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5x1: Kurt Russell, una vita da iena

Giocatore di baseball mancato, Kurt Russell ha segnato l'immaginario fantascientifico cinematografico col suo antieroe "Iena" Plissken.
di Stefano Cocci

L'attore feticcio di Carpenter se la vede con Tarantino

martedì 29 maggio 2007 - Celebrities

L'attore feticcio di Carpenter se la vede con Tarantino
In inglese il suo soprannome è Snake, serpente. Per motivi noti solo a chi ha curato il doppiaggio divenne Iena e, guardandosi indietro oggi, passato quell'iconico 1997, forse hanno avuto ragione loro. Iena Plissken è uno dei personaggi che ha lasciato un marchio indelebile nella storia del cinema. Il suo volto è quello segnato di Kurt Russell, attore feticcio di John Carpenter, che lo ha diretto nei due film da Iena (1997 - Fuga da New York e Fuga da Los Angeles), La cosa e Grosso guaio a Chinatown. Figlio di un attore che faceva parte del cast di Bonanza, oggi Russell torna al cinema nel nuovo film di Quentin Tarantino, quel progetto Grindhouse con Robert Rodriguez che, dopo il flop negli States, è stato diviso in due per lo sbarco in Europa. In Death Proof Kurt è Mike, un killer psicopatico e misogino che prende di mira alcune tra le più belle ragazze di Austin.
In attesa di Death Proof, andiamo a ritroso nella trentennale carriera di Russell, per riviverne i cinque momenti indimenticabili.

Miracle
Con il nuovo millennio Kurt Russell si è visto meno al cinema. I solchi sul suo volto sono solo attenuati dall'età e la voglia di vita di provincia con la compagna Goldie Hawn insieme ai suoi due figli ha inevitabilmente fatto sentire il suo richiamo. Così, il ritmo di lavoro si è attenuato. Tra i suoi film, questa piccola perla, che forse farà storcere il naso ai puristi della cinematografia o gli amanti del Russell più d'azione ma che invece non mancherà di emozionare gli appassionati di sport. È la storia della squadra di hockey che alle Olimpiadi invernali del 1980 fu capace di sconfiggere gli invincibili russi. Padre di quel trionfo era il coach Herb Brooks a cui Russell dona volto e carisma.

Vanilla Sky
Nel bel film di Cameron Crowe Russell fa lo psichiatra per la polizia. Il suo obiettivo è scoprire cosa si cela dietro la maschera di Cruise/Aames bello e affascinante dirigente di una casa editrice di New York, la cui vita è sconvolta da un incidente automobilistico. La sua vita spensierata e agiata si conclude in una pazza corsa in macchina. Dopo l'incidente si apre una nuova esistenza che lo porterà in carcere con l'accusa di omicidio. Ma mentre non tutto è quel che sembra in questo film che è un remake dello spagnolo Apri gli occhi, il nostro Kurt fa la sua apparizione, con la sua recitazione apparentemente senza tono ma comunque intensa e significativa. Una piccola parte che siamo destinati a ricordare.

Grosso guaio a Chinatown
Una delle tante pellicole di Russell che hanno lasciato un segno. Divenne anche un videogioco il nostro eroe, che viaggiava sul Commodore 64 (lo ricordate?) e a cui, nella metà degli anni Ottanta, nessuno voleva rinunciare. Fu il tentativo di Carpenter, dopo i successi precedenti, di inseguire l'avventura fantastica e fantascientifica che stava consegnando Spielberg alla storia del cinema. Così, i puristi si dichiararono delusi ma tanti teen ager dell'epoca furono entusiasti. Kurt è Jack Burton, un camionista alle prese con banda di cinesi cattivi. Il pregio della pellicola è l'azione ma soprattutto l'ironia e la capacità di anticipare tanto cinema sulle arti marziali dei nostri giorni. Nel 1986 era destinato a essere un blockbuster, fu un flop ma è diventato una pietra miliare.

La cosa
Uscì due settimane dopo E.T. e lo stesso giorno di Blade Runner. Con questa concorrenza sarebbe stata difficile per molti e in effetti lo fu anche per la pellicola di John Carpenter che, però, a distanza di anni, rappresenta ancora un archetipo di cinema horror-fantascientifico. Del resto, non fu un lavoro facile, in quanto La Cosa è tratto dal racconto "Who goes there?" di John W. Campbell Jr, che già aveva ispirato La cosa da un altro mondo diretto da Christian Nyby e prodotto da Howard Hawks. Carpenter ha un asso nella manica: il fido Russell, giusta commistione di spirito votato all'azione e al pensiero.

1997 - Fuga da New York
Una discesa agli inferi senza precedenti nella storia del cinema. 1997 - Fuga da New York è un incubo cinematografico: Manhattan è una gigantesca prigione a cielo aperto, infestata da personaggi disperati e ormai completamente disumanizzati. Ma nel resto del mondo non va certamente meglio. Le Superpotenze si combattono senza esclusione di colpi. L'eroe di guerra Iena Plissken è un carcerato destinato all'oblio se non fosse che l'aereo presidenziale cade proprio in quella landa desolata che è New York. La situazione richiede l'intervento di un eroe solitario che non ha paura di nulla. Quell'eroe è proprio Kurt Russell, segnato dalla vita e dalla recitazione, una cicatrice che cammina e una macchina da morte che non prova pietà e paura e non vuole discernere tra la violenza delle istituzioni e quella dei disperati. Un cult movie senza tempo solo minimamente intaccato dal sequel del 1996.

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