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Soundtrack: settembre sul pianeta del terrore

Tra 28 settimane dopo e Planet Terror, la musica scorre sul filo dell'horror.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Planet Terror Vs 28 settimane dopo

venerdì 28 settembre 2007 - Rubriche

Planet Terror Vs 28 settimane dopo
È Robert Rodriguez in persona a cucire il tappeto sonoro del suo ultimo, eccitantissimo horror targato Grindhouse. Le ventidue tracce di Planet Terror sono ad alto contenuto adrenalinico, servono alla perfezione la trama del film e conducono lo spettatore in un viaggio garage rock/elettronico attraverso corpi massacrati dagli zombie o amputati da medici senza pietà e carni lasciate macerate o cotte a 220°. Dall'altra parte del pianeta, in Inghilterra, altri zombie stanno seminando terrore nel sequel di 28 giorni dopo. Sebbene sia diretto da un nuovo regista (Danny Boyle lascia la cinepresa al collega Juan Carlos Fresnadillo), 28 settimane dopo ritrova il polistrumentista inglese John Murphy alla composizione della tiratissima colonna sonora scaricabile da iTunes.

Opera e musical
La cucina della chef di Catherine Zeta-Jones è un luogo dove vige il silenzio più religioso, finché non viene stravolto dall'aiuto cuoco Nick Palmer, che lo riempie di opera e allegria. La colonna sonora di Sapori e dissapori porta al film di Scott Hicks pathos, creando un'alchimia perfetta non solo tra suono e immagine ma anche tra i due protagonisti. E mentre nel cuore di New York - dove è ambientato il remake di Ricette d'amore - si celebra la canzone di Pavarotti, a Baltimora è di scena il musical tutta ciccia e simpatia di Adam Shankman, che offre diciannove tracce di buon umore interpretate dagli stessi attori di Hairspray: Michelle Pfeiffer, John Travolta, Christopher Walken, Queen Latifah.

Adolescenti in fermento ormonale e legionari
Il soundtrack di SuxBad è un ottimo esempio di come sia possibile musicare una commedia "demenziale" con classe, senza dover ricorrere a tormentoni radiofonici commerciali. Al pop rock ribelle sventolato dalla trilogia di American Pie il film di Greg Mottola risponde a colpi di funk, rap e samba con un piglio ironico decisamente in linea con la trama. Di tutt'altra stoffa è lo score composto da Patrick Doyle per L'ultima legione che offre un magnifico commento sonoro al film di Doug Lefler.

Vendette e imprese (da Dio)
Ogni singola traccia della colonna sonora de Il buio nell'anima segue fedelmente il susseguirsi degli eventi del film e rende l'esperienza visiva ancora più profonda, toccante, scioccante. Dario Marianelli, che aveva già saputo ridisegnare musicalmente il profilo di una città nefasta e la sete di rivalsa degli oppressi (V per vendetta), consegna a Neil Jordan una colonna sonora straordinaria, mostrando i due lati dell'essere umano - il bene e il male - e quella sottile linea che li divide. John Debney, invece, riesce a rendere la commedia di Tom Shadyac Un'impresa da Dio interessante, almeno dal punto di vista musicale, componendo uno score solenne, biblico, avvincente.

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