Ha esordito nel cinema come produttore con Canzoni per le strade, un film musicale di carattere popolaresco, diretto nel 1951 da Mario Landi. Tra le sue produzioni, di un certo successo di cassetta ma in genere di scarso valore, fa eccezione Il grido, diretto nel 1957 da Michelangelo Antonioni. Il film, originale e coraggioso, forse il più autentico e sincero del grande regista, ne segna il distacco dal neorealismo. Girato in ambienti "proletari" e con personaggi appartenenti a questo stesso ceto sociale, esso descrive acutamente una crisi sentimentale ed esistenziale, che fa comprendere come l'ansia e il malessere del vivere, considerati abitualmente appannaggio degli intellettuali borghesi, fossero ormai penetrati inesorabilmente anche nel cuore e nella mente del proletariato.