Gran Bretagna regina del weekend; gli Usa rispondono con SuxBad, l'Italia con Piano, solo e Scrivilo sui muri.
di Piervittorio Vitori
Una risata li seppellirà
Chi di spada ferisce, di spada perisce. Il vecchio adagio andrebbe aggiornato alla moderna tecnologia bellica, ma non c'è dubbio che si adatti bene alla vicenda di cui sono protagonisti i rappresentanti della Palisade, importante azienda produttrice d'armi. Un weekend di lavoro in una villa sulle montagne ungheresi si trasforma infatti in un incubo quando i sette finiscono nel mirino di un gruppo di assassini psicopatici. In Severance – Tagli al personale, il regista Christopher Smith non si limita ad aggiornare la formula canonica di Venerdì 13 e a costruire quindi l'ennesima baracconata gore, ma vi innesta elementi di humour nero (giocando sul contrappasso subito dalle vittime a causa della loro attività) e una riflessione politica non scontata. Il risultato è un film che si solleva dalla media dei prodotti analoghi e uno dei pochi, all'interno del suo genere, che riesce a far interessare davvero lo spettatore alla sorte dei personaggi, per una volta non teenagers decerebrati.
La morte fornisce spunti per la risata anche nel secondo film inglese in uscita, come già il titolo, Funeral Party, suggerisce. Il veterano Frank Oz (La piccola bottega degli orrori, In & Out) e lo sceneggiatore Dean Craig non si fanno scrupoli nel suscitare il comico a partire dal tema in teoria meno appropriato, mettendo in scena una farsa che prende l'avvio quando al funerale del patriarca di una bizzarra famiglia arriva... il cadavere sbagliato! Tra i pregi della scatenata pellicola, quello di evitare la strada di una comicità grossolana e volgare privilegiando, viceversa, un umorismo tipicamente british in cui la critica ha voluto vedere echi di quello dei Monty Python e di Peter Sellers. Decisivo l'apporto del cast, anch'esso per lo più britannico, in cui si distinguono il Matthew MacFadyen di Orgoglio e pregiudizio e un habitué dei film in costume come Rupert Graves.
La strada verso l'Espiazione e quella verso la maturità
A proposito di Orgoglio e pregiudizio, riecco l'interprete femminile, Keira Knightley. La 22enne star si affida nuovamente a Joe Wright per un altro adattamento letterario: questa volta – e in attesa del Seta tratto da Baricco - si parla di Espiazione, come da omonimo bestseller di Ian McEwan. La bellissima Keira è Cecilia, una ragazza il cui amore con il figlio della governante viene sconvolto da una falsa accusa lanciata dalla sorella minore. Siamo alla vigilia della II Guerra Mondiale e la tragedia del conflitto porterà all'estremo i drammi personali innescati dalla colpa di Briony, destinata a trovare la sua espiazione solo molti anni dopo. Se c'è chi aveva storto il naso davanti alla precedente collaborazione Wright – Knightley, questa volta l'accoglienza è stata decisamente migliore: la critica d'oltreoceano è compatta nelle lodi al film e, almeno per il cast (in cui vanno citate anche Vanessa Redgrave, Brenda Blethyn e Romola Garai) e il direttore della fotografia Seamus McGarvey, sembra tirare già aria di Oscar.
Pollice alzato da parte dei recensori anche per l'unico film statunitense del weekend. A SuxBad – Tre menti sopra il pelo il sottotitolo italiano non rende un buon servizio, né l'essere "fratellastro" di American Pie e "nipote" de La rivincita dei Nerds è forse il miglior biglietto da visita. Il film, però, non è una mera commedia adolescenzial-scatologica: raccontando il salto di due nerds dall'high-school al college, il trio Apatow – Rogen – Mottola (produttore, sceneggiatore, regista) coglie il bersaglio riuscendo nella descrizione, dietro la patina demenziale e le risate, dei teenager e delle loro ansie nel momento in cui sono chiamati ad affrontare il passaggio alla maturità.
L'Italia tra pianoforti e graffiti
Spazio anche per la produzione nostrana, che in questo weekend sforna due titoli: Piano, solo di Riccardo Milani e Scrivilo sui muri di Giancarlo Scarchilli. Storia del talento e del dramma di Luca Flores, dotatissimo pianista jazz che collaborò con i più importanti nomi della scena internazionale prima di cedere allo squilibrio mentale, il film di Milani prende spunto dal libro Il disco del mondo – vita breve di Luca Flores, musicista di Walter Veltroni. E se da un lato la pellicola non si allontana troppo dalla struttura canonica del biopic, dall'altro il regista ha il merito di concentrarsi più sulla psicologia di Flores che semplicemente sugli eventi che ne segnarono la traiettoria: emerge così in maniera convincente, e senza facili concessioni alla lacrima, il ritratto di un uomo che cercava nell'arte un rifugio alle sue insicurezze. Bravo, in questo senso, Kim Rossi Stuart, ma non gli è da meno Paola Cortellesi nel ruolo della sorella di Luca.
Dall'attenzione a un artista fin qui poco noto a quella per il mondo di coloro che, agli occhi di molti giovani, rappresentano gli alfieri di una tra le più vive forme d'espressione contemporanee. Alla sua opera terza, Scarchilli punta lo sguardo sul graffitismo urbano, facendo di un gruppo di writers gli eroi di una commedia adolescenziale dall'originale declinazione. Il cast, in cui l'emergente Cristiana Capotondi e la cantante Dolcenera si affiancano a volti di provenienza televisiva, promette di essere garanzia di successo presso il pubblico dei teenagers.