12 Rounds
Nell'epoca eroica di Hollywood, il loro nome era Douglas Fairbanks o Errol Flynn. Poi vennero Steve McQueen, Sean Connery e Clint Eastwood. Negli anni Ottanta giunse il momento di Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e Mel Gibson. Il film d'azione hollivudiano ha i suoi eroi e i suoi canoni stilistici. Forse, oggi, sono meno individuabili; ogni attore vuole interpretare almeno un film d'azione in carriera: non ci sono grandi esigenze interpretative (bastano un paio di sguardi d'ordinanza, del resto Leone disse che Eastwood aveva due espressioni, "con il cappello e senza"), il lavoro è pagato bene. Anche un tipo non certo atletico come Philip Seymour Hoffman non ha disdegnato una partecipazione in Mission: Impossible III.
Si tratta di un genere non catalogabile: cappa e spada (Fairbanks e Flynn su tutti, miti ancor oggi ineguagliati), le spy stories (007), i buddy cop e le action comedy (per i primi il riferimento è L'Ispettore Callaghan, per i secondi il poliziotto ha le stigmate del comico, Beverly Hills Cop su tutti); c'è l'action thriller, l'action drama, la sci-fi action, action horror, heroic bloodshed...
Il genere ha i confini ampi e indeterminati. I film d'azione sono molto lucrativi ma anche molto costosi, così le case di produzione si giocano gran parte del budget su di essi. Si cerca di mettere dentro lo script un pò di tutto, per far contenta la fetta di pubblico più larga possibile, far noleggiare il dvd e così via, arrivando fino alla frontiera dei videogiochi.
Ultimo, solo in ordine di tempo, è 12 Rounds con John Cena, ingaggiato perché ha il fisico ed è un nome di richiamo. Chissà se dopo aver visto un pugile fallito vincere la Palma d'oro a Cannes interpretando un wrestler fallito, potremo applaudire un wrestler di successo divenire un attore di fama. Chissà...ma forse stiamo chiedendo un pò troppo.
Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo
Chi lo spiega a Callaghan che in Italia girano per la città ronde di privati cittadini armati di telefonino per spaventare i criminali? Dirty Harry aveva una filosofia molto semplice, riassumibile nelle parole 44 Magnum. Tra gli anni Settanta e Ottanta il personaggio di Eastwood fu non solo un clamoroso successo commerciale con addirittura 4 sequel ma divenne un fenomeno sociale: l'Ispettore Callaghan è sinonimo di giustiziere solitario ed è ammantato di una patina di eroismo e metodi spicci che hanno creato una nuova categoria di personaggio cinematografico. Senza Dirty Harry non sarebbero potuti esistere Martin Riggs e Axel Foley, Cobra e Mike Lowrey di un decennio (e anche di più) dopo.
Crank
Se Jason Statham è tra i più accreditati interpreti dell'universo action movie, il merito è di questo adrenalinico film di Mark Neveldine e Brian Taylor.
L'azione (è proprio il caso di dirlo) si svolge in un unico giorno in Los Angeles in cui un killer al soldo della malavita è tradito e ucciso con un'iniezione di una potente droga cinese. La morte non è istantanea e l'unico modo per ritardarne l'effetto prima dell'arrivo dell'inevitabile è tenere alto il livello dell'adrenalina nel corpo. Così il nostro eroe è costretto a correre da una parte all'altra della Città degli Angeli per rapinare Red Bull, far irruzione in ospedali e farmacie per trovare dei farmaci, drogarsi, fare sesso in mezzo alla strada con un pullman di turisti cinsi che fanno il tifo e cercare allo stesso tempo la vendetta nei confronti dei suoi killer.
Rambo
Inutile negarlo: simpatico o antipatico, bello o brutto, John Rambo è il termine di paragone per chiunque voglia fare film d'azione. E, visto il personaggio, è probabile che il confronto sia perso. Ciò che 3 sequel, non sempre riusciti, hanno fatto dimenticare è che il primo Rambo è un grande film, lo stesso triste destino capitato a un altro personaggio di Stallone, Rocky. Il sangue, le esplosioni e la fisicità della storia hanno messo in secondo piano l'accusa dell'emarginazione dei reduci del Vietnam; alcuni, addirittura, si sono spinti a definire Rambo una sorta di critica alla guerra attraverso le categorie del reganismo. Chissà se tutto ciò è vero. Resta il fatto che a 27 anni dalla sua uscita nelle sale Rambo non è solo un film che ancora regge il confronto con i rivali di oggi ma è diventato addirittura un fenomeno di costume.
Face/off
L'action movie non è solo un genere hollivudiano. Cinematografie emergenti come la orientale si sono spesso e volentieri confrontate con esso. John Woo è uno dei registi che hanno fatto scuola così da meritarsi la chiamata dalla patria di Commando e Rambo. Ma la sua lettura di genere non poteva che essere particolare.
Face/off è una storia di rivalità, di vendetta e di sangue, un film che parla ai nostri istinti più bassi con l'eleganza formale tipica del regista di Hong Kong. L'agente dell'FBI Sean Archer dà la caccia a Castor Troy, il terrorista che gli ha ucciso il figlio. Una volta arrestato, Archer subisce l'ultima beffa: per scoprire dove Troy, caduto in coma, ha nascosto una bomba batteriologica, è costretto ad assumerne le sembianze grazie ad un avveniristico intervento di chirurgia plastica che letteralmente stacca la faccia di Troy e la sovrappone a quella di Archer. L'imprevisto è dietro l'angolo e l'inversione dei ruoli assolutamente stupefacente, condensata in due ore e un quarto di adrenalina pura.
The Bourne Ultimatum
Non è un caso se i produttori della saga di James Bond abbiano pensato a Paul Greengrass per la regia. Il regista inglese, probabilmente, è il meglio sulla piazza per girare un film di azione capace di parlare anche al cuore e alla testa e non solo allo stomaco del pubblico. Lo ha fatto con Sunday bloody Sunday e United 93 ma soprattutto con la trilogia di Jason Bourne, delle autentiche pietre miliari del genere. Se non ci credete, guardate e, soprattutto, riguardate la scena dell'inseguimento sui tetti di Tangeri, un esempio di maestria pura e virtuosismo registico.