Cinema e libertà
MYmovies aderisce alla giornata di silenzio stampa contro l'approvazione della legge sulle intercettazioni. Perché un quotidiano di cinema on line che dimostra ogni giorno nei fatti la propria apertura di vedute ospitando le posizioni più diverse sulla materia di cui si occupa e, per esteso, sul mondo della comunicazione audiovisiva prende questa posizione? Perché è proprio il cinema che amiamo che ci insegna che un diritto non può mai essere affermato a scapito di un altro. Sappiamo che un po' di ragione nel 1940 Rosalind Russell ce l'aveva quando in La signora del venerdì affermava:"Giornalista? Che cosa vuol dire? Origliare alle porte, correre dietro ai pompieri, svegliare la gente di notte per chiedergli che cosa pensa di Hitler o del delitto della sera prima? La so a memoria tutta questa roba: siamo solo un branco di disperati alla caccia di ignobili avvenimenti di cronaca nera da ammannire alle casalinghe e alle dattilografe". Ma sappiamo anche che per salvaguardare gli individui dagli eccessi della 'macelleria mediatica' ad alcuni piace sempre di più l'idea che proponeva Katharine Hepburn in La costola d'Adamo: "Perché una rete non trasmette solo buone notizie e un'altra quelle cattive?" Solo che vorrebbero disattivare la seconda mettendo in moto un meccanismo tale da rendere una frase da archivio quella che il direttore del giornale interpretato da Humphrey Bogart nel film L'ultima minaccia (ispirato a fatti reali) diceva al gangster Tomas Rienzi che era riuscito a fare incriminare: "È la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente...niente". Anche perché non dimentichiamo che l'Italia ha vinto un Oscar con un film dal titolo esplicito Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Cioè quelle indagini di cui nessuno dovrebbe più parlare e che sarebbe oggettivamente più difficile fare.

Giancarlo Zappoli (Direttore Responsabile)