Dopo essersi trasferito a Parigi nel 1910, ancora ai tempi del cinema muto, lavorò dapprima presso alcune case cinematografiche come selezionatore di soggetti; in seguito divenne attore, interpretando piccole parti in numerosi film. Rientrato in Italia, vi debuttò con il regista Mario Caserini, nel film Capitan Fracassa, al quale fece seguito un'altra nutrita serie di pellicole, fino al 1926. Nel 1922 curò la regia di Rapsodia ungherese, un film di cui era anche interprete, continuando poi ad occuparsi di regia anche durante i primi anni del sonoro e firmando le versioni italiane di alcuni film tedeschi di non grande livello. Dal 1933 in poi si dedicò quasi esclusivamente alla produzione, collaborando, anche se in modo saltuario, alla scenografia di alcuni film di successo, il più significativo dei quali è Maddalena: zero in condotta, con la regia di Vittorio De Sica (1940).