Dopo una lunga serie di battute d'arresto, l'attore ha ritrovato se stesso.
di Stefano Cocci
Il retrogusto del successo
Attore talentuoso e ribelle, sex symbol, uomo violento, drogato, pugile, sostenitore dell'IRA, fallito, rinato. Sono tante le cose che si possono dire di Mickey Rourke, nessuna scontata, tutte vere, tutte essenziali a percorrere la strada della dannazione come a plasmarlo per renderlo sullo schermo l'icona dei sogni spezzati.
Rourke ha conosciuto la gloria: era la fine degli anni Ottanta e, dopo 9 settimane e mezzo, l'altra metà del cielo avrebbe fatto qualunque cosa per una notte con lui, l'altra metà avrebbe voluto essere come lui. Poi il successo ha mostrato il suo amaro retrogusto: la strada della perdizione ha avuto il sopravvento e Rourke si è buttato via in film soft core come Orchidea selvaggia, il matrimonio con Carre Otis ha consumato lui e la sua compagna fino alla scelta di tornare sul ring, l'antica passione giovanile a cui Mickey ha affidato il compito di restituirlo a una vita sana e riportarlo sulla retta via. Da quel giorno molti anni sono trascorsi e oggi il mondo finalmente lo acclama per il suo ruolo in The Wrestler, in cui probabilmente non interpreta altro che se stesso: i demoni dello show biz e di una vita trascorsa rinunciando e perdendo tutte le cose davvero importanti. Chissà se Rourke, ogni tanto, si chiede se ne sia valsa davvero la pena di percorrere tutti questi chilometri tra le fiamme dell'inferno, deformare il viso e il corpo gonfio per i colpi ricevuti, le braccia stanche per quelli inferti, e per poter regalare la sua esperienza in Randy 'The Ram' Robinson?
Angel Heart - Ascensore per l'inferno
La carne è debole, solo l'anima è immortale. Lo sa bene Mickey Rourke. Il film fece scandalo per le torride scene di sesso con Lisa Bonet, mentre De Niro dà vita a una delle sue migliori prove. Se avete visto il film, non potrete mai più mangiare un uovo sodo senza provare un brivido che vi corre lungo la schiena. Alan Parker dichiarò che lavorare con Mickey "fu un incubo". Tant'è che il suo Angel Heart è perfettamente stilizzato: sporco, sudato, demoniaco ma anche, in un certo modo, positivo. La sua discesa agli inferi nell'ascensore che dà il titolo italiano al film è credibile, anche conoscendo il personaggio. Tutti questi ruoli da dannato, il tempo dimostrerà, non sono un caso.
9 settimane e mezzo
Il film che mise d'accordo uomini e donne. I primi completamente conquistati e sconvolti da Kim Basinger, languida, sensuale, sexy, sogno erotico che alimenterà generazioni intere. Il pubblico femminile fu conquistato da Rourke: lui avrebbe potuto chiedere loro ogni cosa e portarle lungo una strada lastricata di tentazioni. Il film ha fatto epoca e purtroppo consentito ad Adrian Lyne di campare per decenni su questo successo regalandoci numerose pellicole inguardabili.
L'anno del dragone
Un esercizio di stile esemplare che ha fatto scuola. Il prototipo del personaggio "alla Rourke". Si muove entro questi due poli il capolavoro di Cimino, un piccolo corso di cinema applicato alla violenza. Ancora una volta gli incubi del Vietnam condiscono il tutto, anche se in secondo piano rispetto a Il cacciatore. Per Rourke è la prova più convincente della sua carriera, prima di dimenticarsi del tutto di essere un attore di film di serie A e pensare invece di diventare un porno divo. O una sua approssimazione molto vicina alla realtà.
Sin City
In un certo senso, il Marv interpretato per Frank Miller e Robert Rodriguez è il parente prossimo del Randy 'The Ram' Robinson di The Wrestler. Uno sconfitto, un ex galeotto, un condannato dalla vita, un emarginato. Uscito di prigione, la sua unica ragione di vita sarà vendicare la morte di una prostituta che gli fece dono del suo corpo sebbene lui fosse poco meno di un mostro.
È stata la vera interpretazione della rinascita. Dopo Sin City, registi e produttori ricominciarono ad aver fiducia in Rourke.
The Wrestler
A ronofsky recupera al cinema il grande Rourke. Scrive e dirige un film cucito addosso sulle forme ormai un po' gonfie dell'ex sex symbol, lo trasforma in un uomo sconfitto dalla vita, fallito nella professione e nei sentimenti. Un po' quello che Rourke era fino a qualche anno fa. Ma al Mickey reale è andata meglio rispetto a colui che porta sullo schermo. Il suo Randy 'The Ram' Robinson, fatica a trovare il suo posto nel mondo e nella famiglia, e si batte nei licei per uno scampolo di felicità. È l'apologia dello sconfitto ai suoi massimi livelli. Ed il merito è per la gran parte di Rourke stesso.