L'amore per il cinema e il desiderio di continuare a lottare nel nuovo film di Chahine.
di Pierpaolo Simone
L'inconro
Presentato questa mattina l'ultimo film in concorso Le Chaos, diretto dalla coppia egiziano Youssef Chahine e Kalhed Youssef, presenti stamattina in laguna per presentare alla stampa – con il cast al gran completo – la loro pellicola. L'ottantunenne regista, già presente a Venezia qualche anno fa con il film collettivo sull'undici settembre, torna per raccontare un triangolo amoroso ambientato in una città – Il Cairo – dove l'umanità delle vite che la popolano lascia a desiderare, una "democrazia" che va perdendo pian piano l'amore e il rispetto verso il prossimo, esortando spesso i giovani – nel corso del suo intervento – a continuare a lottare. Accompagnato e sostenuto dalla traduttrice, Chahine scherza sul suo amore per il cinema italiano e dei ricordi della sua giovinezza, nonché di un singolare e interessante incontro con il maestro Rossellini.
Dal suo film sembra trasparire una dichiarazione d'amore al cinema italiano
Certo, ognuno di noi ha cercato di guardare e in qualche modo fare riferimento al vostro cinema migliore, quello degli anni '50, con maestri del calibro di Fellini e Visconti. Una volta è venuto a trovarmi un certo Rossellini (fa sinceramente fatica a ricordarne il nome, NdA) che mi insegnò a fare degli ottimi spaghetti con l'origano. Mi ricordo che era innamoratissimo di sua moglie – la svedese, la chiamava – e che ogni tanto si lasciava andare a qualche confessione non proprio lusinghiera su di lei.
Come fa, alla sua età, a mantenere ancora uno sguardo così giovane?
Beh, conosco ragazzi di vent'anni che sono già vecchi. Tutto è relativo. L'importante è mantenere la lucidità. Io per esempio insegno ancora al centro di cinematografia ed esorto sempre i miei ragazzi a lottare contro le ingiustizie. Manifesto ancora, tutt'oggi. E mi arrabbio con quelli che invece restano a casa a poltrire. Dicono che l'Egitto sia una democrazia, ma non è vero. Basti vedere le milizie che non perdono occasione di utilizzare i loro bastoni contro i manifestanti in qualunque uscita pubblica. Poi, per tornare all'età, devo dire che ieri ho incontrato de Oliveira che ha qualche anno più di me, eppure la sua forma fisica è invidiabile: mi ha stretto la mano e a momenti me la stritolava.
Che cosa rappresenta per lei il caos del titolo?
È un'idea universale di confusione. Sono i germi di una terribile malattia che sta invadendo tutto. Prendete l'esempio di un attore sconosciuto che fa un film e diventa famoso. Subito si monta la testa e diventa un divo. La bramosia del potere e del successo ci porta troppo spesso a sostituirci a dio. E questo non va bene, non può andare bene.