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Giffoni Experience con Enzo D'Alò e i miti anni '80

Enzo D'Alò porta al Giffoni Film Festival il suo nuovo cartone seriale per Rai3.
di Gabriele Niola

Cartoni d'autore

giovedì 16 luglio 2009 - News

Cartoni d'autore
È stato un bel test su strada quello che ha visto i bambini della sezione +6 del Giffoni Film Festival essere i primi spettatori della nuova serie di Enzo D'Alò scritta con Vincenzo Cerami e doppiata da Giancarlo Giannini: Pipì Pupù e Rosmarina. Al termine della visione infatti i bambini hanno potuto esprimere opinioni e porre domande al regista presente in sala, alcune anche non facili da soddisfare come ad esempio: "Perchè usare animali che parlano?".
Sempre durante il giorno poi i bambini hanno incontrato un mito degli anni '80 (e a giudicare dal programma non è l'unico del festival): Francesco Salvi mentre in serata passerella è stata per Eleonora Giorgi che ha presentato il suo lungometraggio L'ultima estate.
Oggi si attende Gianmarco Tognazzi.

Un cartone on the road
Con Pipì Pupù e Rosmarina Enzo D'Alò affronta la serialità a molti anni dal suo esordio come collaboratore alla serie animata di La Pimpa. E forse l'idea non è poi così lontana anche se stavolta i disegni non sono suoi e nemmeno tutta la sceneggiatura, questa volta è un regista puro.
La televisione è volgare? "Si lo è, non posso dire di no. Soprattutto perchè non riesce a parlare ai bambini con il linguaggio dei bambini, non riesce a raccontargli storie di cui si possano sentire protagonisti".
Il punto è se ciò che fa ascolti e ciò che i bambini vedono poi davvero possa essere recepito come qualcosa che li mette al centro e parla a loro. Un'idea, quella di D'Alò, agli antipodi rispetto a quella espressa pochi giorni fa proprio qui da Paolo Villaggio.
Per il regista di La gabbianella e il gatto anche l'animazione giapponese seriale sta perdendo quei connotati: "Sono prodotti diversi, frutto di un contesto diverso e di una cultura diversa. Non li si possono paragonare. Ma di certo si può notare come siano cambiati, come anch'essi parlino meno di se stessi, non siano più così permeati come prima dai valori della cultura nipponica come il senso del dovere ad esempio. Ora sono prodotti buoni per tutto il mondo, si sono commercializzati anch'essi".
"La serie che ho scritto con Vincenzo racconta di un viaggio. Il pretesto è la ricerca del fantomatico Mapà (un po' mamma un po' papà) ma l'importante non è quello, è il viaggio in sè. Magari non troveranno mai il Mapà, ma gli incontri che faranno possono essere molto più interessanti. E benchè si tratti di racconti fantastici cerchiamo sempre di metterci delle pillole minuscole di filosofia, di etica o di attualità. Delle metafore su problemi che possono porsi anche ad un bambino".

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