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Italo Calvino

Italo Calvino ha lavorato come scrittore, è nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas (Cuba) ed è morto il 19 settembre 1985 all'età di 61 anni a Siena (Italia).

Partecipa alla guerra partigiana, esperienza poi trasfusa in uno dei capisaldi della narrativa resistenziale, Il sentiero dei nidi di ragno (1947). Successivamente, ha modo di lavorare con svariati giornali e riviste, svolgendo pure attività di consulenza editoriale; inoltre, soggiorna a lungo in Francia. Politicamente impegnato nel Partito Comunista Italiano, se ne dissocia dopo i fatti d'Ungheria; all'immobilismo del PCI nella circostanza, dedica il feroce apologo de La Grande Bonaccia delle Antille, pubblicato nel 1957 su Città aperta. Nel suo universo di scrittore, convivono felicemente differenti vocazioni: quella neorealistica, cui sono riconducibili - oltre al già citato Sentiero - i racconti lunghi La speculazione edilizia (1957) e La nuvola di smog (1958); quella allegorico-fiabesca, che gli ispira la trilogia composta da Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959), oltre ai racconti di Marcovaldo (1963); quella fantascientifica, da Le cosmicomiche (1965) a Ti con zero (1967); quella da alcuni definita combinatoria, inclusiva dei romanzi degli ultimi tre lustri (Il castello dei destini incrociati, 1973; Se una notte d'inverno un viaggiatore, 1979; Palomar, 1983). È interessante, tuttavia, notare che codeste classificazioni - utili comunque per comprendere la figura di uno dei narratori più originali e difficilmente incasellabili del Novecento - necessitano comunque di interpretazione: non si può, ad esempio, immaginare una successione cronologica dei diversi periodi, né un'appartenenza rigida delle varie opere all'una o all'altra fase. Anzi, la peculiarità del Nostro consiste proprio nella capacità di far convivere, sovente nel medesimo testo, approcci ed atteggiamenti contrastanti: se un filo rosso può esser rinvenuto, esso consiste nell'impegno politico, ritenuto da Calvino "ancor più che dovere, necessità naturale dello scrittore d'oggi, e prima ancora che dello scrittore, dell'uomo moderno". Illuminista consapevole dei limiti della ragione, maggiormente proclive al pessimismo della stessa che all'ottimismo della volontà (lo splendido La giornata di uno scrutatore, 1963, dove il protagonista Amerigo Ormea sperimenta, ad un seggio del Cottolengo di Torino, la compresenza e l'intersezione della negatività della natura e della storia), egli è intellettuale di forte impegno civile, sovente coinvolto nella polemica sull'attualità. Del suo rigore, della sua elevata etica laica, testimonia l'epilogo de Le città invisibili, laddove si afferma: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce fatale a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
Courtesy of RAI

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