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Film nelle sale: Amore, bugie e gravidanze indesiderate

Esce finalmente Juno, accompagnato da diverse pellicole italiane.
di Chiara Renda

Gli attesissimi

venerdì 4 aprile 2008 - Rubriche

Gli attesissimi
A distanza di sei mesi dalla Festa di Roma, dove ha trionfato, esce nelle sale italiane Juno, il piccolo film indipendente già diventato un cult in tutto il mondo e in Italia argomento di dibattito politico da quando Giuliano Ferrara, leader della lista Pro-life, ne ha fatto una bandiera antiabortista. In realtà un film sulla libertà di scelta e il libero arbitrio, Juno è stato realizzato con soli 6 milioni di dollari e ne ha già incassati oltre 140 solo negli Stati Uniti. Diretto dallo stesso Jason Reitman (figlio dell'Ivan regista di Ghostbusters) di Thank you for smoking, il film racconta la gravidanza indesiderata di una ragazzina di diciassette anni con toni freschi e brillanti grazie soprattutto alla sceneggiatura attenta (vincitrice del premio Oscar) di Diablo Cody, la blogger ex spogliarellista scoperta per caso dal regista mentre navigava su Internet, e all'interpretazione della giovanissima ma ormai navigata Ellen Page.
Un altro titolo attesissimo è The Eye, remake (franco)americano dell'horror orientale del 2002. I due registi autori di Them hanno diretto Jessica Alba nei panni di una ragazza non vedente sottoposta a un trapianto di cornea che si ritrova improvvisamente assalita da spaventose allucinazioni. Un thriller soprannaturale che indaga oltre i limiti della percezione e che speriamo sia all'altezza del terrorizzante originale.

Oltre e dentro il reale
Sempre sul versante soprannaturale e spettacolare c'è Next, action movie di fantascienza tratto da Dick e diretto da Lee Tamahori. Interpretato da Nicolas Cage, Julianne Moore e Jessica Biel, Next segue la vita di Cris Johnson, in arte Frank Cadillac, illusionista di Las Vegas che possiede il dono di vedere fino a due minuti nel proprio futuro. Dopo i deludenti 007 – La morte può attendere e XXX – The Next Level, Tamahori torna a dirigere un film brillante, fluido nel suo svolgimento, di puro intrattenimento, che non deluderà gli appassionati del genere. Di tutt'altro tenore l'esordio alla regia di Ben Affleck, Gone baby gone, un thriller intenso interpretato dal fratello di Ben, Casey (200 cigarettes, Gerry, L'assassinio di Jesse James), e basato sul romanzo "La casa buia" ("Gone, Baby, Gone") di Dennis Lehane, storia di due investigatori che indagano sul rapimento di una bambina di quattro anni nei quartieri malavitosi di Boston. Staremo a vedere come se la cava dietro la macchina da presa Ben Affleck, già vincitore di un premio Oscar come sceneggiatore (insieme all'amico Matt Damon) per Will Hunting – Genio ribelle di Gus Van Sant.

Dall'Italia al Messico
Dopo la commedia amara di Virzì, questa settimana in Non pensarci Valerio Mastandrea - che in Tutta la vita davanti era il sindacalista idealista Giorgio Conforti - veste i panni del disilluso rockettaro Stefano Nardini. Scoperta la fidanzata a letto con un altro, torna a casa dalla sua famiglia a Rimini, dove si ritrova suo malgrado valvola di sfogo dei genitori e dei fratelli (Caprioli e Battiston) e finisce per capire qualcosa in più anche su se stesso. Un ritratto di famiglia attuale e autentico, comico e amaro proprio come la vita, accompagnato da una colonna sonora indie (tra cui Clap your hands and say yeah e Hot Gossip) che si adegua alla produzione del film di Zanasi.
Racconta invece l'amore nell'Italia attuale Amore, bugie e calcetto, commedia sentimentale sull'amore tra i 30 e i 50 anni diretta dal Luca Lucini di Tre metri sopra il cielo. Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Claudia Pandolfi, Filippo Nigro e Giuseppe Battiston sono i protagonisti di questa commedia calcistica che riflette sulle relazioni tra uomo e donna attraverso la metafora del calcio, droga irrinunciabile dell'italiano medio e, di conseguenza, della sua compagna. Ultimo titolo italiano in uscita è All'amore assente, opera seconda di Andrea Adriatico (Il vento, di sera), qui alle prese con l'indagine su una sparizione, quella del ghost writer Andres, autore di discorsi politici atti a convincere indifferentemente l'elettorato dell'uno o dell'altro partito. Un film coraggioso che attraverso un linguaggio simbolico smaschera l'antidemocraticità del discorso politico e il disagio morale del cittadino di fronte ad esso.
Concludiamo segnalando un film messicano molto apprezzato all'ultimo Festival di Venezia: La zona è il primo lungometraggio dell'uruguayano (messicano d'adozione) Rodrigo Plà, un film corale che racconta le contraddizioni di Città del Messico, un luogo caratterizzato dalla miseria più nera se si eccettua "la zona" ricca e centrale del titolo, dove tre adolescenti mettono in atto una rapina che finirà in tragedia. Un thriller violento e brutale che racconta attraverso una storia di finzione la triste realtà messicana, nella quale – come in un film di Lynch – sotto l'apparente perfezione si celano terribili segreti.

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