venerdì 7 luglio 2006 - News
La 63ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - in programma al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre - conferirà al cineasta americano
David Lynch il Leone d'Oro alla carriera. La proposta del direttore Marco Müller è stata accolta dal presidente della Biennale Davide Croff e il riconoscimento verrà consegnato al regista il 6 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, in occasione della presentazione del suo ultimo attesissimo film,
Inland Empire.
Considerato il capostipite del nuovo cinema indipendente americano - si può dire che abbia aperto la strada a filmmaker come
Jim Jarmusch, i fratelli
Coen,
Spike Lee e
Quentin Tarantino -
David Lynch ha influenzato l'immaginario collettivo con uno stile personalissimo, visionario, noir e altamente misterioso contribuendo a scrivere la storia contemporanea del cinema con i capolavori
The Elephant Man,
Velluto blu, Cuore selvaggio,
I segreti di Twin Peaks,
Una storia vera e
Mulholland Drive.
Si dice che nei suoi film Lynch guardi il mondo come se fosse la grande macchia di Rorschach (del celebre test psicodiagnostico), in cui possono apparire infinite farfalle, teschi o facce segrete. La sua caratteristica è quella di amplificare nelle sue opere aspetti comuni: l'oscurità, il suono, l'immobilità. Il critico francese Michel Chion ha scritto che Lynch sa "filmare come nessun altro questo apparente contrario del cinema, che è l'immobilità".
Della sua professione il regista ha detto: "Tutti i miei lavori parlano di strani mondi in cui non puoi andare a meno che non li costruisci e li filmi. Questa per me è la cosa più importante. Il fatto è che mi piace andare in questi strani mondi".