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A Cannes la premiere di Control, biografia di Ian Curtis

La vita del tormentato leader dei Joy Division firmata da Anton Corbijn
di Chiara Renda

Ritratto di una gioventù "bruciata" e romantica

mercoledì 9 maggio 2007 - News

Sarà presentato in anteprima a Cannes il ritratto degli ultimi anni di vita del leader dei Joy Division Ian Curtis, morto suicida a soli ventitre anni. Attesissimo soprattutto dal pubblico dark, Control ripercorre la tormentata esistenza di una giovane meteora che ha segnato indelebilmente la storia della musica new wave, entrando nella leggenda a partire dal 18 maggio 1980, giorno in cui si tolse la vita nella cucina della sua casa di Manchester.
Dietro la macchina da presa non poteva che esserci Anton Corbijn, fotografo e affermato regista di videoclip che, insieme a Spike Jonze, Michel Gondry e Chris Cunningham, negli ultimi anni ha rinnovato il panorama dell'immagine per musica, soprattutto con i suoi video per U2 e Depeche Mode.
Dopo la presentazione del film, a Cannes si terrà un grande party che vedrà la partecipazione di Bono Vox, dei Depeche Mode e dei New Order, ex compagni di Curtis rinati dalle ceneri dei Joy Division (e che pare abbiano annunciato il loro scioglimento soltanto qualche giorno fa). A interpretare Ian è Sam Riley, mentre nei panni della moglie Deborah (autrice del libro "Touching From A Distance", su cui si basa il film) c'è l'attrice Samantha Morton. Intanto si vocifera su un altro biopic su Ian Curtis, All the Time, che dovrebbe uscire nel 2008, diretto da un altro regista di videoclip, Jamie Thraves ("Just" dei Radiohead).

La storia del giovane inquieto Ian Curtis inizia musicalmente a Manchester nel 1976, quando, incontrati a un concerto dei Sex Pistols Bernard Sumner e Peter Hook, a cui si unirà poi il batterista Stephen Morris, prendono vita i Joy Division (nome rubato alle "divisioni della gioia", quelle baracche femminili nei campi di concentramento dove le donne fungevano soltanto da oggetti sessuali per le SS).
Dopo alcune performance dal vivo (anche insieme ai Cure), la malinconica band si impone soprattutto grazie al carisma di un leader dalla voce cavernosa e dal fisico gracile e malato, tormentato dall'epilessia e dalle droghe, che sul palco danza scomposto e disperato diventando un'icona di sensibilità romantica.
Dopo l'uscita dei loro unici due album, "Unknown Pleasures" e "Closer", sembra giunta la consacrazione internazionale con il tour americano la cui partenza è prevista per il 20 maggio 1980. Ma due giorni prima Ian manda la moglie Deborah a dormire dai genitori con la figlia Nathalie, guarda il film La ballata di Stroszek di Werner Herzog, poi ascolta l'album "The Idiot" di Iggy Pop, e fissata la corda a un attaccapanni in cucina, si toglie la vita.
Da quel momento Ian Curtis entra nella leggenda, e i New Order assumono l'eredità dei Joy Division e dell'amore straziante cantato da lui. Il pezzo più celebre dei Joy Division, "Love Will Tear Us Apart" (oggi reinterpretato da centinaia di artisti, e presente anche in molte colonne sonore, tra cui Donnie Darko), è diventato un manifesto dell'attitudine dark, romantica e malinconica, alla sofferenza esistenziale.

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