Advertisement
La bussola d'oro, un universo fantasy moderno

Un film che dimostra l'esistenza di una corrente fantasy moderna attaccata alle radici del genere.
di Gabriele Niola

Da Harry Potter al Signore degli anelli, La bussola d'oro fa tesoro dell'esperienza degli altri film fantasy

mercoledì 12 dicembre 2007 - Making Of

Da Harry Potter al Signore degli anelli, La bussola d'oro fa tesoro dell'esperienza degli altri film fantasy
Dopo Il signore degli anelli, dopo Harry Potter e dopo Le cronache di Narnia arriva sui nostri schermi anche La bussola d'oro, adattamento cinematografico della prima parte di una trilogia di libri fantasy edita a partire dal 1996. Fantasy moderno dunque che sullo schermo diventa un'opera che guarda molto ai suoi illustri colleghi precedentemente adattati.
In La bussola d'oro è ritratto un universo moderno (e non medievale come spesso capita nel fantasy) contaminato dalla magia in molti suoi aspetti, confermando (per antitesi) come la tecnologia sia la magia del nostro mondo. Le scelte che Chris Weitz fa per metterlo in scena sono molto debitrici al modo in cui viene mostrato al cinema il mondo magico di Harry Potter. Oltre a questo la storia è incentrata su un oggetto magico, in grado di muovere gli eventi con la sua sola esistenza, la cui storia (al pari della storia delle origini e delle regole del mondo) è mostrata a inizio film in un prologo molto simile a quelli utilizzati da Peter Jackson per introdurre gli spettatori alla Terra Di Mezzo e all'Unico Anello. Infine tutti i personaggi di La bussola d'oro hanno un animale accanto a sè, la personificazione della propria anima, animali parlanti e interagenti con gli umani in un modo non troppo diverso da quello usato per Le cronache di Narnia.
Nonostante l'unione di più stili diversi e di esperienze passate, La Bussola d'oro trova una sua indipendenza, un suo modo proprio di unire tutte le istanze e i topoi di altre saghe per crearne una (cinematograficamente) nuova, puntando soprattutto sul rapporto empatico che ogni personaggio crea con il suo daimon (la personificazione animale dell'anima), vera novità e fonte inesauribile di stratagemmi narrativi oltre che di situazioni emotive.

Ogni personaggio un daimon, ogni daimon un carattere diverso
Nonostante Chris Weitz abbia guardato a quanto è stato fatto negli ultimi anni nel mondo del cinema fantasy, non si può dire che non abbia profuso impegno nella realizzazione del suo film. La bussola d'oro contiene una quantità di effetti speciali (tutti assolutamente necessari) paragonabile unicamente alla nuova trilogia di Guerre Stellari.
È infatti il mondo dei libri di Philip Pullman a essere particolarmente denso di elementi che necessitano una creazione e gestione al computer. Solo i tanti daimon (uno per personaggio) che popolano il film sono uno sforzo incredibile, poichè oltre a dover esprimere ognuno una personalità diversa devono anche essere sempre presenti in ogni inquadratura.
Lo stesso Chris Weitz fuga ogni dubbio sull'eventuale possibilità di fare il film con animali reali: "Le sequenze con tanti umani e daimon presenti non sarebbero mai state possibili con degli animali veri, perchè i daimon non si comportano come animali domestici, ma sono una parte integrante degli esseri umani che accompagnano". Per semplificazione dunque, unicamente i daimon con forma di cane sono interpretati da veri animali.
Ogni daimon ha una personalità che deve riflettere quella del personaggio e la sua "recitazione" non deve discostarsi da quella dell'attore. Oltre a questo bisognava provvedere in ogni momento ad aver sul set un surrogato delle bestie, un feticcio che ne facesse le veci per poter avere punti di riferimento per la recitazione.
Tale e tanto è stato lo sforzo necessario che sono stati due gli studi di effetti speciali incaricati di questo problema, Rhythm & Hues per le inquadrature ravvicinate e Cinesite per tutti i daimon non parlanti che stanno sullo sfondo (almeno 15 animali).

Bussole, armature e palloni volanti
Altro elemento che avrebbe avuto il compito di portare avanti la verosimiglianza della saga e di donare una certa indipendenza al film rispetto alle altre pellicole fantasy è il mondo e gli oggetti che vengono dalla fantasia di Philip Pullman.
In questo caso il referente più diretto è l'universo che J.K. Rowling ha partorito per Harry Potter, un mondo moderno ma con oggetti a noi sconosciuti che con la magia ottengono i risultati che noi otteniamo con la tecnologia.
Molti di questi oggetti sono stati realizzati interamente al computer (è il caso dei palloni aerostatici e delle navi volanti) mentre per il resto, per distanziarsi il più possibile dalla resa filmica dei Il signore degli anelli, dopo i film del maghetto, Weitz ha affidato la gestione del problema a Dennis Gassner, lo scenografo premio Oscar, il quale ha partorito un metodo dispendioso ma efficace. Gli oggetti venivano partoriti e progettati al computer e poi realizzati con un macchinario in grado di trasformare un progetto digitale in un vero modellino di resina. Questo modellino veniva poi dipinto, intagliato e perfezionato. Così è stata creata la bussola d'oro che dà il nome al film (anche se le sue parti interne e i disegni hanno ricevuto un trattamento più accurato).
A questo punto l'oggetto, se necessario, poteva essere utilizzato come surrogato di daimon, come oggetto reale, o come referente da scansionare nuovamente al computer per prendere le misure di altri oggetti ancora. Quest'ultimo è stato il caso delle armature degli orsi. Infatti è stato creato un modello a dimensione reale degli orsi stessi, poi è stato scansionato e su di esso sono stati progettati i pezzi dell'armatura.

Rifare il Circolo Polare Artico in studio
Benchè il film sia molto incentrato su una Londra fittizia, una gran parte è ambientata nell'Artico, in una zona impervia che deve imprimersi nella memoria dello spettatore come il luogo dell'epica (contrapposto alla città che è il luogo della strategia). L'artico, gli orsi e la battaglia tra i due contendenti al trono dunque è stata una grossa parte dello sforzo produttivo.
Per ricreare al meglio in studio (grazie al green screen) le lunghe sequenze che si svolgono all'Artico, in barba a tutte le consolidate tecniche di produzione digitale che si effettuano davanti a uno schermo, lo studio di effetti speciali incaricato si è recato in loco, nel Circolo Polare Artico e in Norvegia per filmare e fotografare i luoghi in questione. Alla fine era in possesso di ore di materiale sul ghiaccio, utilizzate per creare i modelli 3D e le texture (ovvero il disegno della superficie).
A questo punto le immagini sono state integrate con l'animazione di Iorek Byrnison, l'orso bianco amico della protagonista Lyra, la creazione del quale ha comportato l'unione e la fusione di tecniche diverse messe a punto per scopi diversi e per altri film. Per esempio la cavalcata a bordo di Iorek è stata molto complessa e per realizzarla è stato necessario appoggiarsi a quanto già fatto per Harry Potter e il prigioniero di Azkaban nella sequenza del volo.
Altro problema molto grosso è stato animare la lotta tra orsi, dove ogni elemento, dai protagonisti dello scontro ai comprimari sullo sfondo, allo sfondo in sè, era creato al computer, una sequenza interamente digitale come si trattasse di un film in 3D fotorealistico stile Beowulf, fatto però da parte di uno studio non tecnologicamente attrezzato per simili prove.
Dalle espressioni alla resa della potenza e del contatto fisico, fino all'annoso problema del pelo animale, la scena ora costituisce un punto di riferimento nel settore.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati