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Film nelle sale: USA ieri, oggi e domani

Fra la larga maggioranza di pellicole statunitensi si fa largo un piccolo e coraggioso racconto di emancipazione libanese.
di Edoardo Becattini

Rivisitando la storia americana

venerdì 21 dicembre 2007 - Rubriche

Rivisitando la storia americana
Gli ultimi fuochi che chiudono l'annata e ci rimandano alla distribuzione dell'anno nuovo emanano, per grossa parte, le luci magniloquenti e spettacolari dei kolossal americani. Buona metà di essi rileggono, ognuno a proprio modo, la storia americana dall'epopea del West all'era Bush Jr. Da una delle pagine più famose della mitologia statunitense prende infatti avvio L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. Nel lunghissimo titolo sta più o meno racchiuso l'intero racconto dei 160 minuti del film, incluso un prologo e un breve epilogo utile a caratterizzare efficacemente soprattutto il personaggio dell'assassino Robert Ford, emblema dell'uomo vile nella cultura americana. Il film è stato presentato all'ultima Mostra di Venezia, dove, a dispetto di critiche non unanimemente entusiaste, è stato plaudito come western nostalgico e ha fatto guadagnare al suo protagonista Brad Pitt la Coppa Volpi per la migliore interpretazione.
Rivisitazione non nostalgica della storia americana, bensì con la funzione di pretesto per un animato intrattenimento, è quella fornita da Il mistero delle pagine perdute. Se già nel suo capostipite, Il mistero dei Templari, l'intero motore narrativo del film partiva dall'idea che la Dichiarazione di Indipendenza Americana fosse la mappa di un tesoro nazionale, in questo sequel il protagonista Nicolas Cage deve scoprire se un suo antenato sia stato realmente coinvolto nell'assassinio di Abraham Lincoln nel lontano 1865. Per farlo non esiterà a penetrare a Buckingham Palace, nella Casa Bianca e perfino a rapire il Presidente degli Stati Uniti.

Quando le api parlano e l'amore è malattia
L'immancabile film di animazione delle feste (se si considera che il recente Come d'incanto è più film vero e proprio che cartone animato) viene quest'anno garantito dalla Dreamworks con una divertente storia sul mondo delle api. A circa dieci anni di distanza dall'operazione che incrociava Woody Allen con un altro laborioso mondo degli insetti in Z la formica, anche in questo caso è stato un altro comico newyorkese ed ebraico ad aver dato mano e voce per la stesura e l'interpretazione di Bee Movie, ovvero Jerry Seinfeld. Nella versione originale è lui che vi interpreta la parte di Barry B. Benson, ape operaia neo-laureata dall'attitudine arguta e ambiziosa, tanto da mettere in piedi una causa contro gli umani che rubano il frutto del suo lavoro, il miele.
L'uscita meno "prepotentemente" americana (grazie a un cast noto ma internazionale) fra i vari kolossal che imperano nella settimana è senza dubbio la riduzione cinematografica del grande romanzo scritto da Gabriel García Márquez, ovvero L'amore ai tempi del colera. La vicenda, ambientata in una città di porto del Mar dei Carabi a cavallo fra Ottocento e Novecento, racconta lo struggente triangolo amoroso fra il fisico raziocinante Juvenal Urbino (Benjamin Bratt), la moglie devota ma di aperta mentalità Fermina Daza (Giovanna Mezzogiorno) e il letterato e grafomane Florentino Ariza (Javier Bardem), consumato da fantasie romantiche per Fermina che lo tormenteranno lungo tutta la vita. A dirigere l'intera operazione l'eclettico inglese Mike Newell, capace nella carriera di spaziare dalla commedia sofisticata di Quattro matrimoni e un funerale alla grande produzione fantasy di Harry Potter e il calice di fuoco.

I belli di Hollywood e le belle di Beirut
Nell'ottica delle numerose recenti pellicole votate a una posizione pro o contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Medio Oriente, si segnala la prova di uno dei più famosi attori dichiaratamente "liberal" della Hollywood non proprio attuale quale Robert Redford. In Leoni per agnelli il celeberrimo divo californiano è sia regista che principale interprete di un film che, avvalorandosi della collaborazione degli altrettanti famosi colleghi Meryl Streep e Tom Cruise, tenta di raccontare e tracciare gli ideali e le ragioni che sottostanno alla scelta di quei ragazzi che sono finora partiti volontari per la guerra in Afghanistan, così come gli interessi che stanno alla base di tale partecipazione da parte della classe politica o del giornalismo più asservito al potere mediatico.
Unico ritratto della settimana completamente estraneo a qualsiasi estetica o ideologia di impronta americana è il libanese Caramel. Film atipico non tanto perché inserito in un panorama dalla prospettiva rigorosamente occidentale, ma anche perché ideato e realizzato esclusivamente attorno a figure e psicologie femminili in un contesto generalmente poco incline all'emancipazione. La regista Nadine Labaki ha infatti a suo modo cercato di raccontare la maturità, l'autonomia, e pure le relative aspirazioni, da parte di un microcosmo piuttosto vario che ruota attorno ad un istituto di bellezza a Beirut, in quel particolare momento in cui la popolazione viveva la breve tregua che è intercorsa fra la guerra con Israele e la recente nuova corruzione del costume fondamentalista.

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