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Il Principe della Gioventù - Prima Mondiale

Riz Ortolani - Pier Luigi Pizzi. Una coppia vincente.
di Giancarlo Zappoli

Un'operamusical per chi ama Firenze

giovedì 7 maggio 2009 - News

Firenze. Gennaio-Aprile 1478. La famiglia Medici governa la città e i due fratelli Lorenzo e Giuliano sono al centro dell'attenzione. Lorenzo ha ventotto anni e già da dieci è Capo Supremo dello Stato di Firenze. Giuliano, che ne ha ventiquattro, è definito dal Poliziano il "Principe della Gioventù". Giuliano non ama la complessa arte della politica e dell'attività bancaria (i Medici sono i principali finanziatori del Papa) a cui preferisce il gioco del calcio fiorentino e l'amore della figlia di un mercante, Fioretta Gorini. C'è però chi invidia lo splendore della corte medicea: sono gli appartenenti alla famiglia rivale dei Pazzi. Guidati da Franceschino e con l'appoggio del Pontefice (a cui Lorenzo il Magnifico ha tolto il sostegno finanziario) ordiscono una congiura che avrà il suo culmine durante la celebrazione della Messa in Santa Maria del Fiore. Obiettivo sono i due fratelli: Giuliano morirà colpito da diciannove pugnalate mentre Lorenzo si salverà e consoliderà ulteriormente il suo potere.
Da questi fatti realmente accaduti nasce un'operamusical che ha avuto il suo battesimo mondiale al Teatro Arcimboldi di Milano. Sulla carta poteva sembrare un'impresa quasi disperata e invece è risultata una scommessa vincente. Riz Ortolani ha messo in gioco tutta la sua fama ma anche tutta la sua esperienza di compositore per il cinema (inossidabile il sodalizio con Pupi Avati che gli è valso 4 dei 5 David di Donatello vinti) di cui restano indimenticabili le colonne sonore de Il sorpasso e di Fratello Sole Sorella Luna. Ortolani offre un acrobatico connubio tra opera lirica e musical che ha tutta la forza di entrambi i generi musicali. Il recitativo è quasi inesistente. Tutto è affidato al canto e la compagnia di giovani attori e danzatori (a cui offre un prezioso contributo Donatella Pandimiglio) vi innesta una ventata di quella "giovinezza che si fugge tuttavia" capace di trascinare l'applauso a scena aperta in innumerevoli occasioni. In particolare, come spesso accade quando a interpretare il ruolo del 'cattivo' si chiamano interpeti di spessore, Sandro Querci/Franceschino de' Pazzi ottiene un trionfo personale. Ma tutti sono davvero partecipi di un progetto collettivo che sembra destinato a un lungo futuro. Anche perché la regia e le scelte scenografiche di Pier Luigi Pizzi sanno sintetizzare in modo essenziale ed estremamente efficace lo spirito del Rinascimento fiorentino coadiuvati in questo da costumi di sicuro impatto scenico. Quella cupola che si staglia sullo sfondo diviene (girando di 180°) sala, alcova, chiesa, luogo di riunioni.
Il pubblico di tutto il mondo che ama (e come potrebbe altrimenti?) Firenze troverà sul palco uno spettacolo che fonde con sapienza intrattenimento, vitalità, storia e arte universale. Cosa si può volere di più?

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