Un confronto tra l'Hulk di Ang Lee e quello di Louis Leterrier.
di Gabriele Niola
Sei anni dopo Ang Lee, il gigante verde ritrova lo spirito della serie tv ma perde lo sperimentalismo
Dimenticate l'Hulk di Ang Lee" questo è l'imperativo della Marvel per il suo nuovo film sul gigante di giada. Cast e troupe radicalmente cambiati ma anche spirito della pellicola decisamente diverso, lontano anni luce dal miracoloso (e rarissimo per Hollywood) equilibrio tra racconto classico e sperimentazione cinematografica, e più vicino alle dinamiche semplici e spettacolari del blockbuster fracassone ed emotivamente basilare.
Tante dunque le scelte fatte per differenziare quanto più possibile la trama, il look e il feeling di questo nuovo film rispetto al clamoroso insuccesso al botteghino di qualche anno fa, in primis quella di non incentrare tutto sulla paternità mancata e sul racconto delle origini di un mostro ma di incastrare la storia in un universo, quello Marvel, in continuo movimento. Dunque le origini del personaggio sono accennate rapidamente durante i titoli di testa e il film inizia con Bruce Banner già contagiato e già in costante fuga, ci sono molti accenni ad altri personaggi tipici del fumetto che torneranno nei prossimi capitoli (il Capo e Doc Samson) e soprattutto c'è una centralità, se si archiviano per un momento i sonori sganassoni che si scambiano i protagonisti lungo tutta la pellicola, del dilemma amoroso dell'eroe. Insomma il grande film all'americana.
Edward Norton al posto di Eric Bana, Liv Tyler al posto di Jennifer Connelly e Tim Roth al posto di Nick Nolte per il ruolo dell'antagonista, ma soprattutto l'anonimo Lous Leterrier al posto del ben più autoriale e personale Ang Lee. Questo è già abbastanza per misurare la differenza tra i due film, ma bisogna aggiungere che pur con le dovute differenze di epoca e formato L'Incredibile Hulk guarda decisamente più del suo predecessore alla serie per la tv anni '70, sia per i continui richiami che per lo spirito solitario (sottolineato dal tema originale che rieccheggia spesso).
Per animare Hulk e Abominio un misto di motion capture e animazione al computer
Se per il suo Hulk Ang Lee si era messo in gioco in prima persona prestando i suoi di movimenti al gigante di giada, cioè lui stesso aveva indossato la tutina di sensori e aveva compiuti tutti i movimenti che sarebbero stati poi attribuiti alla creatura creata al computer, ora la tecnologia è decisamente progredita e per avere la prestazione che vuole un regista non deve più prendersi sulle spalle l'onere di fare egli stesso la parte di motion capture.
Il problema in questi casi è infatti sempre quello che gli attori virtuali, per quanto abbiano i movimenti di attori veri, non possono essere diretti dal regista che vede davanti a sè un uomo con la tutina e non il prodotto finale. A questo ormai ha posto soluzione la nuove tecnologia di previsualizzazione che consente di vedere una versione povera ma affidabile del risultato finale del motion capture in diretta sui monitor presenti sul set.
A questo tipo di personalizzazione della direzione va anche aggiunto che per differenziare i movimenti di Hulk e Abominio (l'altra grossa creatura presente nel film), mantenendoli comunque "fumettosi" allo stesso modo, si è usato un misto di cattura dei movimenti e animazione al computer.
Durante la fase di pre-produzione, il supervisore agli effetti visivi Kurt Williams e il preparatore atletico Terry Notary di concerto con il supervisore delle scene d'animazione con effetti visivi della Rhythm & Hues, Keith Roberts, hanno definito i movimenti dei personaggi e le loro posizioni iconiche per oltre 2.500 sequenze.
Le due figure infatti hanno una serie di movimenti e pose predeterminate che sono quelle più tipiche dei fumetti, in modo da poter dare subito l'idea di cosa si stia guardando e di donargli il medesimo fascino che ha conquistato i lettori. In più poi ci sono i movimenti di Edward Norton e Tim Roth che hanno recitato cosparsi di una vernice sensibile agli infrarossi mentre erano ripresi da 37 macchine da presa per l'appunto agli infrarossi. Un sistema nuovo di catturare i movimenti, chiamato Mova, che punta di più sulla tridimensionalità e che riesce a restituire immagini in alta definizione da poter usare in qualsiasi punto della pellicola.
Hulk si difende e Abominio attacca, nei movimenti tutta la personalità delle creature digitali
Una delle sfide più grandi di questo film è stato decidere le dimensioni dei personaggi", afferma il supervisore agli effetti visivi Kurt Williams. "Dovevamo riuscire a stabilire delle dimensioni che Hulk potesse mantenere in tutte le riprese del film. Non volevamo che aumentasse, né volevamo che si riducesse o si piegasse su di sé. Volevamo che mantenesse le stesse dimensioni per tutta la durata del film e così optammo per i 2,72 m di altezza, che gli permettevano di relazionarsi con gli umani senza apparire un alieno o una creatura difficilmente attendibile. In questo modo, lo spettatore ha la sensazione di vederlo esattamente nel punto in cui si trova e, allo stesso, tempo, non ha difficoltà a credere che possa sollevare una macchina, a lanciarla in aria o a fare mostra della sua forza in altri modi, come fare a pezzi l'asfalto e creare un varco enorme nel bel mezzo di una via".
Per Abominio invece l'idea è stata più di abolire lo sguardo bieco che ha nei fumetti e renderlo più simile al protagonista. Doveva in sostanza essere proprio un Hulk degenerato, la vera nemesi o il rovescio della medaglia dell'eroe.
Eppure uno dei traguardi migliori è stato riuscire a dare ad ogni personaggio dei movimenti distintivi: "Hulk si muove circolarmente e spesso si tiene sulle difensive" afferma Kurt Williams. "La sua prima reazione quando si sente aggredito è di indietreggiare per un istante per poi rispondere all'attacco. Abominio, invece, si sposta di poco e subito dopo torna in posizione d'attacco, fissandoti dritto negli occhi. Abominio cade per terra e si ritira immediatamente in piedi, pronto per un nuovo attacco mentre Hulk si ribalta su se stesso, salta in piedi e, solo dopo, torna in posizione di combattimento".
Dal Brasile al Canada, la produzione di Hollywood non è più solo negli studios
Storicamente i film hollywoodiani si girano negli studios ricostruendo tutto il ricostruibile come è stato anche per il precedente Hulk, ma sempre di più accade che anche gli americani amino andare a girare i film in loco, nelle diverse location in cui dovrebbero effettivamente svolgersi. E così è stato anche per L'Incredibile Hulk, le cui scene ambientate in Brasile sono state in gran parte girate nella favela di Tavares Bastos per ottenere un feeling diverso, più reale.
Ma se non è stato difficile infilarsi nelle strette vie delle favelas altrettanto non si può dire per la grande distruzione finale che viene apportata al quartiere di Harlem, impossibile da utilizzare realmente come location, sia per il suo valore storico che per l'immane mole di danni che andavano effettivamente procurati.
Per ricreare quella parte di New York dunque sono serviti tre set alternativi diversi. La maggioranza dell'azione è stata girata a Toronto, dove un'intera parte della città è stata chiusa al traffico per quattro notti, lì sono state lanciate e fatte esplodere automobili a volontà. La parte con i palazzi di Harlem distrutti invece è stata fatta nella cittadina di Hamilton dove all'interno di grossi parcheggi sono state costruite da zero le facciate dei palazzi di Harlem compreso l'Apollo Theatre.