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Eric Roth

Eric Roth ha lavorato come produttore, produttore esecutivo, scrittore, sceneggiatore, è nato il 22 marzo 1945 a New York City, New York (USA).
Nel 1995 ha ricevuto il premio come miglior sceneggiatura non originale al Premio Oscar per il film Forrest Gump. Eric Roth ha oggi 79 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

L'uomo dei flashback

A cura di Fabio Secchi Frau

Sceneggiatore di grande fama, Eric Roth è la penna dalla quale sono stati creati film come Forrest Gump, Molto forte, incredibilmente vicino, Munich, Il curioso caso di Benjamin Button, Alì e, più recentemente, anche alcuni show televisivi.
Roth ha lavorato coi più grandi registi Hollywoodiani e con i più importanti cast dell'industria cinematografica americana, regalandoci alcuni degli script più memorabili del secolo scorso.
Letterariamente, è uno di quegli sceneggiatori che ama lavorare su script contenenti flashback e che partono dai ricordi per definire i personaggi. La memoria è per Roth una costante fonte di ispirazione. E, al di là di questa, è attratto anche dal passaggio del tempo, attributo fondamentale per la consapevolezza della condizione umana.
Indubbiamente, ha dato il suo meglio nell'adattamento di romanzi, come nel caso di Molto forte, incredibilmente vicino, tratto dal libro di Jonathan Safran Foer, ma trova difficile farlo quando subisce la troppa pressione degli Studios, perché, nel suo metodo di lavoro, ha bisogno di molta calma per trasportare una storia dalla forma romanzata a quella filmica, soprattutto nella fase di ricerca di ulteriori materiali narrativo-storici o di altra natura.

Gli inizi
Nato e cresciuto a New York City, in una famiglia di religione ebraica, figlio di due insegnanti, Eric Roth ha frequentato la University of California di Santa Barbara, laureandosi nel 1966, e si è poi specializzato in cinema alla UCLA Film School, nel 1973.
Inizia il suo percorso come giornalista all'interno di riviste cittadine, ma poi butta giù alcuni soggetti che poi diventeranno dei cortometraggi per il circuito underground sperimentale newyorkese.
Dopo aver vinto alcuni premi letterari statali, si laurea in inglese e decide di trasferirsi a Hollywood per sfondare come sceneggiatore.

I primi film negli Anni Settanta
Già l'anno successivo, firma un soggetto che diventerà un film per la regia di Robert Mulligan Il mediatore, su un uomo-chiave di una grossa organizzazione criminale che si rifiuta di compiere l'ennesimo malaffare. Uno script interessante e di ambientazione gangsteristica, con una buona trama noir, che non sposa la commercialità della storia, per andare a indagare sull'archetipo del genere, per l'appunto quello del gangster all'antica, un individuo sì senza scrupoli e brutale, ma con un proprio codice di fedeltà agli impegni e di rispetto verso le gerarchie.
Sarà poi inserito in una squadra di sceneggiatori che include Tracy Keenan Wynn, Lorenzo Semple Jr e Walter Hill per il film del 1975 di Stuart Rosenberg Detective Harper: acqua alla gola, dove riprende un po' le atmosfere noir della sua precedente opera, in un'indagine che ha come protagonista il detective privato Lew Harper, interpretato da Paul Newman. Purtroppo, il poliziesco è troppo lento e l'intreccio macchinoso e convenzionale.
Sul finire degli Anni Settanta, dal soggetto di Jennings Lang, scriver il thriller ad alta quota Airport '80 (1979), che verrà diretto da David Lowell Rich, su una giornalista che viaggia su un concorde per Mosca, con una valigia contenente importanti prove su un traffico d'armi, prove che potrebbero essere distrutte con un non tanto casuale disastro aereo.

Gli Anni Ottanta
Dopo Il campo di cipolle (1979) e Wolfen, la belva immortale (1981), Roth firma Suspect - Presunto colpevole, che verrà portato sullo schermo nel 1987 da Peter Yates. Ancora una volta, delle atmosfere da thriller per la storia di un'avvocatessa che cerca di difendere un barbone accusato di aver sgozzato la segretaria di un giudice della Corte Suprema, scoprendo poi un mondo di corruzione e ambiziosi arrampicatori politici. Un bel giallo giudiziario di denuncia sociale, interpretato da Cher, drammatico e teso al punto giusto.

