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Disturbia o la finestra sulla Teen Comedy

D.J. Caruso riprende gli elementi thriller de La finestra sul cortile e li contamina con la commedia giovanilistica.
di Gabriele Niola

Quando necessità commerciali e buona qualità vanno a braccetto

venerdì 17 agosto 2007 - Making Of

Quando necessità commerciali e buona qualità vanno a braccetto
Parte come il tipico dramma statunitense, si sviluppa come una teen comedy e utilizza lo scheletro de La finestra sul cortile. Disturbia è stato un successo assolutamente inaspettato al box office americano, in grado di lasciarsi dietro Halle Berry e Bruce Willis di Perfect Stranger, I Robinson della Disney e la coppia Will Ferrell/Jon Heder di Blades Of Glory, un successo dovuto quasi tutto all'applicazione magistrale di alcuni principi basilari del cinema.
La matrice fondamentale come si è detto è chiaramente La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, che il regista D.J. Caruso ha utilizzato come uno scheletro narrativo sul quale instaurare diverse variazioni frutto della contaminazione con la teen comedy. Non è dunque una traduzione giovanilistica del testo originale di Hitchcock ma semplicemente una storia simile che partendo dalle medesime dinamiche indaga e approfondisce altri aspetti.
Ma Disturbia è anche un film estremamente commerciale, un'operazione degna della grande industria hollywoodiana e di quel cinema capace di mescolare con sapienza esigenze di fatturazione e qualità nella direzione. Product placement, ammiccamenti sessuali, un sottotesto intrigante e protagonisti di gran moda, costituiscono solo la parte più superficiale e in evidenza di un film che senza aspirare a essere un capolavoro (e senza esserlo) riesce tuttavia a raggiungere obiettivi insperati mescolando le intuizioni più efficaci di diversi generi.

Lo scheletro narrativo: La finestra sul cortile
In principio c'era La finestra sul cortile, film per il quale la definizione seminale è perfettamente calzante. Con quest'opera Hitchcock ha infatti creato un vero e proprio archetipo narrativo destinato nei decenni a venire a vedere un corposo numero di imitazioni e variazioni sul tema (ma mai remake).
Al pari degli archetipi western, di quelli horror e di quelli delle commedie sentimentali, anche La finestra sul cortile è un testo di partenza, un canovaccio sul quale diversi registi o sceneggiatori si sono misurati, variando, mutando, allontanandosene e rimanendo fedele a seconda di quali fossero le loro particolari intenzioni.
Originariamente il film di Hitchcock non solo era una dissertazione iperbolica sul voyeurismo umano ma anche sui rapporti inconciliabili tra sessi (lui fotografo avventuriero, lei donna sofisticata di città), sulla suspense e sul montaggio. L'espediente delle diverse scene che James Stewart ha occasione di vedere con l'obiettivo della sua macchina fotografica sono per Hitchcock uno spunto per fare esperimenti di montaggio e dimostrare come diverse scene abbiano senso diversamente a seconda di cosa vi si giustappone.
Per parlare dunque di remake bisognerebbe che anche gli altri film che utilizzano la medesima trama si occupassero di indagare queste ossessioni, invece a dimostrazione di come solo lo scheletro sia l'archetipo narrativo, i film successivi che si sono basati su La finestra sul cortile (in primis Omicidio a luci rosse di Brian De Palma) hanno inseguito diverse dimensioni utilizzando il medesimo spunto di trama per parlare d'altro.
Disturbia utilizza questo schema per narrare delle agghiaccianti derive dei sobborghi residenziali americani e dare nuova linfa alla teen comedy, innestando un racconto che comincia con la perdita sofferta di un padre e prosegue attraverso la maturazione sentimentale, emotiva e affettiva di un adolescente in uno scenario paradossale e molto critico (anche se mai apertamente) della società americana.

Lo stile: la teen comedy
La teen comedy è un genere nato ed evolutosi unicamente all'interno del cinema americano (poche le teen comedy straniere e di scarso successo e interesse, in Italia ci fu Sposerò Simon Le Bon). Si tratta di film genericamente incentrati sull'universo giovanile preuniversitario, sulle dinamiche tipiche da high school e sulla redenzione degli sfigati di turno (dotati della classica seconda occasione), le teen comedy basano solitamente il loro successo sul desiderio di identificazione, sulle trovate comiche e sull'uso di attraenti protagonisti.
Due i filoni principali: le teen comedy slapstick e quelle romantiche. Le prime sono quelle che hanno poi filiato i vari American Pie, Scary Movie, Porky's ecc. ecc. Film con gag scatologiche e una forte componente sessuale, mentre le seconde hanno avuto un momento di gloria durante gli anni '80 e si nutrono delle dinamiche amorose che si scatenano tra ragazzi interessanti ma sfigati, ragazze belle e ragazzi belli e popolari. In seguito poi l'archetipo dell'amore contrastato che vince le differenze di popolarità (principale preoccupazione dei personaggi cinematografici americani tra i 12 e i 26 anni) si è fatto strada contaminando diversi generi (non ultimo quest'anno si è visto in Transformers).
Disturbia quindi applica al di fuori del perimetro scolastico (cosa già insolita) le dinamiche vincenti di riscatto sociale di un ragazzo, simpatico e interessante agli occhi di una ragazza bella e con problemi, irrimediabilmente attratta dai quaterback senza cervello. Ma lo fa in maniera intelligente, non tanto nella trama (la solita) quanto nelle dinamiche e nella definizione dei personaggi, innovando le figure archetipe classiche grazie a un'interpretazione non comune (quella di Shia LaBeouf) e a una scrittura vivace e mai banale.

Il trucco per avvincere il pubblico: la suspense
Infine Disturbia è anche un buon film di suspense, elemento che viene tenuto in sordina per gran parte della narrazione ma che esplode nel finale. Come vuole la tradizione del genere Finestra sul cortile infatti ci deve essere un doppio svelamento dell'assassino. Prima il vicino di casa spiato e sospettato di omicidio deve essere accusato e scagionato dalla polizia e poi si deve comprendere che in realtà è davvero l'assassino per come cercherà di disfarsi di chi lo ha smascherato.
Qui comincia la suspense, e D.J. Caruso dimostra non solo di conoscere bene i meccanismi attraverso i quali generarla, ma anche di saperli integrare come detto con le dinamiche da teen comedy, scivolando sempre di più verso il thriller e abbandonando progressivamente i toni da commedia. L'amico simpatico, molto sfigato ed esageratamente imbranato è il metro attraverso il quale si comprende come progressivamente vengano smessi i panni della commedia.
La discesa verso la suspense è parallela alla discesa nell'abitazione del vicino, e più i protagonisti si addentrano nell'abitazione più il film lascia i toni da commedia fino al finale in cui Caruso adotta uno stile visibilmente depalmiano senza però fare le necessarie citazioni, solo utilizzando i principi che De Palma ha preso da Hitchcock (che chiaramente ritorna) e applicandoli scolasticamente.
Il risultato alla fine è un film che per parlare dell'orrore degli apparentemente idilliaci sobborghi residenziali americani utilizza più generi diversi e più armi, riuscendo ad armonizzare tutto grazie a uno scheletro che consente molte variazioni e puntando su un protagonista ben interpretato e soprattutto molto ben scritto che porta un po' di realtà e di emozionalità in figure tradizionalmente piatte.

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