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Giuria di Venezia: le premiazioni della 66° edizione

Un verdetto non facile in mancanza del 'grande' film.
di Giancarlo Zappoli

Tutti i premi del festival
Samuel Maoz - Gemelli. Regista del film Lebanon.

sabato 12 settembre 2009 - News

Tutti i premi del festival
Ang Lee, che ormai deve avere casa a Venezia perché quando non vince è presidente della Giuria del Concorso Ufficiale, ha coordinato il lavoro dei suoi giurati conducendo a un esito destinato a non scontentare (quasi) nessuno e a fare contenta (molto contenta) una distribuzione italiana. Prendiamo le mosse proprio dai premi 'italiani'. Già escluso per eccesso di vetrina Baarìa Medusa ha fatto l'asso pigliatutto per quanto riguarda le attrici con, in più, un eccesso di 'emergenza'. Come già accadde con Emanuele Crialese che venne, con Nuovomondo, gratificato del termine 'rivelazione' dopo che tutto il mondo lo aveva già conosciuto (e apprezzato) a Cannes con Respiro. Quest'anno è toccato a Jasmine Trinca, attrice davvero versatile che però è un po' difficile definire 'emergente' considerata la sua già non proprio secondaria carriera artistica. Ma tant'è e la brava Jasmine, dopo essere stata due anni fa già selezionata nelle 'Shooting Star' di Berlino, si ritrova di nuovo ad 'emergere'.
Medusa evidentemente presta particolare attenzione alle attrici che scrittura e così porta a casa anche il premio per la migliore interpretazione femminile con Xsenia Rappoport protagonista de La doppia ora.
Per quanto riguarda gli altri premi non c'è molto da rilevare anche perché quest'anno alla Mostra non c'era un film che esplodesse sullo schermo come era accaduto lo scorso anno con The Wrestler. Ecco allora che il carro armato israeliano, spazio concentrazionario e microcosmo simbolico di Lebanon può benissimo fregiarsi del Leone d'Oro. Così come il vibrante e vitale Soul Kitchen di Fatih Akin si ritrova con un premio speciale che fa da contraltare al dramma bellico.
Il premio al film iraniano Women Without Men è marcatamente 'politico' che però va a un film apprezzabile. Todd Solondz e Jaco Van Dormael si trovano un po' stretti nei due riconoscimenti 'tecnici' assegnati alle loro opere (Life During Wartime sceneggiatura e Mr. Nobody scenografia). Chiudiamo questa breve riflessione 'a caldo' con due considerazioni e una nota a margine. La prima considerazione va ai film 'sorpresa' che tanto sorprendenti non sono stati, perlomeno per la giuria visto che non li ha considerati per i premi. Va poi notato che un regista presente in Concorso con due opere (caso più unico che raro) come Werner Herzog torna a casa a mani vuote. Non è un dato da sottovalutare.
La nota a margine va al Premio per la sezione Controcampo: il riconoscimento a Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli non può che essere condiviso. Pur con le inevitabili (e necessarie) note acerbe dell'opera prima il film ha ampiamente meritato un riconoscimento che è anche un incentivo a proseguire in un mondo (quello del cinema) che non abbonda di sguardi al femminile.

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