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Film nelle sale: a tutta velocità con Speed Racer

Arriva il nuovo film dei fratelli Wachowski, ma anche la storia italoamericana di Carnera.
di Chiara Renda

Corse automobilistiche e complicazioni mentali

venerdì 9 maggio 2008 - Rubriche

Corse automobilistiche e complicazioni mentali
Prima dell'uscita dell'attesissimo Indiana Jones l'appuntamento con l'avventura al cinema è con Speed Racer, nuova opera dei fratelli Wachowski (apprezzati soprattutto per Matrix) basata sulla popolarissima serie animata giapponese degli anni '60. La storia, riadattata in chiave live-action a partire dal cartone animato, racconta dello spericolato pilota Go alla guida della Match 5, una macchina da corsa progettata dal padre piena di gadget elettronici e trucchi. Il pilota in questione sullo schermo ha il volto dell'astro nascente Emile Hirsch, che dopo Into the wild sembra intenzionato a fare strada nel mondo della settima arte; e dopo questo blockbuster (comunque d'autore) è già al lavoro con il nuovo progetto – d'essai – di Gus Van sant, Milk, storia vera del primo omosessuale ad aver ottenuto una carica pubblica negli Stati Uniti. Ad accompagnare il giovane Hirsch, la trasgressiva Christina Ricci, Matthew Fox (Lost), Susan Sarandon e John Goodman.
Un mostro sacro come Anthony Hopkins torna davanti e dietro alla macchina da presa con un film d'autore complesso e sperimentale: Slipstream – Nella mente oscura di H., elaborato dall'attore nell'arco di quattro anni a partire da un momento di pausa lavorativa, è la storia surreale di uno sceneggiatore tormentato dai suoi personaggi durante la fase di creazione del suo script. A giudicare dalla trama un film cervellotico "alla Gondry" che scaraventa lo spettatore in un gioco di intrighi e scatole cinesi come spunto per riflettere sulla vita e sulla natura misteriosa della mente umana.

Dal Friuli a Las Vegas, tra notti brave e cacce spietate
È un film italiano, o meglio italo-americano, visto il cast internazionale, la lingua in cui è recitato e l'investimento in post-produzione, Carnera – The Walking Mountain. Il nuovo film di Renzo Martinelli indaga una storia italo-americana, quella di Primo Carnera, il boxeur friulano definito negli anni Trenta "la montagna che cammina", idolo degli italiani immigrati in America. Con un cast che va dal Carnera del ventiseienne Andrea Iaia ad Anna Valle, Daniele Liotti fino a F. Murray Abraham, il film dopo il passaggio in sala uscirà in una versione televisiva in due puntate da 100 minuti che sarà trasmessa su Canale 5 fra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. Una gigantesca produzione che racconterà il gigante buono dall'infanzia a Sequals, un paesino del Friuli, alla conquista del titolo dei pesi massimi, il 29 giugno del 1933.
Caccia spietata è invece il nuovo film del regista David Von Ancken (già dietro la macchina da presa di CSI- New York) che racconta l'inseguimento e il tentativo di vendetta del colonnello Carter (Liam Neeson) all'inseguimento di un ufficiale dell'esercito nordista, Gideon (lo scaltro Pierce Brosnan) lungo le Montagne Rocciose alla fine della Guerra Civile Americana.
Un film western prodotto da Mel Gibson, che nonostante il messaggio pacifista non risparmia la sua dose di violenza sanguinaria.
Dalle Montagne rocciose alle slot machine di Las Vegas, dove in una Notte brava a Las Vegas Joy (Cameron Diaz) e Jack (Ashton Kutcher), estranei tra loro e in cerca di conforto dopo delusioni sentimentali ed economiche, si ritrovano sposi per gioco. La decisione di divorziare sembrerebbe la più ovvia, ma a causa di un quarto di dollaro prestato da Joy e giocato da Jack gli sposini si trovano improvvisamente possessori di tre milioni di dollari. La disputa porterà i due di fronte a un giudice, il quale li condannerà a portare avanti il matrimonio per almeno sei mesi. Si possono immaginare dunque le conseguenze di questa notte brava: con una coppia esplosiva come Cameron Diaz e Ashton Kutcher lo spettacolo e le risate sono assicurate.

Da Parigi a Roma
Rimanendo nell'ambito della commedia sentimentale, il francese Emmanuel Mouret torna a raccontare le vicende amorose dei trentenni parigini in Solo un bacio per favore. Chi ha amato il suo Cambio d'indirizzo, sicuramente apprezzerà la comicità sottile e raffinatamente intimista, sulla scia del "cinema dei sentimenti" di Rohmer, di questo film interpretato dal regista stesso (Mouret), dalle bellissime Virginie Ledoyen e Julie Gayet, e anche (in un ruolo marginale) dal nostro Stefano Accorsi. Una storia di sentimenti è anche quella di Sfiorarsi (in uscita l'8 maggio), il film diretto e interpretato da Angelo Orlando – con la bravissima Valentina Carnelutti, qui anche autrice, preferita dal regista alla "candidata" Monica Bellucci – che racconta due esistenze parallele nella capitale, due solitudini metropolitane che si incrociano continuamente senza mai incontrarsi. Un film minore, ma dai toni grotteschi, è invece Chiamami Salomè, rivisitazione in chiave attuale del celebre dramma di Oscar Wilde a opera di Claudio Sestieri. Un'operazione cinematografica basata sulla convinzione che i classici possiedano un'attualità e un'universalità tali da permettergli di rinascere in nuovi contesti: la storia si svolge infatti in una fabbrica abbandonata tra dark lady e boss mafiosi...

Dalla Mongolia alla Russia
Da lontano - nel tempo e nello spazio – arriva Mongol, il kolossal sanguinario, firmato dal premio Oscar russo Sergei Bodrov, che ricostruisce la vita dello spietato condottiero Gengis Khan, guerriero Temugin che a partire dal 1200 ha conquistato uno degli imperi più vasti che la storia ricordi. Un film che punta sui sentimenti e sulle battaglie all'ultimo sangue, un bell'affresco storiografico sull'impero mongolo e su chi l'ha condotto. Si arriva invece all'Unione sovietica del 1984 con Cargo 200, un film duro per il quale il regista Aleksey Balabanov attinge alla cronaca e all'esperienza personale raccontando il comunismo russo degli anni '80: vite e miseria di un giovane trafficante di vodka, della sprovveduta figlia di un segretario di partito, di un meccanico vietnamita e di un poliziotto violento e delirante. Un affresco lucido di un'umanità disperata per un film rigoroso e severo con lo spettatore, al quale è richiesto un enorme "carico" di coraggio.

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