Il ritorno di Avati
Direttamente dalla 65esima Mostra del Cinema di Venezia, giunge nelle nostre sale l'ultima fatica di Pupi Avati, Il papà di Giovanna, film per cui Silvio Orlando ha vinto la Coppa Volpi come migliore interpretazione maschile. Non nuovo alla complessa tematica del rapporto padre/figlio, basti pensare al film La cena per farli conoscere, in questa pellicola il regista racconta una storia amara e dolce allo stesso tempo, dove l'amore sconfinato di un padre finisce per offuscare le problematiche della figlia Giovanna, un'adolescente non propriamente come le altre. Ambientato in una Bologna degli anni '40, attraverso l'evoluzione di questa strana famiglia il regista percorre anche la storia dell'Italia fascista che fa da sfondo a tutto il racconto. Accanto al premiato Orlando nel cast dell'ultima fatica di Avati si trovano Francesca Neri, alle prese con l'interpretazione della mamma di Giovanna, esclusa da un rapporto esclusivo tra la figlia e il padre che si ritrova incapace di superare l'evento tragico che colpisce la sua famiglia, non riuscendo lei stessa a perdonare la figlia per quel che ha fatto. Un inaspettato Ezio Greggio porta avanti la storia di amicizia, ma non solo, che lo lega alla famiglia di Giovanna, raccontando anche attraverso il suo lavoro, un poliziotto in epoca fascista, la disfatta dell'egemonia mussoliniana e del voltafaccia italiano dopo la liberazione.
Molto più scanzonata appare invece l'ultima fatica di Peter Berg, Hancock, un supereroe scapestrato, interpretato da Will Smith, che aiutato da un pubblicitario a cui ha salvato la vita, cerca di redimersi agli occhi dei suoi concittadini, trasformandosi, forse, nell'immagine stereotipata dell'uomo dai superpoteri che aleggia nella nostra mente. Ci si chiede se ce la farà il nostro eroe a diventare un vero eroe. Per esserlo non basta salvare le persone, bisogna anche sapere come comportarsi.

Una storia vera
Altri tre film ci aspettano in sala: sempre da Venezia l'esordio cinematografico di Uberto Pasolini, nipote di Luchino Visconti, che con Machan decide di raccontare una storia vera, di ingegno e immigrazione, mostrando come il desiderio di migliorare la propria esistenza possa affinare l'immaginazione. Prende spunto da un fatto di cronaca per raccontare la storia di una squadra di palla a mano che non è mai esistita, ambientata in Sri Lanka, dove la vita non risulta così semplice.
Tornato dal Festival di Cannes 2008 con la Palma d'oro per la migliore regia, il regista Nuri Bilge Ceylan ci presenta, nel suo terzo lungometraggio, Le tre scimmie, una storia moderna di una famiglia complessa, dove i protagonisti possono essere paragonati alle tre scimmie della favola da cui prende il nome la pellicola: c'è chi non vede, chi non parla e chi non sente, o meglio chi non vuole fare queste tre cose. Ultima uscita di questa settimana è un film d'animazione, Piccolo grande eroe, la storia di un ragazzino appassionato di baseball che per salvare le sorti della sua famiglia inizia un viaggio attraverso l'America, diventando involontariamente l'eroe di una nazione intera. Dietro la macchina da presa troviamo Chriatopher Reeve, alias il Superman per eccellenza, assieme a Colin Brady e Dean St. Pierre. Questo film rimarrà l'ultimo segno lasciato dall'attore scomparso poco dopo la lavorazione della pellicola.