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Woody Allen: vi presento la mia tragedia greca

Cassandra's Dream è un film intriso di invidie, ambizioni ed eventi drammatici.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

La trama

domenica 2 settembre 2007 - News

La trama
Due fratelli, della stessa estrazione sociale, vivono le loro vite in maniera totalmente diversa. Il più giovane è un meccanico con poche ambizioni e molti debiti di gioco, il maggiore lavora nel ristorante del padre ma aspira a investire una somma di denaro in una catena di alberghi in California. Il ricco zio dei due ragazzi si offre di aiutarli in cambio di un favore che travolgerà le loro vite cambiando per sempre il loro destino. Dopo Match Point e Scoop Woody Allen torna a tingere il suo cinema di omicidio e senso di colpa in un film che sembrerebbe chiudere un'ideale trilogia. Abbiamo incontrato il regista e il cast di Cassandra's Dream.

Cosa le interessava mettere in luce con questo film?
Woody Allen: È la storia di due fratelli giovani, carini e simpatici, di buone intenzioni, che si ritrovano intrappolati in una situazione tragica che finirà per essere fatale a causa degli avvenimenti, della vita e delle loro stesse azioni. L'omicidio è uno dei punti cardine del dramma ed è un aspetto oscuro che mi è sempre interessato. È uno strumento utilizzato da registi e drammaturghi, da Shakeaspeare fino ad Arthur Miller che nel suo dramma lo ha mutuato in suicidio. Togliersi la vita è un aspetto drammatico molto interessante, attraverso il quale è possibile esplorare le debolezze dell'animo umano fino appunto al gesto estremo. Se qualcuno ha trovato nella storia delle associazioni al rapporto tra Caino e Abele è perché le letture bibliche fatte nella mia adolescenza emergono spesso nei miei film, in maniera del tutto inconsapevole.

Ultimamente ha scelto Londra come luogo dove ambientare le sue storie, come mai? E come si differenzia da New York?
Woody Allen: È una città molto seducente e le condizioni temporali sono perfette per il tipo di fotografia che mi piace. Inoltre vi si trovano degli abili professionisti in ogni reparto. Londra e New York sono due centri cosmopoliti che hanno in comune molte cose, come tutte le grandi città. Anche Parigi, dove in passato ho girato dei miei film, e Barcellona possiedono molti elementi in comune a livello di sofisticazione. In quanto al tempo in estate Londra è più bella di New York.

Ritiene che il suo cinema sia cambiato negli ultimi anni? E come si è evoluta l'idea del senso di colpa attraverso la sua filmografia.
Woody Allen: Non penso che i miei film siano mai cambiati in maniera radicale. Se l'idea che mi è venuta in mente è tragica faccio un film tragico, se è comica faccio un film comico. Ho sempre voluto essere uno scrittore di tragedie, ma il mio punto forte è stata la commedia. La vita stessa è drammatica, nonostante momenti di leggerezza, di piacere, ma questa non è di certo una novità. Quanto al senso di colpa, ho sempre lottato con esso ed è un argomento che si presta a due chiavi di lettura. Si può utilizzare l'esagerazione per esplorarlo oppure un piglio più serio. Nel mio film i due fratelli vivono il senso di colpa in maniera totalmente diversa, e questo era un altro aspetto che mi interessava approfondire.

Come si è trovato a lavorare con Woody Allen?
Ewan McGregor: Non è proprio lavorare con qualunque altro regista. Era da tempo che volevo recitare in un suo film, sapevo che bisognava dare il massimo. Nel caso di Cassandra's Dream la maggior parte delle scene sono girate in un'unica sequenza e questo dava poche possibilità di ripeterle. Con Colin ci siamo preparati a lungo, provavamo le nostre parti durante le pause, seduti al trucco. Sapevamo che tutto si sarebbe svolto molto in fretta. Woody ci ha dato una libertà incredibile, diceva che potevamo cambiare le battute, ma non lo abbiamo mai fatto perché non c'era neanche una virgola fuori posto.

Dopo tanti ruoli da duro, come si è trovato a interpretare un personaggio quasi impaurito?
Colin Farrell: È stato liberatorio. Dovevo cogliere il momento di un uomo comune, come lo sono io. Dopo tanti personaggi forti e duri, degli eroi, interpretare un ruolo così diverso è stato fantastico. Ho amato moltissimo fare questo film, sul set c'era una sensazione di grande pace. Ci siamo immersi nel nostro lavoro per la durata di sei settimane nel bel mezzo dell'estate. Eravamo un gruppo di persone che raccontavamo una storia in un periodo limitato della nostra vita. È stato come lavorare a teatro.

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