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Film nelle sale: L'allenatore nella leggenda

Due attesissimi da Stati Uniti e Italia, ma anche una perla d'autore franco-tunisina.
di Chiara Renda

Dalla fantascienza ai campi di calcio

venerdì 11 gennaio 2008 - Rubriche

Dalla fantascienza ai campi di calcio
Questa settimana di inizio anno è un gran momento per il cinema. Nelle sale arrivano infatti due pellicole attesissime: dagli States il thriller fantascientifico Io sono leggenda si prepara a sconvolgere gli appassionati del genere portando sullo schermo il fortunato e geniale romanzo di Richard Matheson del '54. La sua storia all'epoca fu rivoluzionaria perché ribaltava la situazione classica del vampirismo, raccontando la vicenda di un unico essere umano superstite in un mondo di esseri mostruosi, e non quella di un vampiro in un mondo di umani: quest'unico superstite immune al virus che ha contagiato l'umanità intera è Robert Neville, sullo schermo interpretato dall'ex principe di Bel Air Will Smith e diretto da Francis Lawrence, che già con Smith aveva lavorato per un videoclip all'epoca di Men in black II. Con il regista di Constantine dietro la macchina da presa l'azione e i colpi di scena dovrebbero essere assicurati. Curiosità: accanto a suo padre recita anche la figlia di Will Smith, Willow (sulla scia dell'adorabile fratello Jaden in La ricerca della felicità).
Per chi più che di fantascienza è un cultore di B movie, imperdibile è il nostrano L'allenatore nel pallone 2, seguito del film diretto da Sergio Martino nell'84 e diventato culto per un certo tipo di pubblico "amante del trash". Ritorna dopo più di vent'anni il mister della mitica Longobarda, Oronzo Canà, che ha ancora il volto – oggi naturalmente invecchiato – di Lino Banfi, secondo le sue dichiarazioni ansioso di girare anche il seguito di Vieni avanti cretino o di Il commissario Lo Gatto. "Torno ad indossare dopo oltre ventitre anni i panni del mister Oronzo Canà, tecnico della Longobarda", ha dichiarato Banfi, "perché da anni me lo chiedono tutti: pubblico, calciatori, i produttori e il regista del primo film". Accanto al settantunenne attivissimo attore pugliese anche Andrea Roncato, Giuliana Calandra, Camillo Milli e i nuovi arrivati Anna Falchi e Biagio Izzo, oltre a molti volti del calcio nostrano, da Totti a Del Piero.

Storie d'integrazione
Per i cinefili più attenti da non perdere è il vincitore morale dell'ultima Mostra del cinema di Venezia, Cous cous di Abdel Kechiche. Il regista dell'altrettanto garbato La schivata regala una storia semplice sulla volontà umana e la capacità di ricominciare nel contesto della comunità arabo-francese di Marsiglia: la capacità del regista di raccontare la coralità delle dinamiche familiari con realismo ma senza pietismo è unica e riesce a restituire il dramma di un uomo qualunque (forse con poche qualità ma con una ferma volontà) non senza toni ironici e leggeri.
L'ultima uscita della settimana racconta ancora una volta l'integrazione, ma lo fa attraverso una commedia ambientata in Italia, nella capitale: Bianco e nero, il nuovo film di Cristina Comencini, è infatti la storia di un amore (fedifrago) tra un uomo italiano (Fabio Volo) e una donna senegalese (Aïssa Maïga). Oltre a Volo, un altro volto di provenienza televisiva è quello di Ambra Angiolini, nel ruolo della moglie impegnata nel sociale. Ma anche Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli e Katia Ricciarelli nel cast di questa commedia che tenta – forse con troppo buonismo e con esito meno fortunato rispetto al film di Kechiche - di affrontare temi drammatici con grazia e umorismo.

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