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Nero bifamiliare: una commedia noir sulla cultura del sospetto

Federico Zampaglione ci ha tirato l'ennesimo "tiro mancino" con il suo esordio alla regia. Nero bifamiliare è la commedia noir che il leader della band romana ha scritto - insieme al produttore Rudolph Gentile - e diretto e per il quale ha ovviamente composto le musiche. In attesa che il film esca il 13 aprile abbiamo incontrato il novello regista, la sua musa, Claudia Gerini e parte del cast: Luca Lionello, Cinzia Leone, Ernesto Mahieux, Remo Remotti e Adriano Giannini.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Dieci anni fa facevi fatica a trovare il tuo posto sulla scena musicale. Oggi i tuoi Tiromancino sono in vetta alle classifiche e ora ti sei dato anche al cinema. A cosa attribuisci il tuo successo?
Federico Zampaglione Altri nomi: (Tiromancino ) (56 anni) 29 giugno 1968, Roma (Italia) - Cancro. Regista del film Nero bifamiliare.

martedì 10 aprile 2007 - News

Dieci anni fa facevi fatica a trovare il tuo posto sulla scena musicale. Oggi i tuoi Tiromancino sono in vetta alle classifiche e ora ti sei dato anche al cinema. A cosa attribuisci il tuo successo?
Federico Zampaglione: Mi sono sentito un po' come Alberto Sordi che in un film di qualche anno fa è avvocato e all'improvviso vuole diventare coreografo. Quando ho cominciato a manifestare la voglia di fare un film tutti credevano che fossi impazzito. La verità è che nonostante il successo mi sembrava mi fossi fermato. Sono una persona molto curiosa e l'idea di fare un film, di lanciarmi in un mondo magico, mi affascinava. Quest'esperienza mi ha dato tanto, dal punto di vista artistico e umano, e mi considero molto fortunato.

Quanto ha contato il fatto che fai l'attrice nell'esordio cinematografico del tuo compagno musicista?
Claudia Gerini: Moltissimo. La vita è fatta di incontri: a seconda del momento che stai vivendo, con chi lo stai vivendo, segui delle strade e prendi delle decisioni. Forse Federico l'avrebbe fatto lo stesso, ma magari ci avrebbe messo dieci anni di più. Ci siamo incontrati sul set di un suo videoclip, nel quale interpretavo Eva Kant, e abbiamo innescato un meccanismo. Ci sono venute tantissime idee, diciamo che sono stata un po' la sua musa. Ci siamo anche scambiati i ruoli: ho scritto una canzone per il film, ed è una cosa che non avevo mai fatto prima.

Come sei stata scelta per il film, e cosa ti ha colpito della sceneggiatura?
Cinzia Leone È successo dal parrucchiere! Io avevo la tinta, Federico pure, ci siamo guardati e ci siamo detti che volevamo lavorare insieme. Inizialmente aveva pensato a un piccolo cameo, ma gli ho chiesto se non avesse un ruolo vero, così mi ha proposto quello della madre di Claudia. Certo, sentirmi chiamare mamma da Claudia non mi suonava bene, non sono così vecchia, ma ho accettato. La sceneggiatura mi ha colpito tantissimo perché parla della cultura del sospetto e del trasferimento della frustrazione dei propri fallimenti nella rabbia nei confronti degli altri.

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