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Il cinema sotto l'albero

Tutto il cinema da vedere a Natale e nelle prossime festività.
di Marzia Gandolfi

La rivincita di Natale

giovedì 24 dicembre 2009 - News

La rivincita di Natale
Ogni anno è la stessa storia e l'Italia si spacca in due: panettone o pandoro? Presepe o albero di Natale? Santa Lucia o Babbo Natale? De Sica o Pieraccioni? Disney "a matita" o animazione in 3D? Cinepanettone o cinema d'autore? Ebbene sì, il cinema è unanimemente vissuto come un prodotto natalizio e il Natale di conseguenza è identificato tanto da storiche tradizioni quanto dalla presenza della settima arte, da sempre capace di tenere incollate le platee di fronte a creature della fantasia o a carismatici attori reali. L'anno che sta arrivando e quello giunto al termine non deludono, riservando una cornucopia colma di fiori, frutta e pellicole: dal Don Carlo (Verdone) sull'orlo di una crisi di vocazione al Pieraccioni innamorato della gonna sollevata di Marilyn, dal De Sica gigolo al Gere ex gigolo con cucciolo, dalla principessa nera di Walt Disney alla pioggia di polpette della Sony, dal postino nel pallone di Loach al "serio" professore dei fratelli Coen. La sala e lo schermo accoglieranno allora un'abbondanza di titoli, generi, immagini, ambienti, atmosfere e personaggi, qualche volta conciliabili, qualche altra incompatibili con i valori legati al Natale. Le festività natalizie rappresentano un incentivo per la produzione cinematografica, impegnata di conseguenza a coinvolgere soprattutto gli spettatori indifferenti all'offerta cinematografica in tutti gli altri giorni dell'anno. Senza dimenticare il pubblico interessato e più esigente, le sale cinematografiche accoglieranno in forma più discreta pellicole decisamente più impegnate: dal "benvenuto" di Philippe Lioret al porto di Calais (Welcome) al melodramma del reinserimento di Jim Sheridan (Brothers), dall'amore rinviato dieci inverni di Valerio Mieli al Canto delle spose arabe ed ebree di Karin Albou. Animazione, favole, drammi e commedie umane accompagneranno il Natale degli spettatori più intraprendenti, per i più pigri non resta che ripiegare sul consumo domestico e sul piccolo schermo: dvd per chi ama "osare" e ha spirito d'iniziativa, programmazione televisiva e riproposizione degli stessi titoli per i più rassegnati e in fuga dalla fantasia. Buona visione e Buon Natale.

Cinepanettoni e cinecomici (Natale a Beverly Hills, Io & Marilyn, Io, loro e Lara)
Può considerarsi un genere quel cinema che produce uno o due film all'anno? Parliamo dei cinepanettoni naturalmente, campioni di un'industria che vive sulla logica del caso. Se il principe de Curtis, in arte Totò, girava dieci film all'anno, il "conte Max", alias Christian De Sica, ne gira uno solo ed è subito Natale, ed è subito incasso. Archiviato Massimo Boldi e assenti Aldo, Giovanni e Giacomo, è rimasto soltanto l'umorismo toscano di Leonardo Pieraccioni a contrastare la macchina da guerra prodotta da Aurelio De Laurentiis e diretta immancabilmente da Neri Parenti. La commedia introversa e romantica del regista fiorentino dovrà vedersela in sala con l'ennesima vacanza di Natale di un gruppo scelto di italiani, che questa volta volano a Los Angeles e nell'America democratica e "nera" di Obama. A sostenerla nell'impresa, "un anno dopo" (il 5 gennaio) arriverà il film di Carlo Verdone Io, loro e Lara in abito talare e alle prese con una famiglia scriteriata. Se Verdone incontra e "battezza" Laura Chiatti e Parenti riconferma la bionda Hunziker e la bruna Ferilli, Pieraccioni evoca addirittura lo spirito e il corpo di Marilyn Monroe, incarnata sullo schermo dalla sosia inglese Suzie Kennedy, candida e plissettata a fianco di un riparatore di piscine col cuore infranto. Dopo New York, il Natale di Parenti atterra nella città degli angeli, dove il gigolo De Sica proverà a riconquistare una vecchia fiamma felicemente sposata e la bellezza svizzera di Michelle Hunziker confonderà i cuori della coppia GassmanTognazzi, fino a cortocircuitarne l'amicizia. Verdone invece è un prete missionario in Africa e di ritorno nella capitale, che si muove impacciato tra una famiglia disordinata e una nuova e sorprendente amica. Pieraccioni da parte sua è fermamente deciso a strappare la legittima consorte dalle grinfie di un domatore napoletano col vizio dei coltelli. Padroneggiando ormai con scaltrezza le vetuste regole di equivoci e qui pro quo, i cinepanettoni, quelli industriali e quelli "autoriali" (Verdone, Pieraccioni), resistono alla crisi e mantengono la promessa di una non particolare originalità. Natale è ancora una volta tempo di vacanza, di adulteri, ambiguità, scambi di persone, dialetti, bellone e naturalmente star straniere e preferibilmente bionde.

