Attore eclettico, che alterna ruoli drammatici a commedie, spesso collaborando con produzioni e registi indipendenti, sa farsi apprezzare in ruoli duri, cinici, sempre autentici. E se il debutto nel mondo dello spettacolo è segnato dalla creatività di Altman, non si può certo dire che la carriera di Matthew Modine sia priva di altri nomi che hanno valorizzato il suo talento, da Kubrick che lo chiamò per Full Metal Jacket all'amicizia con il "bad man" Abel Ferrara.
Dai drive-in dell'infanzia all'esordio battezzato da Altman
Cresciuto in una famiglia numerosa (è il più giovane di sette fratelli), Matthew trascorre l'infanzia in continuo movimento. Il padre è proiezionista nei drive-in, costretto a spostarsi ogni due anni, nei suoi repentini traslochi porta sempre con sè l'intera famiglia, seguendo i precetti stabiliti dalla religione mormonica. La professione del genitore trasmette al piccolo Matthew l'amore per il cinema, tanto che da adulto ammetterà che il desiderio di diventare un attore nacque proprio dalla visione di un documentario sul film Oliver! del 1968, durante una proiezione in un drive-in. Dopo il diploma si cimenta nei lavori più bizzarri, mette via un po' di soldi e si trasferisce a New York, dove trova posto come chef al "Au Natural" di Manhattan. Nel ristorante incontra Caridad Rivera, la futura moglie che sposerà l'anno dopo, nell'ottobre 1980 e dalla quale avrà due bambini, Boman e Ruby. Dopo il matrimonio comincia ad ottenere i suoi primi ruoli al cinema, e da lì a teatro e in televisione. Il suo esordio? Anche se in un ruolo minore, avviene a tempo di rock: lo scorgiamo in Promesse, promesse (1983) al fianco di Rosanna Arquette e Vincent Spano. Nello stesso anno partecipa alla commedia American College ed è un paracadutista in caduta libera in Streamers di Robert Altman, film ambientato in una caserma della Virginia ai tempi della guerra in Vietnam.
Ruoli memorabili con Kubrick, Parker e Demme
In Hotel New Hampshire (1984) è uno degli strampalati componenti di una famiglia grottesca, in Birdy - Le ali della libertà (1984) di Alan Parker è un reduce dal Vietnam con disturbi psichici che un caro amico (Nicolas Cage) cercherà di risolvere, ma nello stesso periodo lo vediamo anche in Fuga d'inverno, Crazy For You e soprattutto in Full Metal Jacket (1987). Nel film di Kubrick interpreta Joker, un giovane Marine addestrato a diventare macchina da guerra in Vietnam, dando una sfumatura di allucinato cinismo difficile da dimenticare. Diretto dal newyorchese Alan J. Pakula, è nel cast d'eccezione (gli altri sono Kevin Anderson e Albert Finney) di Un ostaggio di riguardo, film retto sull'ottima recitazione dei protagonisti. Nel 1988 è nel drammatico La partita che porta la firma dell'italiano Carlo Vanzina, re del cine-panettone qui in una regia lontana dai toni volgari dell'accoppiata Boldi-De Sica, ma dimostra anche buone capacità comiche in Una vedova allegra...ma non troppo con una strepitosa Michelle Pfeiffer. Veste i panni di un medico in Corso di anatomia (1989), entra a far parte dell'equipaggio del bombardiere Memphis Belle nel film omonimo di Michael Caton-Jones e si ritrova a combattere con un vicino di casa non troppo amichevole in Uno sconosciuto alla porta (1990).
Tutti i generi cinematografici, dalla commedia alla fantascienza
Con una storia di skipper alle prese con amori e avventure sul mare, lo vediamo in Wind - Più forte del vento (1992) e l'anno dopo ritorna al lavoro con Altman nel desolante puzzle umano di America oggi dove interpreta il dottor Wyman, marito di una pittrice insoddisfatta (Julianne Moore). Si sdoppia nell'interpretare due fratelli gemelli separati dalla nascita in Equinox (1993) di Alan Rudolph, poi cambia totalmente tono recitativo per vestire i panni di Giacobbe nel film di Peter Hall, co-prodotto dall'Italia e dagli Stati Uniti. Nel 1995 si dedica completamente a tre film leggeri: con Carlo Carlei si fa dirigere nella storia fiabesca per bambini Fluke, poi parte all'avventura dei Corsari per finire ad affrontare i problemi di un weekend con i figli nella commedia Mariti imperfetti. Due anni dopo conosce Abel Ferrara che lo chiama per il ruolo principale di Blackout, una riflessione amara sulla perdita di memoria intrecciata al tema della morte e all'ossessione per le belle donne (nel cast c'è anche la modella Claudia Schiffer). Ritorna alla vivace commedia metropolitana con Bionda naturale (1998) di Tom DiCillo dov'è un attore in cerca di lavoro, tocca le corde della fantascienza (Un cuore semplice) e quelle del thriller (Oltre il limite, di cui è anche regista) in film minori fino ad ottenere una parte in Ogni maledetta domenica di Oliver Stone, al fianco di Al Pacino, Dennis Quaid e Cameron Diaz.
Il sodalizio artistico con Abel Ferrara
Dopo un periodo di scarsi successi e parti minori (sui quali spicca solo Transporter: Extreme), ritorna a mostrare il proprio talento con l'interpretazione dell'alter ego di Abel Ferrara nella pellicola Mary (2005) dov'è un regista che ha appena finito di girare un film sulla vita di Gesù. Segue Have Dreams, Will Travel, la commedia Kettle of Fish e la rinnovata collaborazione con Ferrara in Go Go Tales (2008) dove si raccontano le controversie legate al fallimento di un club di lap dance e i tentativi fatti per risollevarne le sorti. Ritorna dietro la macchina da presa per girare il cortometraggio I Think I Thought, una sorta di rivisitazione in chiave moderna di versi shakespeariani, dopodiché viene scritturato per The Garden of Eden di John Irvin, tratto da un romanzo di Ernest Hemingway e per la commedia criminale Little Fish, Strange Pond di Gregory Dark. Poi nel 2012 è chiamato da Nolan per partecipare a Il cavaliere oscuro - Il ritorno, ultimo capitolo della trilogia dedicata a Batman. Dopo Jobs (2013), nel 2016 sarà tra gli interpreti del film di Luca Lucini Come diventare grandi nonostante i genitori.