Regista francese, figlia d'arte (suo padre è Jean-Louis Bertuccelli) e vedova del direttore di fotografia Christophe Pollock.
Studi
Figlia del regista Jean-Louis Bertuccelli, dopo aver frequentato il primo anno del biennio di preparazione al concorso per le Grandes Écoles di insegnamento letterario, si laurea in filosofia, prima di cominciare a diventare una regista di documentari per gli Ateliers Varan nel 1993.
A battezzo da papà
Prima ancora di svolgere questo lavoro, però, si impegna come assistente regista, mestiere che pratica fin dal 1991, quando suo padre le chiede di supportarlo nella direzione di Aujourd'hui peut-être con Giulietta Masina.
Il mestiere dell'aiuto regista
Divenuta aiuto regista anche di Otar Iosseliani, Krzysztof Kieslowski (in Film blu e in Film bianco), Bertrand Tavernier, Emmanuel Finkiel e Rithy Panh, finalmente si mette al lavoro come documentarista di successo, firmando per esempio Un monde en fusion (2001).
Le regie cinematografiche
Il debutto cinematografico come regista arriva invece nel 2003, quando dirige il suo primo lungometraggio a soggetto Da quando Otar è partito, vincitore della Semaine de la Critique a Cannes e all'interno del quale racconta in modo del tutto originale e leggero un tema amaro come quello del lutto. Conquistato anche il César per la migliore opera prima e sfiorata quella per la migliore sceneggiatura (firmata assieme a Roger Behbot e Bernard Renucci), ritorna al cinema nel 2010 con il familiare e australiano L'albero, liberamente tratto dalla favola "Padre nostro che sei nell'albero" di Judy Pascoe, dove si affronta ancora una volta il tema della morte di una persona vicina. Nel 2014 torna con il documentario Squola di Babele, ambientato nel multiculturale mondo della scuola parigina.
Vita privata
È stata la moglie del direttore di fotografia Christophe Pollock, morto il 9 maggio 2003.