Uno sguardo sugli Anni Sessanta tra suggestioni e amarezza
Inizia parlando della nebbia londinese Shel Shapiro nello spettacolo in scena a Milano al Nuovo Ciak- La Fabbrica del vapore fino a domenica 20. Quella nebbia che anche Oltremanica oggi non si trova più. La nebbia della sua infanzia e adolescenza squarciata un giorno da... un film. Quel film era Il seme della violenza di Richard Brooks. Dallo schermo non giungevano in sala solo immagini ma una musica 'sporca' utilizzata per la prima volta dal cinema: il rock.
Bill Haley e i Comets scaricavano sul giovane Shel (classe 1944) tutta la loro energia facendogli scoprire un nuovo mondo che non era più quello dei John Wayne e delle case nella prateria ma sarebbe divenuto sempre più quello già conquistato da James Dean e Marlon Brando. È ancora una volta il cinema (la sala londinese si chiamava Trocadero e oggi non esiste più) a costituire uno dei sensori e dei motori principali dei mutamenti della società: Shapiro lo sottolinea quasi in apertura per poi continuare il suo film della memoria su una generazione che ha forse avuto l'ultima occasione per provare a cambiare il mondo grazie a una creatività e un'energia che la musica ha saputo a sua volta esprimere con grande forza. Non è uno spettacolo 'nostalgico' quello dell'ex voce dei Rokes e da sempre appassionato uomo di cultura a 360°. I testi di Edmondo Berselli lo aiutano a muoversi tra riflessione autobiografica e sguardo complessivo sugli Anni Sessanta con un carico di suggestioni ma anche di amarezza. Un concerto con parole e musica emozionante per chi in quegli anni 'c'era' ma anche per chi avrebbe voluto esserci.