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Film nelle sale: il prestigio di Roma

Da oggi nelle sale ampio spazio alla sezione Première della festa romana e a due anomali blockbuster.
di Edoardo Becattini

Ritorno alla giovinezza per Coppola e Cate Blanchett

venerdì 26 ottobre 2007 - Rubriche

Ritorno alla giovinezza per Coppola e Cate Blanchett
Sulle novità cinematografiche di questa settimana aleggia imperante l'ombra della kermesse capitolina. Infatti, ben quattro delle sei nuove pellicole da oggi in sala possono vantare il recente passaggio attraverso il red carpet dell'Auditorium romano e, per quanto possa risultare strano, il ruolo di outsider spetta ai fratelli Vanzina e a Bruce Willis. Ad aprire la danze della sezione più glamour della Festa è stato proprio una settimana fa il kolossal storico-biografico Elizabeth - The Golden Age. Il regista indiano Shekhar Kapur, dopo il grande successo riscontrato con il primo Elizabeth del 1998 (nomination Oscar come miglior film e miglior attrice), ha deciso di rioffrire a Cate Blanchett i sontuosi costumi e le regali acconciature del ruolo che per primo la lanciò e ne evidenziò il talento. Affiancandole Clive Owen e Geoffrey Rush (già presente nel primo capitolo), il film stavolta si sofferma a raccontare i grandi trionfi bellici e le congiure di palazzo che contraddistinsero l'età d'oro della Regina Vergine. Altro graditissimo ritorno per gli schermi di un festival è stato quello di Francis Ford Coppola che, dopo un decennio sabbatico di promozioni familiari e collaterali produzioni cinematografiche e vinicole, è tornato alla regia per raccontare una profonda riflessione sulla vita e il senso del tempo. Tratto da un racconto che è più un saggio sulla memoria e l'eternità scritto dall'intellettuale rumeno Mircea Eliade, Un'altra giovinezza narra con un linguaggio insolito e sorprendente per un veterano come Coppola la straordinaria esistenza dell'anziano professore Dominic Matei (Tim Roth) che, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, viene colpito da un fulmine e riscopre una giovinezza fisica e mentale che gli permette di approfondire la ricerca della sua vita, lo studio dell'origine del linguaggio umano, e riscoprire il senso perduto dell'amore.

Letteratura e realtà dal nostro paese
Altro film di ispirazione letteraria è Seta che il canadese François Girard ha tratto dal famoso romanzo breve di Alessandro Baricco. La storia di Hervé Joncour - giovane legionario francese che per sfuggire alle guerre di Napoleone III intraprende l'attività di commerciante di bachi da seta e sviluppa l'ossessione per una donna misteriosa incontrata durante un viaggio in Estremo Oriente – ha visto numerosi tentativi di trasposizione cinematografica. Solo con la devozione del produttore Domenico Procacci e la cura che Girard ha messo nell'elaborare la sceneggiatura, si è riusciti a completare la complessa operazione (approvata dallo stesso Baricco), grazie anche alla partecipazione di importanti attori come Michael Pitt (The Dreamers; Last Days), Alfred Molina (Chocolat; Spider-Man 2) e della giovane superstar Keira Knightley. Non potrebbe essere più attuale invece la situazione descritta da Silvio Soldini nel suo Giorni e nuvole. Dopo la parentesi più frivola e surreale di Agata e la tempesta, il regista milanese torna al realismo del quotidiano e affronta la storia di una borghese famiglia genovese in cui agiatezza e serenità vengono minati dall'improvviso licenziamento del padre Michele (Antonio Albanese). La fino ad allora sconosciuta condizione di precariato e ristrettezza economica frantumerà gli equilibri dei rapporti con la moglie Elsa (Margherita Buy) e la figlia Alice (Alba Rohrwacher). Il film è stato accolto molto positivamente dal pubblico e dalla stampa a Roma, dove si era arrivati addirittura a dire che sono stati proprio i film italiani a salvare la qualità della Festa.

Robusti outsider
Le uniche due uscite delle settimana che non hanno avuto anteprima festivaliera sono comunque due massicce produzioni di stampo americano e nostrano. Uscito con diverso ritardo in Italia rispetto alla sua anteprima USA, il quarto film della serie Die Hard, Die Hard – Vivere o morire, approda finalmente anche in Italia. A distanza di dodici anni dal precedente episodio, il detective John McClane è un po' invecchiato, ha un figlia ormai matura e i suoi nemici si sono evoluti da semplici terroristi a terroristi informatici. Quel che non cambia sono i suoi metodi rozzi ma efficaci e la credibilità delle situazioni in cui si trova coinvolto, a beneficio della spettacolarità e del cinico umorismo del personaggio di Bruce Willis. A metà strada tra la fantapolitica di 1997 – Fuga da New York di Carpenter e il revisionismo storico in chiave umoristica de L'armata Brancaleone di Monicelli, l'ultimo film di Carlo Vanzina schiera un reggimento di attori comici e non solo per raccontare il futuro pessimo dell'Italia nostra in 2061 – Un anno eccezionale. Diego Abatantuono è il condottiero garibaldino carismatico e cialtrone di una schiera di anime malmesse lanciata a riunificare un'Italia dissipata e frantumata in seguito a una crisi post-atomica.

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