Pirati e magie
Il mese si chiude alla grande con due blockbuster che hanno dominato la stagione appena trascorsa. Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo completa (anche se gli ingredienti per un quarto capitolo ci sarebbero tutti...) la trilogia della saga piratesca contrassegnata dall'istrionismo autoironico di Johnny Depp e dal fascino sbarazzino di Keira Knightley. Disperso alla fine di La maledizione del forziere fantasma, il Jack Sparrow di Depp si moltiplica per cento stile Matrix e deve essere liberato dalla Knightley e Orlando Bloom per contrastare lo strapotere delle flotte della Compagnia delle Indie: arrembaggi scatenati e scenografiche tempeste non compensano durata eccessiva, vuoti di sceneggiatura e ritmo latitante. Ma i cinque minuti con Keith Richards, padre di Sparrow, non dovete perderli.
Quanto a Harry Potter e l'Ordine della Fenice, quinto e non ultimo episodio delle avventure dell'occhialuto maghetto ormai adolescente, il suo intreccio complesso e la sua aura dark non deluderanno i fan accaniti, ma rischieranno di confondere i non iniziati. Il sempre più tormentato Harry deve reclutare alleati per affrontare Voldemort. Ma la sfida più importante è l'ingresso nella vita adulta, scandito dai primi turbamenti amorosi e da mature prove di amicizia.

Misteri e tensioni
Ancora misteri e ancora cupezza in Number 23, thriller-rompicapo di Joel Schumacher con un bravo Jim Carrey. L'atmosfera angosciosa confezionata abilmente nella prima parte naufraga in un'overdose di colpi di scena che traghettano verso un finale stoltamente moralista. Ma Carrey, che passa con naturalezza dal candore allo stupore all'allucinazione, ne esce a testa alta.
Dal thriller claustrofobico allo splatter più spinto in Hostel - Part II: tre sciocche studentesse americane a Roma si lasciano tentare dalla vacanza all'Est in una misteriosa beauty farm slovacca, e mal gliene incoglierà. Torture e sangue sulla falsariga del primo capitolo, ma l'ideologia si fa più rozza e le poche idee vengono riciclate. Spaesato cameo per Edwige Fenech, icona cinefila dei giovanili turbamenti del produttore Tarantino.
Da assassini da macelleria a sofisticati serial killer con la passione per l'astrologia e l'enigmistica, come quello ispiratore di Zodiac, che tenne in scacco la baia di San Francisco negli anni Settanta e non fu mai trovato. David Fincher, marchiato a vita da Seven e quindi a suo agio con le ossessioni, trascura l'intreccio per focalizzarsi sulle derive private dei protagonisti, letteralmente fagocitati e annientati dalle indagini. Cast virile in stato di grazia, da Robert Downey jr. a Mark Ruffalo a Jake Gyllenhaal.