Cineanimazione (A Christmas Carol, La principessa e il ranocchio, Astro Boy e Piovono polpette)
Che Natale sarebbe senza la magia dell'animazione e uno schermo affollato di star immateriali? Dalla matita al mouse, il cinema non dimentica i più piccini e si fa in quattro, proponendo un inventario sospeso tra il classico e il post moderno. È già in sala il cantico di Dickens, A Christmas Carol, aggiornato dall'estro di Robert Zemeckis e calato in un mondo tridimensionale. Dopo le prove tecniche di Polar Express, favola rockwelliana tratta dal best seller di Chris Van Allsburg, il regista americano continua il suo viaggio nel futuro con un film fotorealistico che si avvale delle performance di attori veri (ieri Tom Hanks, oggi Jim Carrey, Colin Firth e Gary Oldman) catturate da sensori ai raggi infrarossi e filmate da macchine da presa virtuali. Il racconto fantastico sulla conversione dell'arido e avido Ebenezer Scrooge sullo schermo diventa straordinario per definizione e realismo, riproducendo la consistenza letteraria ed emotiva delle pagine di Charles Dickens. A punta di matita e a spasso nel passato è invece la favola e la scommessa della Disney, che recupera e "modernizza" una storia classica di una metamorfosi magica determinata da un bacio d'amore. La principessa e il ranocchio, diretto da Ron Clements e John Musker, prodotto da John Lasseter (mago blasonato dell'animazione 3D della Pixar) e interpretato da una fanciulla nera, è il quarantanovesimo film di animazione della Disney, bagnato dalle acque Mississipi e "animato" dal jazz. Meno rassicurante e più maturo nei temi è l'Astro Boy della Eagle Pictures, manga nato negli anni Cinquanta dall'immaginazione di Osamu Tezuka e animato sullo schermo da un regista americano. Pinocchio nello spazio, progettato da uno scienziato prossimo a Mastro Geppetto, il robot-fanciullo creato a immagine e somiglianza del figlio dipartito dovrà difendere la terra da innumerevoli nemici. Un altro inventore, decisamente più maldestro, è il protagonista di Piovono polpette, apologo ecologico della Sony Pictures, che sfiora la fine del mondo ed evita rovesci di cibo precotto. A più di cent'anni dalla nascita il cinema animato, nelle sue multiforme concretizzazioni, rivendica in sala un preciso diritto di supremazia, puntando verso l'infinito con la sua galleria di ranocchi canterini disegnati all'antica, robot digitali e attori renderizzati capaci di esprimere emozioni e trasalimenti.

Cinemautore (Welcome, A serious man, Il Canto delle spose...) Per tutti quegli spettatori appassionati e assidui frequentatori di sale, a Natale e in tutti gli altri giorni dell'anno, consigliamo strade meno battute. Agli sguardi sensibili e meno dozzinali sono destinati la commedia umana di Philippe Lioret (Welcome) e quella proletaria di Ken Loach (Il mio amico Eric), il melodramma introverso dei Brothers di Jim Sheridan e quello nostalgico e rimandato per dieci anni di Valerio Mieli (Dieci inverni), e ancora l'avventura esistenziale del professore di fisica con poche pretese e troppi guai dei fratelli Coen o la cucina con l'anima di Fatih Akin. Per gli amanti del brivido è già arrivato in sala il fascino letale e l'appetito carnale di Megan Fox, interprete vorace di Jennifer's Body. In uscita il 5 gennaio è invece lo spaventoso seguito di Rec, che inizia quindici minuti dopo i fatti del primo e ancora una volta è ambientato in un'antica palazzina, infestata da inquietanti presenze e (anche qui) mostri affamati contro cui si cimenta una squadra di soldati armati di coraggio e sangue freddo. Per i più avventurosi c'è l'ardito Sherlock Holmes di Guy Ritchie, investigatore creato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle e interpretato con magnifica spavalderia da Robert Downey Jr. L'icona della letteratura gialla si accompagna al dottor Watson di Jude Law, alter ego altrettanto intrigante, almeno nella versione in action del regista inglese. Ai cinefili cinofili è dedicata invece la favola "buddista" e di maniera di Lasse Hallström, interpretata da Richard Gere e da un cucciolo di razza Akita. Hachiko esplora la relazione tra l'uomo e il cane e non mancherà di commuovervi fino alle lacrime. Per chi ama "volare" infine decolla il sogno e l'aereo di Amelia, donna e aviatrice che attraversò l'Atlantico. Dietro la macchina da presa c'è l'indiana Mira Nair, premiata a Venezia nel 2001 per il suo Monsoon Wedding, davanti la grazia androgina di Hilary Swank, "piccolo principe" in cerca della sua stella e contesa dall'amore maturo di Richard Gere e da quello impetuoso di Ewan McGregor. Ce n'è davvero per tutti i gusti e per tutti gli occhi. Partecipate numerosi alla ritualità della visione e a un altro Natale "spettacolare".

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