Jean-Paul Rappeneau è un attore francese, regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 8 aprile 1932 ad Auxerre (Francia). Jean-Paul Rappeneau ha oggi 92 anni ed è del segno zodiacale Ariete.
Nato nel 1932 ad Auxerre, approda alla regia per la via classica: cortometraggi e sceneggiature. Tra i cortometraggi, Chronique provinciale (1958), un delizioso filmettino commissionato delle assicurazioni Phénix, un omaggio alla sana vita di provincia; altro titolo interessante, La maison sur la place. Come sceneggiatore-dialoghista, firma opere importanti come Signé Arsène Lupin (Yves Robert), Zazie dans le métro e Vie privée (Louis Malle), Le combat dans l'île (Alain Cavalier), L'homme de Rio (Philippe de Broca). Esordisce nel lungometraggio firmando la sceneggiatura e la realizzazione di una commedia piena di brio, La vie de château (1966, premio Delluc). Il successo immediato e meritato di questo film si basava su un equilibrio molto delicato: come far ridere - appena due decenni dopo i fatti - con dei temi drammatici quali l'occupazione tedesca, la resistenza francese e lo sbarco degli alleati? Rappeneau ritrova miracolosamente lo stile, il tono, l'energia e il ritmo delle commedie cosiddette sofisticate della grande stagione del cinema hollywoodiano.
Secondo film, altra commedia su sfondo storico, altro successo: Les mariés de l'an II (1971), le movimentate disavventure di un emigrato che ritorna in Francia durante la rivoluzione per divorziare. Diverbi coniugali, riconciliazioni provvisoriamente definitive della coppia: questi temi classici li ritroviamo anche nei due film successivi, Le sauvage (1975) e Tout feu, tout flamme (1982). Iperprofessionista e iperperfezionista, Rappeneau gira purtroppo pochi film. Nei vent'anni successivi ne realizza solo due: Cyrano de Bergerac e Le hussard sur le toit, due capolavori.
Jean-Paul Rappeneau è un cineasta popolare, ma di alta classe. In Cyrano de Bergerac (1989), una svolta nella sua carriera, ci sono un lirismo, un umorismo straordinari, ma c'è anche una dimensione tragica nuova. «Con Cyrano - ricorda - mi sono reso conto che la grandezza dei sentimenti, la presenza del destino, il genere "opera", mi appartenevano quanto lo spirito espresso dai miei film precedenti, e forse ancora di più». In Le hussard sur le toit (1995, ispirato alla quadrilogia che Jean Giono ha dedicato alle avventure dell'ussaro-carbonaro piemontese Angelo Pardi), il regista ritrova alcuni temi del Cyrano: l'amore-pudore, il fuoco della passione velata (l'incontro tra Angelo Pardi e Pauline de Théus). Ma Le hussard sur le toit è anche e soprattutto un grandioso, travolgente, appassionante racconto epico (nella sua interminabile fuga, il carbonaro Angelo Pardi attraversa l'inferno del colera), un poema sulla onnipotenza della natura che si rivolta contro l'uomo (la spaventosa epidemia).
Dopo il viaggio epico nella Provenza del 1832, nel 2003 Rappeneau ci propone un altro viaggio pieno di sorprese nella Francia del giugno 1940. Bon voyage rievoca (in chiave comica naturalmente) il frenetico clima dell'esodo a Bordeaux del governo francese all'avvicinarsi dei tedeschi. La farsa della politica e degli interessi personali, la patetica commedia dell'amore (i capricci della star-bambola Adjani) sono al centro di questo indemoniato affresco satirico, uno dei più memorabili film della stagione.
Da France Cinema 06