Dopo il diploma di regia conseguito nel 1954 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia con il saggio di esame Roma '38, realizzò l'anno seguente il cortometraggio Comici, che, presentato a Venezia, attirò positivamente l'attenzione della critica. Nel 1960 esordì come regista cinematografico con Un eroe del nostro tempo, tratto dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini. Il libro, che descriveva con dolorosa amarezza la crisi di una generazione al termine della seconda guerra mondiale, diede origine ad un film in cui Capogna illustrò con grande dignità figurativa, ma talora in modo un po' troppo freddo ed intellettualistico, una vicenda che, nell'originale letterario, si distingueva per la sua sofferta e talora cruda umanità. Tuttavia il film, pur denunciando una certa immaturità dell'autore, rimane comunque un esperimento degno dio nota. Meno convincenti e più dispersivi, ma comunque caratterizzati spunti originali, appaiono i due film successivi di Capogna, Le conseguenze(1964) e Plagio(1969). Purtroppo, la carriera di Capogna si concluse prematuramente, appena alle soglie della maturità, con il film Diario di un italiano, tratto anch'esso da un racconto di Vasco Pratolini, "Vanda".