Azione e fantasia
Uomini (molto umani), divinità, volpi scaltre e giovani ribelli, queste le uscite di questa settimana. Dedicato a tutti gli appassionati di Avatar e 300: sta per arrivare la nuova graphic novel Scontro tra Titani. Il protagonista di Avatar (Sam Worthington) si cimenta in una nuova prova in 3D densa di effetti speciali , stavolta nel ruolo del semidio Perseo, affiancato da Liam Neeson nel ruolo di Zeus e Ralph Fiennes in quello di Ade. Riprendendo un altro Scontro tra Titani di 29 anni fa, questo remake racconta la storia della lotta finale per il potere tra umani, alla ricerca di un riscatto sociale e morale, e divinità, caparbiamente attaccate a rivendicare la propria supremazia impossibile da sovvertire. Ancora una volta però, come già successo precedentemente nei vari Transformers e in altri film del genere, la storia e gli attori si dimostrano solo un pretesto al servizio di roboanti effetti speciali, oltretutto poco efficaci e un po' fini a se stessi.
Di diverso tipo gli effetti speciali creati per il nuovo film di Wes Anderson Fantastic Mr. Fox, alla sua prima prova di animazione. Decisamente legato ad una tecnica più classica, girato in due anni in stop motion, il film è tratto dal libro omonimo per ragazzi di Road Dahl, primo libro che il regista afferma di aver mai posseduto.
Anderson caratterizza il personaggio di Mr Fox, volpe scaltra e insoddisfatta dalla routine, con l'abbigliamento e i tratti tipici del regista stesso, mentre si affida ad un cast di primo piano quali George Clooney, Meryl Streep, senza dimenticare i suoi attori feticcio Bill Murray, Jason Schwartzman, Owen Wilson. Il tutto shakerato in una storia estremamente godibile ed esemplificativa della condizione umana e della società moderna.

L'Europa alla conquista dei generi americani
Di debutto si può parlare anche nel caso di From Paris with Love. Questa volta si tratta del debutto in campo internazionale di Kasia Smutniak. Il film d'azione è infatti una produzione francese di Luc Besson che strizza apertamente l'occhio alle produzioni e al pubblico d'oltreoceano oltre che per il modo in cui è stato girato, anche per la trama trattata e il ritmo forsennato, servendosi di attori quali John Travolta, al rientro dopo il grave lutto del figlio, e Johnatan Rhys Meyers. Altra produzione europea è Cella 211, con protagonista Carlos Bardem (fratello del più famoso Javier) che continua le tradizioni di famiglia. Dopo il grande successo di critica e pubblico e i riconoscimenti (anche un Goya direttamente dalle mani di Almodòvar) ottenuti in patria, la pellicola d'azione dura e violenta di Alex De la Iglesia approda nelle nostre sale. Il film riprende spunto dal filone carcerario americano adattandolo alla realtà spagnola puntando il dito sulla questione basca, il terrorismo dell'ETA e le pessime condizioni carcerarie ispaniche.

Dramma e commedia che si tinge dei colori del dramma
Non meno impegnative sono le tematiche affrontate in Oltre le regole – The Messenger, dove ci viene offerto un ulteriore spaccato sulle mille sfaccettature che la guerra e il rientro a casa porta con sé. Dopo aver visto all'opera gli sminatori, stavolta si focalizza l'attenzione su un lavoro forse più sporco e non meno pericoloso, seppur necessario, quale il messaggero di brutte notizie alle famiglie dei caduti. Accolti con il rischio sempre costante di essere aggrediti e malmenati da coloro a cui portano la tragica notizia, questi soldati reclutati a svolgere l'ingrato compito, cercano in qualche modo di farsi perdonare le tragedie riportate (o forse no), di difendersi e di sdrammatizzare come possono (magari anche con l'utilizzo di battute ciniche) ma certamente è assai difficile che riescano a dimenticare le sofferenze e gli orrori subiti e arrecati.
Perdonare e dimenticare è anche il dilemma su cui s'interrogano i personaggi stranianti e spesso disturbati e disturbanti nella commedia Perdona e dimentica – Life during wartime del regista di Happiness Todd Solondz. Girato in digitale con la presenza di una sola attrice conosciuta al grande pubblico, Charlotte Rampling, La vita in tempo di guerra è una riflessione, più che sui limiti dei personaggi raccontati, sui limiti di ognuno di noi. Quanto siamo disposti ad accettare la natura dei nostri sentimenti più profondi, anche quelli che si vorrebbe negare?
Ultimo, ma non certo per importanza, a confermare il trend a netta predominanza di film di denuncia in uscita questa settimana, ecco I Gatti Persiani. Primo "film rock" iraniano del kurdo Barman Ghobadi, girato in appena due settimane totalmente in clandestinità e costato al regista un temuto e puntualmente verificatosi esilio, con la partecipazione della ragazza del regista stesso (anche lei precedentemente accusata di spionaggio, imprigionata e poi autoesiliatasi), l'opera segue in maniera quasi documentaristica la scena rock underground (mai come in questo caso di nome e di fatto) dei giovani di Teheran. Vitale e coraggioso questo lavoro, pone l'accento su questioni passate nel dimenticatoio nel mondo occidentale e magari troppo spesso ritenute scontate, merita senz'altro di essere ascoltato.