Advertisement
Storia 'poconormale' del cinema: la questione razziale

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema.
di Pino Farinotti

Puntata 53

venerdì 26 febbraio 2010 - Focus

Puntata 53
Il cinema americano si è fatto spesso manifesto della questione razziale. La prima indicazione, il primo titolo, La nascita di una nazione, è comunque un "contromanifesto". Il film di Griffith del 1915, è infatti uno strepitoso paradosso, un'apologia del razzismo. Griffith è uno dei grandi profeti del cinema del mondo, il suo film è un indubbio abbaglio umano e sociale, eppure "La nascita" viene ritenuto uno dei massimi capolavori. È semplicemente una della grandi franchigie che appartengono al cinema, anzi, immunità, in questo caso. David W. Griffith, figlio di un colonnello sudista, aveva ereditato dal padre un concetto squisitamente del sud rispetto ai neri: non aveva simpatia per loro. Così si ispirò ai contenuti di un romanzo, The Clansman, assolutamente razzista, per raccontare la sua storia. Il Sud ha perso la guerra civile, i "niggers" sono diventati i padroni del Paese, hanno formato un esercito di criminali e selvaggi, e instaurato un clima di terrore. Per fortuna che a qualcuno viene in mente di fondare il Ku-Klux-Clan, così definito nella didascalia di un cartello (il film era muto): Col Ku-Klux-Clan risorse il giovane Sud, che salvò la vita di un popolo, scrivendo uno dei capitoli più drammatici della storia ariana. Dicevo sopra "abbaglio umano e sociale: tanto clamorosi da essere grotteschi".

Importante
Ma per fortuna la questione razziale venne affrontata successivamente da altri, in altro modo. Nell'era recente se n'è fatto carico, fra gli altri, un cineasta importante, Steven Spielberg con due titoli: Il colore viola (1985) e Amistad (1998). Il primo, tratto dal best-seller di Alice Walker raccontava la vicenda di Celie, moglie maltrattata ma capace, con intelligenza e pazienza, di salvare la propria dignità di donna e di donna di colore. Il film si portava dietro pregi e difetti del regista, col sentimento dispensato a piene mani anche se sempre trattenuto al momento di debordare e poi non rinunciava al lieto fine, ma non è detto che questo sia un difetto.
Amistad invece è un autentico testamento storico che viene da molto lontano. Narra della ribellione di un gruppo di neri, deportati dalla Sierra Leone nel 1839, che si ribella e uccide l'equipaggio. Recensione del Farinotti: "... Vengono catturati e messi in prigione. Il processo che ne segue diventerà uno dei più importanti della storia americana. Cinqué, capo degli africani, forte e intelligente, pieno di dignità, diventa un simbolo. Il cuore della questione è il fatto che i neri non sono schiavi ma uomini liberi portati via dal loro paese. Questa verità emerge. Ma c'è di mezzo la questione nord-sud. Il processo d'appello davanti alla corte suprema diventa politicamente decisivo, in sostanza, se gli africani saranno assolti il sud finirà per ribellarsi. L'arringa decisiva è dell'ex presidente e giurista leggendario Quincy Adams: strepitosa (gli africani vanno liberati anche a fronte di una guerra civile), significativa del senso altissimo della libertà espresso dalla dichiarazione di indipendenza. In questo senso il film era un precedente di racconto, caricando la tensione e il finale liberatorio doppiamente, con due processi...".

Dolente
Una lettura efficace e dolente, soprattutto corretta, del movimento del Ku-Klux-Clan la dà Mississippi Burning (1988), il magnifico film di Alan Parker. La storia è vera. In quello stato del sud vennero uccisi tre attivisti per i diritti civili, due bianchi e un nero. L'Fbi affidò le indagini a un neolaureato idealista e progressista, e a un agente pragmatico pieno di esperienza. Responsabile degli omicidi erano appartenenti al Ku-Klux-Clan con la connivenza della polizia e di tutte le istituzioni. Neri estranei e inermi vennero picchiati, imprigionati e anche uccisi. Si rividero case bruciate e poveracci crocifissi mentre gli "incappucciati" assistevano ridendo. Tutto questo non accadeva a inizio secolo, ma nel 1964. Parker rileva la rabbia delle persone di buona volontà e anche quella degli spettatori. Quando alla fine i responsabili vengono arrestati viviamo tutti un grande momento liberatorio. Mississippi Burning è uno di quei titoli, e non sono molti, davvero utili per le indicazioni e per la comprensione che ne segue. E per il giudizio che ne deriverà sulla questione.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati