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Prossimamente al cinema: l'Italia ha l'oro in bocca

Molte uscite italiane rispondono ai colossi hollywoodiani in lizza per gli Oscar.
di Chiara Renda

Italia tra commedia e autorialità

martedì 12 febbraio 2008 - Rubriche

Italia tra commedia e autorialità
Tra la fine di febbraio e i primi di marzo, dopo l'ondata di film da Oscar delle due settimane precedenti, ci aspettano diversi film italiani e qualche uscita americana che vede come protagonisti i migliori interpreti del panorama cinematografico statunitense.
Iniziando con l'Italia, non si può non cominciare citando il Verdone di Grande, grosso e Verdone, che riprendendo i personaggi dei suoi primi film, torna ad accompagnarsi alla Gerini in versione coatta riproponendo Ivano e Jessica e il loro "'o famo strano" a tredici anni di distanza dai loro Viaggi di nozze. Non mancheranno nemmeno Raniero e gli altri indimenticabili personaggi del celebre comico romano. Ma interessante sarà anche Il mattino ha l'oro in bocca, che vede i migliori giovani attori italiani – Elio Germano, Laura Chiatti, Martina Stella – nei panni dei personaggi de "Il giocatore", il libro d'ispirazione autobiografica (da cui il film è tratto) che Marco Baldini (inseparabile compagno di Fiorello) ha scritto sulla sua rischiosa esperienza col vizio del gioco d'azzardo.
Più disimpegnato è invece La seconda volta non si scorda mai, una commedia sentimentale degli equivoci che vede protagonisti due volti televisivi recentemente passati al grande schermo: Elisabetta Canalis e Alessandro Siani, già insieme in Natale a New York.
Ma non mancheranno tra le uscite titoli più autoriali, provenienti rispettivamente dall'ultimo Festival di Torino e da quello di Berlino: Alina Marazzi, già apprezzatissima da critica e pubblico per Un'ora sola ti vorrei, racconta in un nuovo documentario intimista (Vogliamo anche le rose) il femminismo e il cambiamento culturale avvenuto in Italia tra anni '60 e '70; mentre il sardo Salvatore Mereu, fresco di Berlino, con Sonetàula mette in scena una storia selvaggia (un po' come in Ballo a tre passi) di un giovane pastore di nome Sonetàula e del suo tragico destino in una terra aspra come la Sardegna degli anni '40.

Dall'horror al thriller
Prima di passare agli USA bisogna segnalare un film che gli appassionati d'horror non possono perdere: Rec di Jaume Balaguerò e Paco Plaza è un prodotto spagnolo low budget che si fa apprezzare proprio per la ristrettezza di mezzi con cui è realizzato. La storia è semplice: una troupe televisiva composta da una giornalista e il suo cameraman segue e registra una notte di lavoro dei vigili del fuoco di Barcellona. La notte però si rivelerà più complicata del previsto, finendo per coinvolgere un intero condominio in un terrorizzante massacro. Il film – anche questa è la sua forza - è tutto visto attraverso l'obiettivo in continuo movimento del personaggio del cameraman.
Passando alle uscite statunitensi, si comincia con il fantascientifico Jumper, tratto da un romanzo di Steven Gould (inedito in Italia) e interpretato da Jamie Bell e Hayden Christensen, due giovani talenti del cinema contemporaneo. Girato da Doug Liman (regista di The Bourne Identity e Mr. & Mrs. Smith), il film racconta le vicende di un diciassettenne alle prese con la scoperta del suo potere di teletrasportarsi.
Dal Festival di Roma arrivano due film con cast stellari: Onora il padre e la madre è l'ultima opera di Sidney Lumet, e dopo i Sogni e delitti di Woody Allen è un nuovo thriller familiare che indaga nei complessi processi dell'animo umano attraverso una storia di due fratelli. In questo caso i due fratelli ingabbiati tra frustrazioni, vizi e disperazione sono Ethan Hawke e il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, interprete per eccellenza dell'ambiguità morale nel cinema americano più recente (Truman Capote – A sangue freddo, Happiness, La 25^ ora).
L'autore del film premio Oscar Tsotsi, Gavin Hood, porta invece sullo schermo Meryl Streep, Jake Gyllenhaal e Reese Witherspoon in Rendition – Detenzione illegale, un altro thriller ricco di suspence e ben costruito che rende pubblica una poco conosciuta consuetudine che il governo degli Stati Uniti adotta nei confronti dei cittadini sospettati di terrorismo: in questo caso, in bilico tra finzione e realtà, il cittadino in questione è un egiziano residente da anni in America che, dopo essere stato arrestato, viene trasferito in gran segreto in una località islamica per essere torturato e ridotto a condizioni disumane.
Un film ben costruito, piuttosto imparziale, che fa riflettere restituendo senza sbilanciarsi troppo il clima teso e complesso della situazione politica attuale.

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