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Horror Frames: quando Babbo Natale è horror

Da bersaglio a delirante serial killer.
di Rudy Salvagnini

Un fine orrorifico proprio per il suo valore di immagine buona

martedì 29 dicembre 2009 - Approfondimenti

Un fine orrorifico proprio per il suo valore di immagine buona
Per l'horror non c'è niente di intoccabile, quindi anche una figura bonacciona e istituzionalmente inoffensiva come Babbo Natale è stata più volte trasformata in qualcosa di spaventoso.
Senza voler fare una cronologia esaustiva, si può cominciare col citare il Babbo Natale psicopatico del primo episodio di Racconti dalla tomba (1972) di Freddie Francis, film tratto dai famosi e perfidi fumetti horror della E.C. risalenti agli anni '50. Conciso e ricco di suspense, l'episodio, interpretato da una algida Joan Collins, utilizza perfettamente l'icona classicamente bonaria di Babbo Natale per suscitare sconcerto e sorpresa.
Nel modesto Non aprite prima di Natale (1984), unica prova registica dell'attore Edmund Purdom, sono i Babbi Natale - le persone, cioè, vestite da Babbo Natale - a essere il bersaglio di un delirante serial killer.
In Silent Night (1984) di Charles E. Sellier jr, è di nuovo un serial killer a travestirsi da Babbo Natale. Qui però la motivazione delle gesta del maniaco è sia pure sommariamente più articolata: per tutta la vita il protagonista è stato ossessionato dal Natale e da Babbo Natale, perciò quando l'ossessione tracima non può evitare di uccidere utilizzando proprio le vestigia della sua ossessione. Incredibilmente, questo film - più curioso che riuscito - ha avuto ben quattro seguiti, due dei quali sono stati diretti da registi di vaglia come Monte Hellman e Brian Yuzna.
In Un minuto a mezzanotte (1990), film francese ben diretto da René Manzor, c'è di nuovo un maniaco che si traveste da Babbo Natale e, penetrato in una casa solitaria, si trova di fronte a un bambino molto brillante che è rimasto sveglio per risolvere il quesito che assilla tutti i bambini: Babbo Natale esiste davvero?
Tutti questi film utilizzano l'icona di Babbo Natale a fini orrorifici proprio per il suo valore di immagine tipicamente buona, ma sempre tenendo fermo il fatto che a utilizzare indegnamente le vesti del buon Santa Claus sono pur sempre degli uomini, dediti al male.
Santa's Slay
Uno degli ultimi esempi della serie - Santa's Slay (2005), passato piuttosto inosservato - cambia un po' le carte in tavola e invece di descrivere pazzi e maniaci che si travestono da Babbo Natale per commettere le loro malefatte si occupa invece del "vero" Santa, in modo tutt'altro che lusinghiero.
Il film inizia con un classica cena di Natale in una tipica famiglia americana, tra ipocrisie e ripicche. Dal camino scende a sorpresa Babbo Natale (Bill Goldberg). Tutti sono stupiti, allora esiste davvero! Solo che non è come se lo aspettavano: hanno però poco tempo per accorgersene perché lui li fa fuori tutti. Su una slitta trainata da una renna piuttosto bizzarra, Babbo Natale riprende poi a percorrere le strade notturne per svolgere la sua missione. Il giovane Nick (Douglas Smith) lavora nell'emporio del signor Green e vive con il nonno (Robert Culp), inventore strampalato. Anche Mary (Emilie de Ravin) - l'aspirante fidanzata di Nick - lavora da Green e spera sempre che Nick prenda l'iniziativa. Il nonno di Nick mostra al ragazzo il bunker che ha costruito in cantina. Poi gli rivela la spaventosa verità: dall'unione tra Satana e la vergine Erica è nato Babbo Natale. Nell'anniversario della sua nascita - soprannominato giorno della carneficina - il crudele Babbo Natale massacrava a destra e a manca finché agli inizi dell'XI secolo un angelo assunse la forma di un uomo e lo sfidò a un gioco, riuscendo a vincere. Come pegno per la sconfitta, Babbo Natale fu costretto a trasformare il giorno della morte in giorno della gioia. Per mille anni. Per questo da allora Babbo Natale porta doni (controvoglia). Ma adesso i mille anni sono scaduti. Nick cerca di convincere del pericolo il capo della polizia, ma nonostante i primi efferati omicidi non viene creduto. Toccherà a lui e Mary, con il supporto del nonno, fronteggiare la minaccia.
Santa's Slay è una simpatica horror comedy con più di qualche azzeccato momento di satira, con specifico riferimento al consumismo del Natale e allo spregiudicato materialismo delle giovani generazioni. Ma anche le generazioni precedenti non vengono risparmiate: il pastore usa i soldi delle offerte natalizie per andare in un locale di lap dance. Ribaldo e sgangherato, il film è stilisticamente vivace, con qualche trovata curiosa, come il flashback a pupazzi animati che racconta la sfida tra l'angelo fattosi uomo e Babbo Natale. Basato su una semplice idea di ribaltamento dei ruoli, la segue e la realizza in modo piuttosto brillante, con punte di buon sarcasmo. Babbo Natale in realtà confessa d'aver sempre detestato i bambini ed è felice adesso di poterli scovare ed eliminare. Certo, proprio perché lo spunto è semplice, la storia non ha molto spessore e dopo un po' dimostra di avere il fiato corto, ma, tra qualche fase di stanca e qualche momento buono, si mantiene abbastanza avvincente, anche perché la durata del film è mantenuta intelligentemente breve. Inoltre, l'idea di rivisitare la leggenda di Babbo Natale dandole un significato completamente diverso dal solito è ingegnosa.
Buona prova del veterano Robert Culp nei panni del nonno svitato che la sa lunga. Simpatico il cameo di James Caan nei panni del capo della famiglia massacrata all'inizio. Bill Goldberg, campione di wrestling, è azzeccatissimo nel ruolo del Babbo Superbastardo e ha l'aria di divertirsi parecchio. David Steinman, anche sceneggiatore, è qui alla sua prima e per il momento unica regia.

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