Khadija Al-Salami, prima donna yemenita a diventare filmmaker e produttore, è nata
a Sana'a nel 1966. All'età di 11 anni viene obbligata a contrarre matrimonio con un
uomo più grande di lei di oltre venti anni, ma Khadija decide di ribellarsi ai valori in
cui crede la sua famiglia e la tribù a cui appartiene, osa lasciare il marito e chiede il
divorzio. Con estremo coraggio e determinazione, Al-Salami affronta la consolidata
tradizione yemenita e ne esce vincitrice, ottenendo la sua libertà personale e
cambiando il suo destino. In seguito alla sua fuga, si affida ad un'associazione,
ottiene un impiego presso una televisione locale e continua a frequentare la scuola. A
16 anni riceve una borsa di studio che le permette di seguire il suo sogno di andare a
studiare negli Stati Uniti dove riesce a laurearsi brillantemente in Produzione e Regia
Cinematografica.
Avendo vissuto in Francia per 10 anni, Al-Salami ha girato più di 25 documentari,
molti dei quali legati al ruolo delle donne e delle bambine nello Yemen
contemporaneo. Al-Salami ha ricevuto numerosi premi internazionali per il suo
lavoro, inclusa la Legione d'Onore francese, mentre il precedente Ministro francese
della Cultura e della Comunicazione, Frédérick Mitterrand, le ha conferito la nomina
a Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere. Recentemente il film è stato
premiato come Best Fiction Film all'International Film Festival di Dubai nel 2014.
Dopo la pubblicazione nel 2009 del libro in cui viene raccontata la vera storia di
"Nojood", Khadija Al-Salami comprese che, proprio grazie alla sua eredità yemenita,
alla conoscenza del suo paese e della sua cultura, alla sua storia personale, alla sua
passione per temi come i matrimoni obbligatori in tenera età, al suo ampio
background per quanto riguarda la cinematografia, sarebbe stata la filmmaker più
capace e adatta a fare conoscere al pubblico la pratica dei matrimoni precoci, un tema
di estrema rilevanza, straziante e, purtroppo, terribilmente reale. Sono 60 milioni
infatti le donne che in tutto il mondo soffrono giornalmente di abusi fisici e mentali
causati dai matrimoni precoci, mentre sono 70.000 le giovani donne che muoiono
ogni anno a causa di questo male sociale contemporaneo.
Al-Salami ha affrontato enormi difficoltà politiche e finanziarie per realizzare questo
film nel modo più realistico possibile, girandolo interamente nello Yemen e
ingaggiando esclusivamente attori yemeniti. I paesaggi mozzafiato dello Yemen, il
suo popolo, la sua musica, la sua cultura, e la sua arcaica pratica dei matrimoni
infantili e i diffusissimi abusi sulle donne sono temi raramente trattati nei film. La sposa bambina è un appello a tutti quei paesi in cui i matrimoni precoci sono tuttora
consentiti e celebrati, affinché sia messa la parola fine a questa pratica primitiva e
ripugnante.
La regista aveva 11 anni quando sua madre acconsentì al suo precoce matrimonio: lo
stesso era accaduto a lei all'età di 8 anni, quindi le sembrò del tutto normale portare
avanti questa tradizione yemenita anche con la figlia. Quando però, qualche
settimana più tardi, lo sposo riportò indietro Khadija, come se si fosse trattato di una
merce guasta o difettosa da sostituire, sua madre vide con i suoi occhi l'orrore che la
sua decisione aveva generato. "Oggi sono riuscita a cambiare il mio destino" -
afferma Khadija. Trenta anni più tardi, grazie ai suoi sogni e alla sua tenacia, Khadija
è diventata la prima donna regista yemenita e molti dei suoi film e documentari sono
legati dal filo rosso del tema delle donne che vogliono vivere liberamente la loro vita.