L'Oscar per Forrest Gump
La sua filmografia si arricchisce anche del tenero Alla scoperta di papà (1988), diretto da Henry Winkler, fino a quando Mike Figgis non gli affianca Michael Cristofer per scrivere Mr. Jones (1993), su un misterioso uomo affetto da un disordine affettivo bipolare, dotato di grande fascino. Stavolta, si butta in una storia d'amore, intessuta tra una psichiatra e il suo paziente (e portata sul grande schermo con Richard Gere, Lena Olin e Anne Bancroft), ma i risultati sono lontani da quelli che aveva sperato.
Ma nel 1994, conquista l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale con il cult Forrest Gump di Robert Zemeckis, trattando l'omonimo materiale letterario di Winston Groom.
Il film su un uomo che, seduto alla fermata di un autobus, racconta la sua storica vita ai passanti, ha un tale successo da entrare nella Storia del Cinema, per la vitalità con la quale Roth riesce a creare un affresco americano, che parte dal rock'n'roll e va verso la controcultura, attraversando il Vietnam e la caduta di Nixon, con tanta poetica bontà, energia fattiva e lealtà.
Nel 1997, dal romanzo di David Brin, scrive con Brian Helgeland il film L'uomo del giorno dopo di Kevin Costner, storia fantascientifica su un vagabondo solitario che, nel 2013, va per il mondo devastato da una guerra nucleare, cercando di ricreare le fondamenta della civiltà, ma la pellicola è un noioso e lungo insuccesso. Lo script è criticato per essere una pessima metafora dell'America della fine degli Anni Novanta, troppo pomposamente epico e retoricamente anticlintoniano.
Raddrizzerà un po' il tiro con il più delicato film di Robert Redford, tratto dall'omonimo romanzo di Nick Evans, L'uomo che sussurrava ai cavalli, scritto con Richard LaGravenese, storia di una quattordicenne psicologicamente e fisicamente turbata dopo un brutto incidente avvenuto sul suo cavallo e tra i due sarà necessario l'intervento di un esperto che salvi il loro rapporto. Malgrado il film sia giudicato caramelloso, è un ottimo ed equilibrato melodramma.
Un ultimo colpo di coda di quel decennio è dato dall'ottimo Insider - Dietro la verità (1999), che verrà candidato alla migliore sceneggiatura non originale (perché tratto da un articolo di Marie Brenner). Roth lavora alla sceneggiatura con Michael Mann e racconta un reale caso giudiziario di un capo ricercatore di un'azienda produttrice di tabacco che si ribella all'industria nella quale lavora, per le manipolazioni che questa fa nei confronti della popolazione. La pellicola, portata in scena da Al Pacino e Russell Crowe, andrà così bene da spingere Mann a richiedere ancora una volta la presenza narrativa di Roth per scrivere il biopic su Cassius Clay Alì (2001), lavorando sul soggetto di Gregory Allen Howard e affiancandolo a Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson. Il film è indubbiamente imponente, anche se non convince fino in fondo, malgrado la maniacalità relativa a fatti, luoghi e persone che giravano intorno a Muhammad Alì nella decade 1964-1974, che il grande lavoro di ricerca di Roth ha portato alla luce.

Il Duemila
Nel 2005, Eric Roth sfiora di nuovo l'Oscar con lo script di Munich, tratto dal libro di George Jonas e portato sui grandi schermi da Steven Spielberg. Lavorando con Tony Kushner e Charles Randolph, il film sull'attentato alle Olimpiadi di Monaco del '72 e sulla reazione del Mossad, è una vigorosa opera politica che però non ha nulla di affascinante, forse proprio per colpa della pesantissima impronta spielberghiana che non sempre giova a tutti i generi cinematografici che affronta. Molto apprezzato in America, ha fatto storcere il naso all'Europa.
Curiosamente, Roth ottiene un miglior risultato (in termini di apprezzamenti della critica) con il familiare The Good Shepherd - L'ombra del potere diretto dal Premio Oscar Robert De Niro, impegnato nel raccontare la fondazione della CIA. Lo script, scritto una dozzina di anni prima del 2006, è però particolarmente criticato per un numero non indifferente di anacronismi (che si traducono poi in gravi incongruenze) e per un altalenante gioco di flashback e di salti nel tempo che spezzano il filo del racconto, ma sul lato dell'intrattenimento è ottimo, così come nello sviluppo dell'intrigo e nella descrizione di una corrotta aria domestica e intima. Purtroppo, il film non incontra i favori del pubblico.
Nel 2007, arriva Le regole del gioco di Curtis Hanson, di ambientazione pokeristica. Uno script minore, prevedibile e molto debole. L'anno seguente, però esce Il curioso caso di Benjamin Button, che farà guadagnare a Roth l'ennesima nomination alla sceneggiatura non originale (è tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald) con la particolare storia di un bambino nato esteriormente vecchio e che, lungo tutta la sua vita, subirà un graduale ringiovanimento. Roth dimostra indubbiamente di essere all'altezza di quello che era il grande pentolone di argomenti e soggetti fitzgeraldiani: l'amore, la morte, la fatalità del tempo, il dolore dell'amore.

Le nuove candidature agli Oscar
Col nuovo millennio, lo scrittore fa nuovamente colpo con Molto forte, incredibilmente vicino (2011), ma soprattutto con A Star Is Born (2018), candidato all'Oscar per la sceneggiatura non originale, perché dal soggetto di William A. Wellman furono tratte diverse versioni cinematografiche, ma ottenuto dal medesimo scheletro di trama: un artista sulla via del tramonto che decide di aiutare una giovane a trovare la sua strada verso il successo. Indubbiamente, uno script crepiscolare che abbraccia il mito di Pigmalione, ma con una Galatea più emotiva ed estroversa.

Fra fantascienza e Scorsese
Con il secondo decennio degli Anni Duemila, c'è un ritorno alla fantascienza. Eric Roth firma l'adattamento di Dune, tratto dalla saga del geniale Frank Herbert, guadagnandosi un'altra candidatura all'Oscar, che spartisce con il regista Denis Villeneuve e Jon Spaihts. La serie sul mistico nobile della casa Atreides, Paul, che va incontro al suo destino, attraversando le sabbiose curve di un pianeta desertificato e cavalcando giganteschi vermi, è impregnata di tantissima eleganza. La stessa eleganza narrativa che ritroviamo nel feroce Killers of the Flower Moon (2023), tratto dal romanzo di David Grann e dal quale Martin Scorsese ha tratto l'omonimo film.

In tv
Anche sceneggiatore televisivo, Eric Roth ha firmato serie tv a partire dall'inizio degli Anni Settanta, imponendosi come produttore di House of Cards - Gli intrighi del potere (2013-2016), Berlin Station (2016-2018) e l'ottimo The Alienist.

Vita privata
Eric Roth è stato sposato con Linda Roth ed è padre di cinque figli, tra i quali i registi Vanessa, Geoffrey e Alec Roth.
Nel 2010, è stato vittima di una truffa basata sullo Schema Ponzi, che gli ha prosciugato tutto il suo fondo pensionistico.

Ultimi film

Drammatico, (USA - 2024), 104 min.
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