo
C'è chi proprio non sopporta i cine-panettoni. Attaccati, bistrattati e insultati, spesso sono oggetto di discordia e discussione tra cinefili e critici. Gli spettatori occasionali invece li adorano e fissano un appuntamento annuale imperdibile che ha il sapore delle cose già conosciute e ripetute solennemente, senza sorprese o repentini cambiamenti. La ricetta è quella e non si cambia. Piuttosto cambiano gli attori protagonisti, e così, in anticipo sui tempi, esce A Natale mi sposo di Paolo Costella, con Massimo Boldi nei panni di un cuoco improvvisato chef internazionale. Attorno a lui una galleria di personaggi un po' rozzi e senza sfumature che, da Elisabetta Canalis a Massimo Ceccherini, da Nancy Brilli a Vincenzo Salemme, ci raccontano la parte più squallida della nostra società. Puro intrattenimento senza pretese, il film apre l'avvento al prodotto rivale con Christian De Sica, Natale in Sudafrica, che uscirà tra qualche settimana. Più garbato ed elegante è invece l'altro film italiano del weekend, La donna della mia vita di Luca Lucini, dove l'amore sembra qualcosa di contradditorio, una luce meravigliosa che può anche accecare o annebbiare la vista. Luca Argentero e Alessandro Gassman sono due fratelli, diversissimi, ma entrambi innamorati della stessa donna, Valentina Lodovini. Come non bastasse, si mette in mezzo pure la mamma, una iperprotettiva Stefania Sandrelli e la felicità di tutti sembra davvero impossibile da raggiungere. Un film esemplare che avvisa sui rischi di avere una madre ingombrante.

Storie di violenza quotidiana
Non ci sono limiti alla sofferenza. Precious di Lee Daniels racconta una storia di dolore che non lascia indifferenti. Quando la diciassettenne Precious Jones rimane incinta per la seconda volta, decide di tenere il bambino, anche se figlio di una relazione incestuosa e violenta. Obesa e con grandi problemi di relazione, la giovane non riesce ad integrarsi e subisce i tormenti di una madre frustrata e piuttosto squilibrata. A salvarla, come spesso accade, saranno i professori della scuola. Vincitore del premio del pubblico e del Gran Premio della Giuria al Sundance Festival, il film è un dramma da osservare e sul quale riflettere lasciando a casa i pregiudizi. Di altro tenore è invece The Killer Inside Me di Michael Winterbottom, dove un inquietante sceriffo interpretato da Casey Affleck, si destreggia tra moglie e amante, fino ad innescare un meccanismo contorto e crudele, senza possibilità di ritorno.

L'India in Italia
Le storie d'amore sono invece al centro del film Il mio nome è Khan di Karan Johar, direttamente da Bollywood e finalmente nelle sale italiane. Il lungometraggio rappresenta un piccolo evento perché è molto raro che un film indiano riesca a far capolino nella nostra distribuzione. Ma la sceneggiatura è avvincente e vale la pena, per chi ancora non l'avesse fatto, immergersi in un tipo di cinema molto diverso da quello occidentale. La vicenda di un ragazzo autistico che, dopo l'11 settembre, decide di cambiare vita, e si trasferisce in America, dove incontra l'amore, è accompagnata da balli e coreografie coinvolgenti che contribuiscono a raccontare il plot principale. Colori sgargianti e dramma sofferto, forma e contenuto si alternano in un mix imperdibile. Un'occasione da non sprecare.

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