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Pirati dei carabi: L'animazione di Davy Jones spinge in avanti la tecnica del motion capture

È una tecnica che consiste nell'animare un personaggio totalmente generato al computer basandosi sui movimenti e le espressioni facciali di un attore vero
di Gabriele Niola

martedì 12 settembre 2006 - News
La tecnica del motion capture sta disegnando una storia parallela dell'animazione digitale, la storia di una tecnologia in continua evoluzione che non è al servizio unicamente dell'animazione o degli effetti speciali, ma cerca di fondere questi due mondi per superare le frontiere della messa in scena realista.
Per chi ancora non lo sapesse, la tecnica del motion capture sale alla ribalta con il personaggio di Jar Jar Binks nel primo episodio della nuova trilogia di Guerre Stellari e consiste nell'animare un personaggio totalmente generato al computer basandosi sui movimenti e le espressioni facciali di un attore vero. Il più famoso "performer" di motion capture è Andy Serkis che ha dato vita al Gollum del Signore degli anelli e al King Kong di Peter Jackson (anche Hulk fu animato con il motion capture e in quel caso i movimenti e le espressioni erano di Ang Lee in persona). Ora Bill Nighy e il suo Davy Jones, pirata-polipo terrore dei sette mari, spingono in avanti la frontiera di questa tecnologia.

Come racconta John Knoll, supervisore agli effetti speciali di entrambi i capitoli della saga di Pirati dei Caraibi finora usciti, lo scopo era raggiungere un livello d'integrazione maggiore tra il personaggio di sintesi e l'ambiente reale così, di concerto con Verbinski, hanno deciso che non avrebbero seguito la procedura standard per il motion capture (cioè far recitare l'attore le cui movenze vanno catturate in uno studio a parte, attrezzato per l'occasione) e hanno chiesto agli esperti dell'Industrial Light And Magic di elaborare un sistema di motion capture che gli consentisse di far recitare Bill Nighy sul set assieme agli altri attori. Questa di certo non semplice procedura ha consentito di trarre il massimo dall'interpretazione di Nighy, sfruttando anche le piccole improvvisazioni che gli attori si concedono su un set e che invece difficilmente sono tollerate quando si deve recitare in uno studio a parte senza gli altri attori.
Così, chi si fosse trovato sulle spiaggia di Exuma Island alle Bahamas al momento delle riprese, avrebbe visto recitare accanto a Johnny Depp e Orlando Bloom, entrambi perfetti in costume, un signore inguainato in una tutina aderente con una specie di elmo a forma di teschio in testa, tutto dipinto a tinte forti, bianche e nere. Un insieme decisamente grottesco che tuttavia ha permesso al regista di effettuare riprese con telecamera a mano con il personaggio da animare in campo, e soprattutto gli ha permesso di utilizzare luci e ombre reali del set per integrare la figura in 3D nello scenario. Cosa che altrimenti non sarebbe stata possibile.

Il risultato è che la differenza che c'è tra il personaggio di Davy Jones e gli altri suoi marinai (anch'essi di sintesi ma non così elaborata) è abissale ed è la misura del passo in avanti che questa tecnologia ha fatto con questo film.
Un ultimo particolare interessante dell'animazione di Davy Jones sono gli occhi, una fissazione di John Knoll. Già nel precedente episodio, nella transizione di Geoffrey Rush da uomo a scheletro quando è illuminato dalla luna, Knoll aveva volutamente mantenuto anche dopo la trasformazione gli occhi di Geoffrey Rush sul viso scheletrico fittizio, almeno fino al primo strizzamento di palpebre, questo a suo dire faceva da collante e dava realismo. Così l'ordine dato all'Industrial Light And Magic è stato di concentrarsi sugli occhi di Bill Nighy cercando di replicarli nella maniera più affidabile possibile per rendere "vivo" Davy Jones e questo tipo di lavoro si nota decisamente.

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