mercoledì 9 agosto 2006 - News
Sarà il cortometraggio fuori concorso di Teboho Mahlatsi intitolato
Sekalli sa Meokgo (
Stickfighter) ad inaugurare
il 7 settembre Corto Cortissimo, la sezione dedicata al 'cinema breve' di scena a 63. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Il regista sudafricano è di casa al Lido: nel '99 aveva vinto la competizione cortometraggi con lo straordinario
Portrait of a Young Man Drowning, e due anni fa aveva presentato la serie
Yizo Yizo, su un gruppo di giovani di Johannesburg alla ricerca di un'identità.
Ma l'
impegno di Mahlatsi quest'anno sarà quello di presiedere la giuria del concorso cortometraggi, composta dalla montatrice Francesca Calvelli (collaboratrice di Marco Bellocchio) e dal regista russo Aleksey Fedorchenko, vincitore nel 2005 di Venezia Orizzonti Doc con
Pervye na lune. I tre dovranno valutare diciassette film provenienti da quindici paesi, scelti tra i 1.100 (circa 300 in più rispetto allo scorso anno) già visionati da Stefano Martina, che cura la Sezione. I premi in gara sono il Leone per il miglior cortometraggio e il Prix UIP, riservato al miglior corto europeo.
Qualche titolo di Corto Cortissimo - Il tedesco Andreas Goldstein presenta
Detektive, un gelido humour ambientato nella Germania Orientale ai tempi del Muro; di Joon Han Yeo (cinese di nascita, ma di cittadinanza professionale britannica) è
Adults Only, in cui il regista ritrae con disincantata partecipazione la sua comunità d'origine; il brasiliano Paulo Miranda mette in scena una vertiginosa roulette sentimentale nel suo
Faça sua escolha (
Make Your Choice); mentre è un grottesco incubo neo-espressionista quello ritratto in
Pharmakon dal greco-cipriota (ma di formazione inglese) Ioakim Mylonas.
Le storie d'amore - Sono senz'altro singolari e controverse le storie sentimentali che troviamo tra i titoli: il franco-cileno
Treinta Años di Nicolás Lasnibat, il tedesco
Rien ne va plus di Katja Pratschke e Gusztáv Hámos,
Mum del danese Mads Matthiesen,
Trillizas dell'argentino Fernando Salem e
Eva reste au placard les nuits de pleine lune del belga Alex Stockman.
L'unico italiano in concorso è Lorenzo Sportiello, allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia, con il corto
FIB1477, ma tra i 17 c'è anche un debutto nella regia segnato da Mary Sweeney, produttrice e montatrice di molti film di
David Lynch, che presenta
In the Eye Abides the Heart.
C'è anche un altro possibile percorso tematico, del tutto casuale e involontario: in diversi film della selezione emerge la figura paterna. Dall'Inghilterra arrivano
The Making of Parts di Daniel Elliott, interpretato da un intenso
Jerzy Stuhr, e
What Does Your Daddy Do? di Martin Stitt (convulso e inquietante j'accuse sulla pedofilia); l'israeliano
Simanei derech/Road Marks di Shimon Shai e il francese
Comment on freine dans une descente? di Alix Delaporte dipingono invece un personaggio "ingombrante" che invade il racconto fino a impadronirsene con prepotenza; mentre il portoghese Marco Martins nel suo
Um ano mais longo, fa tornare il protagonista al capezzale del padre morente. Il diciassettesimo film in mostra è
Levelek (
Letters) film di animazione realizzato con la sabbia dall'ungherese Ferenc Cakó, padrone incontrastato di questa tecnica.