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Film nelle sale: l'impegno e il disimpegno

Gli effetti del conflitto mediorientale e la magia delle fiabe nei nuovi film in uscita al cinema.
di Edoardo Becattini

La sporca guerra

venerdì 30 novembre 2007 - Rubriche

La sporca guerra
Mai dai tempi della guerra del Vietnam si era vista tanta mobilitazione politica da parte del cinema nei confronti dei conflitti che coinvolgono direttamente gli Stati Uniti e le sue forze militari. Le sempre più tragiche conseguenze delle attuali guerre in Afghanistan e Iraq sembrano essere una prolifica fonte di ispirazione per un gran numero di pellicole americane, con intenzionalità votate sia alla denuncia che ad una implicita propaganda. Due fra i più recenti film che si inseriscono all'interno di questa tendenza arrivano oggi nelle nostre sale. The Kingdom è un prodotto improntato all'azione: il racconto delle indagini di un gruppo di agenti FBI incaricati dal governo di far luce su un attacco terroristico che ha colpito una residenza americana nel cuore dell'Arabia Saudita. La squadra anti-crimine (che vede al proprio interno Jamie Foxx e Chris Cooper, entrambi già curiosamente coinvolti nel conflitto mediorientale in Jarhead) ha solo cinque giorni di tempo per portare a termine la sua missione, limite che rende più cinetiche e movimentate le indagini e il ritmo del film.
Nella valle di Elah è invece una pellicola che si concentra maggiormente sulle conseguenze della guerra, gli effetti fisici e psicologici che questa può causare. Tommy Lee Jones è un convinto militarista in pensione che indaga sulla scomparsa del figlio, anche egli marine, appena rientrato da una missione in Iraq; Charlize Theron è un detective della polizia che lo aiuta nelle ricerche. Dopo il trionfo ottenuto con Crash – Contatto fisico, il regista e sceneggiatore Paul Haggis dimostra di aver appreso dalla collaborazione con Clint Eastwood quello sguardo lucido e sapientemente lirico con cui poter lanciare un grido d'allarme che tocchi il cuore dell'America contemporanea.

Le prime commedie delle feste
Per quanto non sia senza ombra di dubbio una versione moderna di Mary Poppins, i due coniugi Shari Springer Berman e Robert Pulcini (registi del brillante e colpevolmente ancora inedito in Italia American Splendor) non potevano resistere alla tentazione di omaggiare il capolavoro disneyano. Nel loro Il diario di una tata, Scarlett Johansson è infatti una neo-laureata di provincia costretta a improvvisarsi baby-sitter per una ricca famiglia newyorkese che, a causa della sua goffaggine e inesperienza coi bambini, è ossessionata dal culto della bambinaia perfetta e sogna di volare fra i grattacieli di Manhattan con il suo ombrello rosso. Da questa esperienza la giovane protagonista trarrà importanti considerazioni sociali sull'alta borghesia cittadina, oltre ad alcune conseguenze di carattere sentimentale.
Sempre ambientato nella cornice sfavillante di New York è La musica nel cuore – August Rush, dove la Grande Mela è l'inesauribile fonte di sensazioni sonore per un ragazzino orfano dotato di uno straordinario orecchio musicale. Il giovane sfrutterà le sue doti come musicante di strada e nel suo girovagare porterà avanti la ricerca dei suoi genitori.
Altra fiaba di produzione americana, anche se più prettamente comica piuttosto che improntata al sentimentalismo, è la commedia natalizia Fred Claus – Un fratello sotto l'albero in cui si viene a conoscenza del fatto che Babbo Natale è parte di una famiglia allargata al cui interno non tutti sono santi. Il fratello di Santa Claus, difatti, Fred Claus, è uomo mediocre e poco educato, il cui spirito sfrenato è agli antipodi della placidità del fratello. Quando viene costretto dal buon cuore della famiglia, perché arrestato in seguito a una aggressione, a svolgere il lavoro di un elfo nella fabbrica di giocattoli natalizi, la stessa presenza delle imminenti festività risulterà compromessa.

Fate e cialtroni dell'Italia nostra
Che si sia o meno appassionati del genere fantasy o di animazione, bisogna riconoscere che Winx Club, da quando ha fatto la sua apparizione nel gennaio 2004, è diventato col tempo un notevole fenomeno per il pubblico giovanile. Il che acquista un valore aggiunto quando si scopre che si tratta di un cartone di produzione italiana realizzato dalla Rainbow Spa di Loreto. Prevedibile quindi, visto anche il successo riscontrato fuori dai confini italiani, che il suo creatore Iginio Straffi arrivasse prima o poi alla realizzazione del lungometraggio pensato per la sala. Così, dopo una veloce presentazione alla Festa del Cinema di Roma lo scorso mese, approda al cinema la versione completa di Winx il film – Il segreto del regno perduto, in cui si riveleranno importanti dettagli sul passato delle sei fatine mentre loro saranno impegnate ad affrontare l'essenza stessa della malvagità.
Passato proprio in questi giorni al Torino Film Festival, l'opera prima di Fabrizio Bentivoglio, Lascia perdere, Johnny!, è stata salutata calorosamente da pubblico e critica che hanno amato questa storia di musicanti cialtroni ambientata nell'Italia degli anni Settanta fra frequentatori da balera e giovani ingenui e pieni di ambizioni di successo. I nomi degli attori che partecipano al film investono quest'opera di un interesse ulteriore: oltre allo stesso Bentivoglio, figurano Toni Servillo, il fratello Peppe Servillo (cantante degli Avion Travel), Valeria Golino ed Ernesto Mahieux. In chiusura di questa "finestra italiana" di nuove uscite, è da segnalare la limitata ma importante programmazione di un film girato in digitale con bassissimi costi di produzione da un giovane filmmaker di Pescara. Una vita migliore è un giallo esistenzialista girato a Roma in bianco e nero, in cui le citazioni cinefile che vanno dal noir classico a La conversazione di Coppola ci parlano anche dell'attuale società dello spettacolo.

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