Advertisement
Visioni oscure in nome del ritorno di un vero leader

Il nuovo film di Emilio Estevez, Bobby, è nato tra la cantina di casa e un motel malmesso
di Tirza Bonifazi Tognazzi


martedì 5 settembre 2006 - News

Si può portare a un festival un film importante come Bobby e aspettarsi che la stampa faccia domande accurate sull'eccellente opera, anziché chiedere a Lindsay Lohan se parteciperà a qualche party durante il suo soggiorno a Venezia? Evidentemente no, ma per fortuna non tutti i giornalisti sono interessati a sapere come passa le sue notti l'(ex)ragazza cattiva e così durante l'incontro con i protagonisti della pellicola ancora in fase di lavorazione siamo riusciti ad avere un quadro completo del lungometraggio che finora sembra essere tra i favoriti degli addetti ai lavori e tra i possibili vincitori della Mostra.

L'ultimo lavoro destinato al grande schermo firmato dal primogenito di Martin e Janet Sheen risaliva al 1996; dall'uscita di Conflitti di famiglia (che, al di là del titolo, vedeva padre e figlio recitare fianco a fianco) sono passati dieci anni e una manciata di collaborazioni come regista per il piccolo schermo, ma l'attesa ha portato i suoi frutti. "Sono stato chiuso nella mia cantina a lavorare e ne è venuto fuori questo film un po' contorto" racconta Emilio Estevez. "Ho sentito che era arrivato il momento di parlare di Robert Kennedy, di ricordare la sua voce, quello che aveva fatto. Lui stava dalla parte del piccolo, dell'oppresso, e avevo bisogno di sentirmi rappresentare dalla sua figura".

Durante l'incontro, che ha visto alternarsi al microfono Estevez e la Lohan (ma solo per domande eccessivamente stupide), Christian Slater è riuscito a prendere la parola intervenendo sulla questione degli ipotetici ragazzacci (il termine si riferisce alla pellicola che ha lanciato Lindsay Lohan nello starsystem, Mean Girls) prendendo le difese del regista, al quale poco prima era stato chiesto se avesse mai preso un acido. "Non è un ragazzo cattivo, io sono l'unico ragazzo cattivo qui. Lui è un santo!". Si è anche capito il motivo per il quale la pellicola sia ancora in stato work in progress, probabilmente non subirà dei tagli, ma verrà semplicemente "adornata" dei titoli di coda e delle musiche, alle quali collaboreranno anche Aretha Franklin, che pare stia registrando un brano proprio in questi giorni, e Mary J. Blige con una canzone sulla speranza, appropriata per il film.

"In questo lavoro ho voluto parlare delle persone comuni che si trovavano nell'epicentro e nello stesso luogo dove è stato assassinato Kennedy" continua il regista. "Diane, la ragazza interpretata da Lindsay, è una giovane militante politica che quel giorno si trovava lì. Per lei la sua morte ha rappresentato la morte della speranza, del decoro, ed ha significato il declino di una generazione che è diventata sempre più cinica. Altre 5 persone sono state colpite quello stesso giorno, ma in pochi lo sanno, molte informazioni non si trovano neanche su Internet. Sono andato a fare le mie ricerche in biblioteca, proprio come quando andavo a scuola, e ho trovato delle importanti pubblicazioni su eBay che mi hanno aiutato in questo viaggio iniziato nel 1967".

"Avevo solo 5 anni quando ho incontrato Robert Kennedy" spiega Estevez. "Era venuto nella città dove vivevamo e mio padre mi aveva portato a conoscerlo. Ricordo che mi aveva stretto la mano. Due anni più tardi, quando mio padre è andato a recitare in Comma 22, invece di tornare a New York ce ne siamo andati in giro per l'America e abbiamo visitato anche il luogo dove era stato ucciso Kennedy. 'Questo è il posto dove si è fermata la musica', mi ha detto. Ci sono tornato solo nel 2000" continua il regista. "Ho fatto un'ispezione nell'albergo e ho cominciato a pensare alla trama del film. Quando sono riuscito a mettere insieme abbastanza materiale di ricerca ho cominciato a scrivere ma mi sono fermato a 30 pagine e per tanto tempo ho avuto il blocco dello scrittore".

Come è riuscito a ritrovare l'ispirazione? "Preoccupato del fatto che non riuscissi a continuare a lavorare, ho preso una stanza in un motel che cadeva a pezzi, senza tv né comfort, poi sono sceso alla reception e la donna che lavorava lì mi ha chiesto cosa ci stessi facendo in quel posto. Le ho detto che stavo scrivendo un film sul giorno in cui era morto Robert Kennedy e all'improvviso è scoppiata a piangere. Si chiamava Diane e mi ha raccontato che quel giorno lei si trovava lì, lavorava come volontaria al programma del Senatore. Quella donna ha rotto come per incanto il mio blocco e il film parla anche di lei".

Estevez nega il fatto che Bobby sia un'accusa all'America di oggi o a Bush. "La sceneggiatura è stata scritta prima dell'11 settembre e prima della guerra in Iraq e in Afghanistan" spiega. "Tristemente è diventato sempre più pertinente agli avvenimenti dei nostri giorni, ma la mia non vuole comunque essere un'accusa. Con questo film volevo ispirare la gente, perché mai come ora abbiamo avuto così tanto bisogno di una chiamata all'azione. Credo fortemente nella ripresa dello spirito umano, non mi riferisco ad un'unica nazione. Tutti noi, al di là della nostra provenienza, abbiamo bisogno di trovare un leader. Bobby lo era. Era un uomo molto sexy, aveva 42 anni, era una persona carismatica, la gente lo voleva toccare quando lo incontrava. I giovani hanno bisogno di un leader così, che sappia risvegliarli da questo torpore politico".

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati