Maggio si chiude nel segno di Hollywood, tra blockbuster, scandali, scommesse perse e qualcosa da rivalutare.
Una notte al museo è un invito a nozze per un animale da commedia come Ben Stiller: disoccupato e divorziato, Ben accetta il posto di guardiano notturno al Museo di Storia Naturale di New York per non perdere la custodia congiunta del figlioletto. Un impiego tranquillo? Non proprio, visto che nottetempo le creature del museo si animano dando vita a una dimensione parallela esilarante. Un campione d'incassi che sfugge a ogni valutazione critica e si impone per la maestria degli effetti speciali e la simpatia di interpreti come Robin Williams, Owen Wilson, le vecchie glorie Mickey Rooney e Dick Van Dyke. Occhio alla scena in cui Stiller aiuta Attila a individuare la propria "ferita originaria": vi ribalterete sul divano.

I diamanti di DiCaprio
Cambio di genere e di divo con Blood Diamond (dal 6 giugno), con Leonardo DiCaprio mercenario nella Sierra Leone dilaniata dalla guerra civile. I diamanti del titolo sono quelli venduti di contrabbando per finanziare l'acquisto di armi. Nonostante il tema civile, il film arranca tra stereotipi e una durata fiume: il carisma di Leo e qualche tramonto non bastano a evocare la magia dell'avventura.

Tutti gli uomini di Sean Penn
La palma del mattatore spetta però a Sean Penn in Tutti gli uomini del re (dal 5 giugno), remake dell'omonimo film di Robert Rossen del '49. Nei panni di un politico di umili origini che si fa eleggere governatore a colpi di populismo, Penn deborda in un film già enfatico e prolisso di suo, da evitare nella versione doppiata (il protagonista ha un accento inspiegabilmente ciociaro).

L'Apocalisse di Gibson
Meno entusiasmo invece per Il prescelto e Apocalypto. Il primo, remake di un inquietante horror inglese del '73, vede un imbambolato Nicolas Cage incastrato in un assurdo villaggio matriarcale. Guerra tra i sessi, esoterismo ed erotismo sotterraneo non potrebbero essere ridicolizzati più di così. Consigliato solo alle donne appena lasciate che nutrono un odio temporaneo e sconsiderato per il sesso forte.
Quanto ad Apocalypto, lettura "alla Mel Gibson" della fine della civiltà Maya attraverso un action efferato, non lo perdano gli estimatori della Passione di Cristo, di cui riprende stile e ideologia. Più che motivate, comunque, le polemiche che hanno accompagnato l'uscita del film in sala.