L'amante del cinema italiano anni '60 boccia la recente produzione nostrana.
di Chiara Renda
Da Cannes Quentin Tarantino, il fan numero 1 del cinema italiano di genere (al quale dedicò anche una retrospettiva qualche anno fa al Festival di Venezia), si esprime così a proposito della nostra produzione recente: "I nuovi film italiani sono deprimenti. Le pellicole che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato così tanto il cinema italiano degli anni '60 e' 70 e alcuni film degli anni '80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia".
Come biasimarlo, se ciò che ci rappresenta nel mondo sono soltanto i film di Muccino o le commedie generazionali alla Tre metri sopra il cielo, mentre autori innovativi e raffinati come Sorrentino e Garrone restano nelle sale – sempre che riescano a uscire – solo qualche giorno e sempre tra mille difficoltà.
Solo Moretti si salva dallo spietato giudizio di Quentin: "Moretti fa le sue cose, è uno che porta energia vitale e respiro al cinema. Ma l'Italia non è più quel che era. Potrei fare liste di nomi di registi che mi piacciono provenienti da molti Paesi, ma non dell'Italia".