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Festa del papà: dedicato ai padri del cinema e a quelli della vita

Quando il cinema si fa genitore.
di Marzia Gandolfi

Agli albori
Louis Lumière 5 ottobre 1864, Besançon (Francia) - 6 Giugno 1948, Bandol (Francia).

venerdì 19 marzo 2010 - News

Agli albori
Il 28 dicembre 1895, presso il Salon Indien du Grand Cafè di Parigi, Auguste e Louis Lumière mostrarono per un franco a persona la meraviglia del cinematografo. Imprenditori della luce e di un sogno (quello del cinema), presentarono al mondo un apparecchio in grado di registrare, sviluppare e trasmettere immagini in movimento. Se le fonti d'epoca ci consentono approssimativamente di immaginare l'ambiente, identificare il pubblico e ritrovare il senso di partecipazione all'evento e alla nascita di uno spettacolo destinato a segnare un nuovo secolo e una nuova civiltà, possiamo al contrario e precisamente ricomporre il programma della soirée.
Dei titoli presentati quella sera al Café in Boulevard des Capucines i più celebri sono senza dubbio L'arrivée d'un train à la gare de La Ciotat e La sorties des ouvriers de l'usine Lumiére ma il più illuminante fu Le goûter de bébé, che mostra la colazione di una bambina di pochi mesi. Il padre, presente nel quadro, cerca di "imboccarle" un cucchiaio di minestra ma la piccola rifiuta. La mamma li osserva divertita, sorseggiando un caffé. La bimba "riprodotta" in una scena di non più di un minuto e mezzo di durata è la figlia di Auguste Lumiére. L'anno successivo in Italia, Vittorio Calcina, pioniere e primo operatore italiano a realizzare riprese cinematografiche, "girò" dei brevi film interpretati dal figlioletto Achille. Intento a infastidire un pappagallo (La gabbia dei matti) o a prendere a palle di neve un vigile poi gabbato (Battaglia di neve), fu ancora una volta un bambino il portabandiera del cinema nazionale ma soprattutto il soggetto eletto al centro dell'universo dai padri del cinema. Prima di puntare l'obiettivo su re e principi, prima di documentare i grandi avvenimenti della cronaca politica, prima dei soldati alle manovre o dei pompieri al lavoro, prima ancora dei professionisti della finzione ripresi dai più perfezionati apparecchi da proiezione di Edison, Auguste e Vittorio guardarono all'ambiente familiare e ai loro figli, cogliendone la sorprendente sensazione del movimento reale, oggettivando il proprio soggettivismo ma soprattutto rivelando attraverso la luce un'illuminata paternità.

Il cinema di papà
Diversi film e cinema dopo accadde che alcuni figli ribelli, con la pelle dura e "i pugni fuori dalle tasche" si confrontassero con "il cinema di papà" e con la tradizione cinematografica precedente, doppiandola. Truffaut, Godard, Chabrol, Rohmer, Rivette praticarono prima una forma di critica ostinata, poi, a partire dal maggio del '59, avviarono un nuovo corso del cinema francese, commettendo un parricidio estetico e scegliendo per loro e per la loro arte nuovi padri (Hitchcock, Renoir, Bresson, Ophuls, Rossellini). Dei figli della Nouvelle vague, uno più di altri era destinato a una felice paternità artistica (e non solo), François Truffaut. Padre indiscusso del giovane cinema contemporaneo, l'enfant terrible, devoto a Balzac e offeso da un'infanzia infelice, dispensò sguardo e amore per i bambini, esorcizzando i cattivi padri e inventando un cinema infantile nel senso migliore e più forte del termine. Ancora una volta il cinema si fece genitore, rifugio e luogo ideale dell'infanzia, che felice o disagiata reca con sé un senso di poesia. Lasciando la Francia per l'Italia, troviamo anche nella cinematografia nostrana padri umani come Vittorio De Sica (I bambini ci guardano), mistici come Roberto Rossellini (Germania Anno Zero), esemplari come Luigi Comencini (I bambini in città), etici come Gianni Amelio (Il ladro di bambini). Sguardi comprensivi che si sostituiscono alla mancata responsabilità dell'adulto e rivelano nei "loro" bambini uno spirito che si rinnova senza perdere fiducia nel valore di ogni nuova esperienza. Dai padri del cinema a quelli della vita, quello che ci auguriamo e auguriamo loro è che continuino a dedicarsi all'infanzia, pronti a offrire col proprio atteggiamento e la propria estetica un modello comportamentale, a cui i figli, "inquadrati" o fuori quadro, saranno liberi di disobbedire specialmente se papà avrà fatto la rivoluzione. Auguri, infine, a tutti i papà, a quelli di ieri che giravano in super8, a quelli di oggi che girano in digitale e a quelli di domani che molto probabilmente lo faranno in 3D. Cambia il supporto ma l'amore, filmato o vissuto, resta identico.

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