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Maremetraggio: Il cinema entra in carcere

La sezione Oltre il muro è dedicata ai documentari.

Un'immagine del film

martedì 30 giugno 2009 - News

Tra le novità che il festival Maremetraggio presenta quest'anno, una delle più significative è senz'altro la sezione “Oltre al muro”, dedicata ai documentari, con proiezioni all'interno della Casa Circondariale di Trieste e in contemporanea al Village di Maremetraggio.
Per il festival triestino questo è un progetto importante, perché per la prima volta porta il cinema anche all'interno del carcere. Le proiezioni sono iniziate il 29 giugno, e con cadenza quotidiana portano all'interno del carcere una selezione di documentari che non solo vengono visionati, ma anche votati da una giuria di detenuti, coordinata dal regista Giovanni Piperno. In contemporanea, anche il pubblico “fuori dal muro” può assistere alle proiezioni dei documentari presso lo stand di Maremetraggio.
Sette le proposte per questa sezione: “Solo amore”, di Volfango De Biasi, “Come un uomo sulla terra”, di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene, “Piazzati”, di Giorgio Diritti, “Zulu incontra il jazz”, di Ferdinando Vicentini Orgnani, “Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate”, di Pippo Mezzapesa, “L'ora d'amore”, di Andrea Appetito e “Sognavo le nuvole colorate”, di Mario Balsamo. Al termine delle proiezioni la giuria esprimerà il suo voto, e giovedì 2 luglio, alle 17, sempre all'interno del carcere, verrà consegnato il premio “Provincia di Trieste” al migliore documentario. “Questa iniziativa servirà a mostrare all'esterno la realtà del carcere, così diversa dallo stereotipo violento che ci viene presentato dal cinema americano”, ha spiegato il Comandante della Casa Circondariale Antonio Marrone. “E per i detenuti sarà l'occasione per parlare di qualcosa di completamente diverso rispetto alle solite conversazioni sui reati, le pene e i processi”.
Anche per il regista Giovanni Piperno le proiezioni dovrebbero offrire ai detenuti soprattutto un momento d'evasione, che permetta loro di staccarsi per qualche ora dalla realtà carceraria e di pensare ad altro. “Finora l'esperienza è stata positiva – spiega -, stimolando dibattiti e riflessioni. Finora il documentario che è piaciuto di più è “Come un uomo sulla terra”, che tratta la tematica dell'immigrazione dalla Libia, ma sono ancora numerosi i documentari in programma. Di certo è un'esperienza che io, e spero anche loro, ricorderò per lungo tempo”.

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