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Far East Film, niente paura, è solo l'Horror Day

Tre titoli dalla Thailandia, due raccapriccianti storie indonesiane e la perla di A Bloodthirsty Killer.
di Nicoletta Dose

Viaggi e partenze insolite

mercoledì 29 aprile 2009 - News

Viaggi e partenze insolite
Grandi temi sociali, raccontati con uno stile a metà strada tra dramma e commedia, sono stati i protagonisti della giornata di ieri. Se la mattina ha dato spazio ad una tragedia del passato con Baler, sullo sfondo della guerra di indipendenza dei filippini contro gli spagnoli, e a un melodramma intimista, in viaggio con i due amanti di My Dear Enemy, la programmazione del pomeriggio ha allentato la presa con la commedia Desires of the Heart. Il film della cinese Ma Liwen si è concentrato sull'intreccio di cinque storie al femminile, dove le protagoniste non sono altro che esempi diversi di donne alle prese con l'amore. I toni sono allegri, le vicende non annoiano ma sembra tutto già visto, incontrato in qualche episodio di Sex and the City, o letto in un libro di chick lit. Abbandonando i crucci femminili alla 'Kinsella', abbiamo visto uno tra i film più curiosi e interessanti del festival, The Way we Are di Ann Hui che ha concluso nobilmente la retrospettiva a lei dedicata. Gli spostamenti quotidiani di una vedova, il giovane figlio e un'anziana vicina di casa tra il luogo di lavoro e il piccolo appartamento alle porte di Hong Kong, rappresentano uno spaccato della frenesia orientale, a tratti molto simile a quella occidentale. Sul freddo andamento della vita, si inseriscono i sentimenti, gesti dolci e generosi che dimostrano ancora una volta come si possa fare poesia al cinema. Malgrado la pioggia e la stanchezza, gli affezionati del Feff non demordono e, all'ora di entrare in sala per vedere il premio Oscar Departures, si accalcano alle porte per mettersi in fila.
Il teatro così pieno non si era mai visto, c'è molta curiosità attorno al film del giapponese Takita Yojiro, ed è un interesse che trova risposta nell'intreccio, elegante, discreto e commovente, tra i primi a regalare forti emozioni in sala. L'insolita amicizia tra un violoncellista fallito e un becchino orgoglioso del suo lavoro mette in luce i veri valori della vita e regala bei momenti di raffinatezza stilistica alla pratica della deposizione, di solito resa o in termini estremamente comici o terribilmente tragici. La giornata si è poi conclusa con lo stimolante Rough Cut, scritto e prodotto da Kim Ki-duk, un po' troppo stiracchiato nella parte conclusiva ma comunque una buona occasione per riflettere su quanto la vita vera influenzi quella finta di chi recita per mestiere; e con l'erotico e ironico The Forbidden Legend – Sex and Chopsticks, dove le esplicite scene di sesso hanno dato una buonanotte allegra agli spettatori.

I brividi di una giornata all'insegna della paura
L'oscurità sta per invadere la città di Udine. E non parliamo solo dei grigi nuvoloni che sovrastano in cielo da giorni. Sono demoni, fantasmi e presenze inquietanti a rendere l'atmosfera del festival più tetra del solito. Si parla di fiction ovviamente ma l'Horror Day è veramente un tuffo in un mondo 'altro', almeno per chi decide di affrontare la carrellata di film in programma, dall'inizio alla fine. Come ogni anno, la maggior parte delle pellicole scelte viene dalla Thailandia, a cominciare da Rahtree Reborn, mix di gag demenziali e disgustose sequenze difficili da digerire, per poi proseguire con 4bia (in sala sarà presente il produttore e regista Yongyoot Thongkongtoon) e Coming Soon, storia meta-cinematografica che riflette sul potere del cinema, soprattutto quando guardiamo una ghost story che miete vittime una dietro l'altra, anche nella realtà. I confini si confondono e all'accensione delle luci, dopo la proiezione, non tutti saranno tranquilli e si sospetterà anche del vicino: siamo ancora dentro il film o è tutto finito? Di stile meno raccapricciante è invece Rule #1 di Kelvin Tong da Singapore, che mescola poliziesco e thriller per guardare al potere di affascinanti forze soprannaturali. Dall'Indonesia, cinematografia in crescita presente al Feff con ben sei titoli quest'anno, arriva Takut: Faces of Fear, sei storie che si intrecciano sanguinosamente, e The Forbidden Door, dalla visionarietà che disorienta facilmente il pubblico. La preziosità della giornata viene rinforzata anche dalla presenza di A Bloodthirsty Killer di Lee Yong-Min, classico horror coreano realizzato a metà anni Sessanta, una piccola perla da riscoprire.

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